Sadek ed una carriera conclusa a 25 anni: la storia dell'ex Luparense e Sanremese

La traiettoria di una promettente carriera calcistica è stata bruscamente interrotta. Youssef Sadek, conosciuto nel mondo del calcio come Gigi, si vede costretto a lasciare il campo a soli 25 anni. Una serie di complicanze fisiche ha trasformato il suo percorso sportivo in un autentico calvario, culminato nella dolorosa decisione di appendere gli scarpini al chiodo. La notizia, diffusa da Sportitalia, illumina il dramma di un giovane talento e la sua straordinaria resilienza.

Nato nel 1999, Sadek ha dimostrato fin da giovanissimo un talento cristallino. La sua ascesa è iniziata precocemente, a soli 16 anni, quando è stato aggregato alla prima squadra del Mezzolara, in Serie D. Questa precoce esposizione ha attirato l'attenzione di club di categorie superiori, portandolo alla Virtus Entella proprio nell'estate in cui un altro talento, Nicolò Zaniolo, si trasferiva all'Inter, sebbene in un ruolo diverso. La sua avventura è proseguita con successo alla Sanremese, dove ha contribuito a un prestigioso secondo posto in Serie D, risultato che gli ha aperto le porte di un club di rilievo come il Foggia.

La sua carriera lo ha visto poi militare in diverse squadre di Serie D, tra cui Luparense, nuovamente Sanremese e Rieti, prima di approdare al Ghiviborgo. È proprio in questo periodo, nel 2021, che hanno iniziato a manifestarsi i primi seri problemi di salute, in concomitanza con complicanze sorte in seguito al vaccino per l'emergenza sanitaria legata al Covid. Un ricovero in terapia intensiva per una pericardite, un problema al cuore, lo ha colpito prima dell'inizio della stagione. Nonostante la gravità della situazione, Sadek non si è mai arreso, rientrando in campo già a dicembre e contribuendo in maniera decisiva alla salvezza della sua squadra.

Superato il problema cardiaco, la sua avventura calcistica lo ha portato al Trastevere. Qui, dopo poche partite, una nuova serie di complicanze fisiche e mediche ha rallentato il suo cammino. La sua tenacia, però, lo ha spinto a non mollare: affidandosi al dottor Fanton, è riuscito a tornare in campo dopo tre mesi di assenza. Un'altra caduta, un'altra dimostrazione di forza nel rialzarsi. La sua determinazione lo ha condotto al Corticella, con la squadra che versava in zona playout. Con il suo contributo, il Corticella non solo ha evitato la retrocessione, ma ha addirittura conquistato e vinto i playoff. Le stagioni successive lo hanno visto vestire le maglie di Imolese e Prato.

Il vero e proprio precipizio ha avuto inizio nell'aprile del 2024. Alla fine di quella stagione, nel luglio successivo, Sadek è stato nuovamente ricoverato, perdendo sette chili in pochi giorni, con inevitabili ripercussioni sulla sua condizione atletica. A dicembre è tornato al Corticella dopo sei mesi di inattività, spinto da una forza di volontà smisurata. Purtroppo, altre ricadute lo hanno costretto a gettare la spugna. La sua ultima apparizione sul campo risale al 22 dicembre 2024, nel pareggio per 1-1 contro il Sasso Marconi.

"Il calcio è la mia passione, il mio lavoro, il mio tutto", ha raccontato Gigi a Sportitalia. "Tutta la mia vita si è sempre basata su di esso. A pensare di interrompere tutto a 25 anni mi piange l’anima. Oltretutto per problemi fisici, dato che fisicamente sono sempre stato un treno." Un addio che lascia un vuoto incolmabile per chi ha vissuto per il rettangolo verde.

Tuttavia, la storia di Gigi Sadek non si conclude con un ritiro. La sua promessa è chiara: "Tutto questo lo prendo come un segnale che mi ha dato la vita, ma che mi farò valere in altre vesti, sempre nel calcio." La forza di un leone lo accompagnerà in qualsiasi sua prossima sfida, sempre legata al suo amore incondizionato per il calcio. "In prima persona voglio essere l'esempio vivente del fatto che i ragazzi devono sfruttare tutte le occasioni che hanno davanti, proprio perché domani non si sa cosa possa succedere! E lo trasmetterò in ogni modo," ha aggiunto, con la determinazione di chi, pur non potendo più scendere in campo, intende continuare a lasciare il segno. La sua storia è un monito e, al contempo, un'ispirazione per tutti coloro che affrontano le difficoltà della vita.