La Dolomiti Bellunesi sta vivendo un momento di grande attenzione mediatica e popolare, con una squadra che dopo un inizio altalenante si è stabilizzata nelle prime due posizioni della classifica. A raccontarlo è Denis Chiesa, difensore centrale che rappresenta uno dei punti fermi della formazione bellunese.
"Se vado a bere il caffè a Sedico la mattina, trovo sempre più persone che domandano se ce la facciamo, se va tutto bene. Lo stesso accade ad altri miei compagni di squadra. Mai mi era accaduto qua in provincia di percepire un così forte interesse", racconta Chiesa al Corriere delle Alpi, evidenziando come il supporto della comunità stia crescendo partita dopo partita.
Il difensore è stato protagonista di un episodio emblematico nella recente sfida contro l'Este, quando nei minuti di recupero il provvidenziale intervento del difensore avversario Zanetti gli ha tolto dai piedi il pallone che poteva valere il 2-1 e un potenziale +6 in classifica sul Treviso, principale contendente.
Interrogato sullo stato d'animo dello spogliatoio, Chiesa ammette: "Un po' di tensione c'è, ma come dico sempre la stiamo provando per una cosa potenzialmente splendida. Inoltre l'attenzione di cui raccontavo da parte delle persone è curiosa, stimolante. Neppure quando giocavo con il Belluno era così".
Il difensore, che ha un legame particolare con il territorio ("Io ero di casa a Belluno con la maglia gialloblù, mentre mio papà Stefano era dirigente del San Giorgio Sedico"), sottolinea come il progetto Dolomiti Bellunesi abbia unito una comunità: "Qui il calcio appassiona, viene seguito e la Dolomiti ha dato la possibilità di sognare qualcosa di grande tutti assieme".
Parlando dell'occasione mancata contro l'Este, Chiesa confessa di averci ripensato, ricordando anche altre opportunità non sfruttate: "Tra l'altro non è stata l'unica in cui i nostri avversari ci hanno stoppato in extremis, in quanto mi viene in mente quella a disposizione di Parlato nel primo tempo e una sui piedi di Olonisakin nella ripresa. Certo, sarebbe stato bello allungare a più sei."
Nonostante l'iniziale delusione per i due punti mancati, il difensore riconosce l'importanza di aver mantenuto invariato il distacco dalla seconda classificata: "Io come un po' tutti stavamo rosicando nel dopo partita, essendoci state le occasioni per vincere. Detto ciò, con il trascorrere delle ore ha prevalso la consapevolezza di quanto contasse mantenere immutato il distacco. In fondo è come se entrambe fossimo riuscite a ottenere il risultato pieno".
L'esperienza di Este ha insegnato alla squadra un'importante lezione sull'approccio alle partite: "Ogni episodio fa la differenza. Ancor di più adesso, in cui ogni singolo punto pesa più di mesi fa. L'altro giorno si percepiva una certa tensione iniziale e infatti eravamo più contratti del solito, sino a incassare la rete dello svantaggio. Ci aiuterà a essere più attenti, già da sabato".
Con il Chions all'orizzonte prima del big match contro il Treviso, Chiesa è categorico: "Di certo al Treviso nessuno sta pensando, nel modo più assoluto. Per me Este era un passaggio fondamentale, nell'ottica di mantenere inalterato il distacco. Lo stesso dovrà essere sabato contro il Chions, perché vogliamo presentarci bene all'appuntamento della settimana successiva".
Il difensore conclude elogiando l'approccio dello staff tecnico nella gestione di un gruppo che non ha molta esperienza in vittorie di campionato: "Il mister e l'intero staff sono bravissimi nel non crearci pressioni. Ci lasciano liberi di testa, la settimana trascorre veloce e in modo divertente. Se ti manca un po' di esperienza, troppa pressione rischia di schiacciarti".
Secondo Chiesa, la coesione del gruppo rappresenta il principale punto di forza della Dolomiti Bellunesi: "Il nostro punto di forza è l'unità del gruppo con il quale abbiamo sempre posto alle spalle ogni momento più complicato. Lo scorso anno giocavo a Riccione e nonostante la presenza di giocatori bravi, la poca coesione in spogliatoio ci ha condotti ai playout".
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