Angri, una cittadina che pulsa di passione, è una realtà che vive attraverso la sua squadra di calcio. Un legame che va oltre il semplice professionismo, un legame che si nutre di emozioni, sacrifici e un amore incondizionato per una maglia che, per molti, è più di una seconda pelle. Un esempio tangibile di questo è il percorso di un uomo, Vincenzo Criscuolo, che ha vissuto più ruoli all’interno della stessa squadra: calciatore, allenatore e direttore. Parliamo di un angrese doc, che ha sempre risposto presente alla chiamata della sua città. E ora, con la responsabilità della panchina, ha un solo obiettivo: la salvezza.
“Sono un Angrese e penso di essermi reso sempre disponibile per la squadra della mia città ogni qualvolta sono stato chiamato, ed in ruoli differenti. Oltre ad essere un lavoro, mi ritengo anche un tifoso e dunque mi sento responsabile due volte nel dare il massimo”. Con queste parole, l’attuale allenatore dell’Angri, dopo essere stato coordinatore, ha voluto ribadire - ai canali ufficiali del club - il legame profondo che lo unisce alla sua terra. La passione per il calcio e l’amore per la sua squadra sono sentimenti che vanno ben oltre il concetto di professionalità. Sono un impegno personale e morale, un abbraccio alla propria comunità.
Quando a settembre ha assunto il ruolo di coordinatore, l’Angri si trovava a vivere un cammino tortuoso, fatto di difficoltà e ostacoli. Ma nonostante il contesto, l’allenatore ha sempre visto una luce in fondo al tunnel: “Purtroppo nel calcio ci saranno sempre le difficoltà. Adesso però dobbiamo reagire in maniera netta tutti insieme. Ci aspetta un mini torneo di sei partite che dovranno portarci a disputare la settima per mantenere la categoria”. Questo è il momento cruciale, una lotta che l’Angri non può permettersi di perdere.
Con l’ingresso nell’incarico di allenatore, il gruppo si trova ora ad affrontare l’ennesima sfida: recuperare la forza mentale e la determinazione necessarie per l’assalto finale. I 540 minuti che restano della stagione regolare sono diventati il termometro di un’intera annata, e la corsa verso la salvezza non ammette errori. “Ho trovato un gruppo di ragazzi pronti a sacrificarsi oltre ad essere ragazzi seri. Mi auguro che i minuti non siano 540 bensì 630 per permettere all’US Angri di mantenere questa categoria. Anche i minuti di recupero saranno fondamentali, perché la nostra attenzione deve essere costante in ogni momento della gara se vogliamo mantenere questa categoria. Lo ripeterò sempre, al di là dell’aspetto tattico, l’atteggiamento è fondamentale e noi dobbiamo essere arrabbiati, cattivi e determinati”.
Con queste parole, l’allenatore ha sottolineato l’importanza dell’approccio mentale. La squadra è consapevole che solo con determinazione e voglia di combattere si possono superare le difficoltà. Il campo di gioco diventa così un palcoscenico dove ogni istante può fare la differenza.
Domenica al “Novi” arriva il Martina, terza forza del girone, una squadra giovane e vivace che ha messo in mostra un bel gioco durante l’intera stagione. Ma per l’Angri, la situazione è chiara: non c’è spazio per i timori. “Sappiamo che affrontiamo una squadra forte che gioca un gran calcio, ma nella nostra situazione attuale non possiamo fare differenza. Il nostro atteggiamento deve essere sempre lo stesso: quello di una squadra che deve fare punti a tutti i costi. Dobbiamo rispettare il Martina sicuramente, ma non possiamo temerlo e per fare questo c’è bisogno dell’atteggiamento giusto. Io credo nei nostri tifosi che ci hanno supportato fino ad oggi e che mi auguro continueranno a farlo in queste ultime partite, ma ovviamente anche noi dovremmo mettere in campo tutte le caratteristiche per continuare a meritarci il loro supporto”.
Il richiamo all’atteggiamento giusto è un invito a non arrendersi, a lottare fino all’ultimo secondo, a credere nel miracolo che ogni tifoso spera di vedere: la salvezza. L’allenatore, con il cuore e la testa, sa che la sua squadra può farcela, ma serve l’unione di tutti. Il campo diventa il terreno dove si gioca una partita che non riguarda solo i calciatori, ma tutta una città che spera di vedere ancora il suo nome brillare in categoria superiore.
L’Angri è più di una squadra, è una passione che nasce dalla gente, cresce con la gente e si nutre della speranza di una città che non si arrende mai. E ora, con la guida di un allenatore che ha visto crescere questa passione dalla sua panchina, l’Angri ha un’unica missione: non smettere di lottare. Fino all’ultimo minuto.
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