Pro Sesto, Baglieri: "Tante incognite e diversi problemi se si torna in campo"

Pro Sesto, Baglieri: "Tante incognite e diversi problemi se si torna in campo"

E’ un momento difficile per parlare di calcio giocato, considerando la grave preoccupazione per l’emergenza sanitaria che sta travolgendo il nostro paese. Da un certo punto di vista però oggi più che mai può essere significativo parlare di “vita”, rivolgendo un pensiero a quella normalità alla quale tutti speriamo di tornare il più presto possibile.

Per scoprire come la prima squadra biancoceleste sta vivendo questo sofferto momento, abbiamo intervistato Carmine Baglieri, che per il terzo anno ricopre il ruolo di preparatore atletico della Pro Sesto. In passato “il prof” ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’area fisica del settore giovanile a Como, oltre ad aver lavorato con Salernitana, Torres, Manferdonia, Foggia e Juve Stabia; in carriera vanta anche due esperienze all’estero,  precisamente in Svizzera a Locarno (serie B elvetica) e con il Ventspils (serie A lettone).

Carmine, torniamo indietro di un mese: la squadra ha disputato l’ultimo match il 16 febbraio, poi c’è stato il rinvio di Levico, infine due rinvii consecutivi e poi l’attuale sospensione: quale lavoro avete potuto fare con i ragazzi?

“Fino alla sospensione definitiva delle attività, ormai risalente a due settimane fa, abbiamo svolto allenamenti collettivi e di gruppo prendendo tutte le precauzioni del caso. Ora abbiamo impostato un lavoro specifico con i ragazzi che viene programmato settimanalmente. Nell’incertezza della situazione abbiamo scelto di lavorare con la settimana come orizzonte temporale: l’obiettivo è quello di impegnarsi a casa e mantenere una condizione e dei valori fisici adeguati ad un’eventuale ripresa dell’attività”

Nella tua carriera ti è mai capitato di affrontare uno stop simile?

No, si tratta di una novità assoluta: mi sono confrontato anche con altri colleghi, ma mai a nessuno era capitato di affrontare una pausa così lunga durante la stagione sportiva. Le incognite sono davvero tante: se si dovesse riprendere a giocare occorrerà valutare attentamente anche i problemi: ad esempio ad uno stop così lungo potrebbe far seguito un calendario molto fitto, con relativo rischio di incorrere in infortuni . Sarà quindi importante avere tutta la rosa a disposizione. Comunque evolverà la situazione, avremo bisogno di almeno 2 settimane di lavoro insieme prima di riprendere il campionato, per allineare la condizione”

Come si possono supportare i ragazzi in questa fase?

Il contatto con i ragazzi è continuo e positivo. Ripeto sempre a loro di lavorare con costanza, seguendo comportamenti adeguati soprattutto in campi come l’alimentazione, che in questo contesto diventa veramente fondamentale. Mangiare in modo equilibrato, in un momento in cui il consumo calorico è minore, è decisivo. Su tutti questi aspetti sono però molto tranquillo: il gruppo è serio, disponibile e motivato, so di lavorare con ragazzi responsabili.

Quanto si fa sentire la mancanza del gruppo, dello spogliatoio?

“L’aspetto psicologico è delicato, esattamente come quello fisico. E’ innegabile che manchino la relazione ed il senso di gruppo, ma su questo possiamo incidere poco. Per ora concentriamoci su noi stessi: ognuno deve fare la propria parte, così potremo uscire da questa situazione”