E' trascorso ormai un mese dalla separazione burrascosa con l'Afragolese. Settimane di riflessioni, di tanti interrogativi tracimati senza un perché. Succede quando un rapporto è stato particolarmente intenso e appassionante, da capitano di un gruppo che ha vinto tanto anche grazie alla sua leadership. Ma per Flavio Marzullo è arrivato ora il momento di voltare pagina, di tradurre questa fase di ricerca spirituale nella voglia di ripartire, riscattarsi e mettersi alle spalle delusioni e incomprensioni. Una reazione da uomo vero, per nulla scontata, certamente romantica per quanto favorita dalla solidarietà travolgente che gli hanno riservato tanti ex compagni di squadra e addetti ai lavori. "Se c'è una cosa che mi ha reso felice sono gli attestati di stima che ho ricevuto da parte di tantissime persone del mondo del calcio, a vario titolo - confida il "Mago" ai nostri microfoni -. Mi hanno chiamato calciatori, allenatori, presidenti, tifosi. Un'ondata di affetto incredibile. Non è stato facile rimanere in silenzio, ma questa vicinanza così massiccia mi ha dato la forza per rialzarmi. Evidentemente qualcosa l'ho seminato da un punto di vista umano...".
Non avevamo dubbi. Ma cosa è accaduto di preciso?
"Io mi limito solo a fare una osservazione: oggi la gestione di un allenatore non può limitarsi alle questioni di campo, ma deve essere totale e curare anche i rapporti e gli equilibri di uno spogliatoio. Bisogna sapersi meritare una fiducia reciproca e avere coraggio nel fare certe scelte. Solo così si costruisce un feeling duraturo coi calciatori e si acquisisce credibilità. E' necessario avere rispetto verso le persone che ti circondano, altrimenti un gruppo non crescerà mai. E anche l'aspetto umano di un atleta va valutato".
Ora però sei pronto per rimetterti in marcia, a quanto si capisce.
"In realtà, da quando c'è stata la separazione con l'Afragolese non mi sono mai fermato. Ho continuato ad allenarmi duramente, con gli stimoli di sempre. Ho cominciato da solo e da due settimane mi sono aggregato ad una squadra che approfitto per ringraziare per avermi voluto ospitare. Voglio farmi trovare pronto quando avverrà il mio rientro. Quello che è accaduto mi ha dato solo una forza ulteriore per riprendere il cammino e ricominciare da dove ero lasciato. Mi ha riacceso un fuoco dentro e una voglia smisurata di poter dimostrare ancora tanto, di esserci. All'inizio il colpo l'ho avvertito: lasciare l'Afragolese è stata dura soprattutto perché conseguenza di eventi improvvisi, che non mi sarei mai immaginato e che ho percepito come una pugnalata. Anzi, l'origine di questi accadimenti è stata talmente banale che ero convinto che prima o poi ci sarebbe stata una ricomposizione. Ciò non è avvenuto. Per l'Afragolese non avevo accettato altre proposte in D, da capitano ero orgoglioso di essere rimasto".
Le offerte, in verità, non ti sono mancate neanche dopo. Pensiamo solo a Maddalonese e Frattese in Eccellenza.
"Però non volevo gettarmi subito in un'altra avventura. Ho preferito prendermi una pausa di riflessione per non sbagliare scelta e avere poi rimorsi. Di approcci ne ho avuti diversi e non nascondo che un progetto serio anche in Eccellenza riuscirebbe a convincermi. L'importante è che ci sia una convergenza di ambizioni e mentalità vincente. Perché io ho ancora voglia di essere protagonista, di mettere la mia esperienza e le mie caratteristiche al servizio di una squadra".
Ai tifosi dell'Afragolese cosa altro vuoi dire?
"A loro ho dato reale dimostrazione del mio attaccamento alla maglia. Proprio per l'affetto che ancora oggi nutro per questa piazza, ho sperato a lungo che ogni incomprensione si potesse risolvere. La mia attesa è stata dovuta anche a questo. Abbiamo vissuto anche momenti difficili, ma ho sempre messo i miei compagni davanti a tutto, esponendomi in prima persona. Sono fiero oggi di poter dire di aver assolto al mio compito di capitano. Avevo il dovere di dare qualcosa in più e l'ho fatto".
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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