Giovanni Ferraro (foto) è uno dei tanti allenatori che sta aspettando la fatidica chiamata. Nonostante le ultime ottime cinque annate, sia in termini di risultati che di gioco - fra Casertana l’anno scorso, Pomigliano prima e la splendida scalata nella sua città natale dall’Eccellenza alla D -, nessun accordo prima del ritiro per il mister 43enne nativo di Vico Equense.
In esclusiva per il nostro sito www.notiziariocalcio.com, abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con l’allenatore campano, sempre disponibile e cordiale nell’affrontare una serie di temi. Una lunga carriera da calciatore quella di Ferraro, durata ventuno anni a dimostrazione della sua professionalità e lungimiranza. Iniziata nel 1987 a Castellamare con la Juve Stabia in C2, poi Scafatese, Arzanese, Casal Bonito e Albanova prima in D e poi in C2. L’approdo ad Avellino in B, due anni a Siena in C1, Turris e Sant’Anastasia per due anni in C2, Sangiuseppese e Ferentino in D – con una breve esperienza da calciatore/allenatore -, poi Sorrento con la scalata dalla D alla C1 come capitano e la chiusura a Vico Equense. Per un totale di 511 partite, divise fra le 17 presenze in B, 182 in C con 9 gol, 278 in D con 21 gol e la chiusura a casa col Vico in Eccellenza. Senza contare Coppa Italia, playoffs e spareggi.
Da allenatore sei campionati, contando l’esperienza a Ferentino come allenatore-giocatore (28 partite), poi i tre anni a Vico Equense (100 partite solo in campionato) con la fantastica scalata dall’Eccellenza alla C2 e 51 match fra Pomigliano e Casertana.
“Quest’anno – inizia Ferraro – avrei preferito partire dall’inizio, ma come si dice, non c’è due senza tre. Mi toccherà subentrare in corsa anche questa volta, almeno spero”.
Come mai, tante richieste ed offerte e nessun accordo. Il nome di Ferraro è stato accostato prima ad Ischia, poi da ex sia all’Arzanese in Lega Pro Seconda Divisione, che addirittura a Sorrento in Prima Divisione, per finire con la nuova Casertana ed il Pomigliano. Senza parlare di Vico Equense, dove andato via De Simone, si è cercato di convincere Ferraro fino alla fine.
“Si è vero – continua il mister campano – tante chiacchiere, ma nessuna firma sul fatidico contratto. Ci sono stati una serie di incontri, ma sia per un motivo che per un altro, non se n'è mai fatto nulla. Nessuna ragione particolare, sarebbero da analizzare le singole situazioni. Ma ormai è passato, pensiamo al futuro”.
Come spiega che tanti colleghi che hanno fatto bene, non sono stati riconfermati.
“In effetti è difficile darsi una spiegazione sul perché chi fa bene l’anno prima resta senza squadra ed invece più di un collega, o con poca esperienza, o con risultati negativi trova facile sistemazione. Non voglio parlare di me, ma ci sono colleghi che hanno vinto il campionato e non sono stati confermati, come a Salerno e Martinafranca. Difficile poterlo spiegare, ma ormai il calco non è solo quello giocato, contano rapporti, relazioni, conoscenze e capacità di saper vendere il proprio prodotto. In Campania tanti colleghi si stanno facendo giustamente sentire, ma è un problema generale del calcio italiano”.
Cosa cerca Ferraro come allenatore.
“Il campo, la possibilità di poter lavorare sul rettangolo verde. Mi verrebbe da dire, datemi una panchina e vi faccio vedere io. A parte le battute - e non è il solito luogo comune – mi piacerebbe poter essere compartecipe di un progetto, come successo a Vico Equense. Una concreta programmazione, la ricerca della qualità e non solo un discorso economico”.
Situazione difficile da trovare.
“Lo so e forse proprio per questo sono ancora a casa. Spesso, specie in Campania o al Sud, mercati e campionati che conosco meglio, si tende a partire improvvisando, provando a raddrizzare le cose strada facendo. Quasi come se si iniziasse un viaggio senza conoscere la destinazione finale ”.
Con quale modulo gioca?
“Mi adatto facilmente al materiale messo a disposizione. Mi piace il 4-3-3 ed il 4-3-1-2, ma soprattutto con le regole sugli under mi piacerebbe costruire insieme alla società e alla dirigenza la struttura della squadra”.
Anche se i risultati migliori sono arrivati con il famoso 3-5-2 di Vico.
“Si è vero, ma anche in quel caso con il presidente Aniello Savarese abbiamo fatto di necessità, virtù. E comunque giocavo con una mezza punta, Trapani, dietro le punte”.
L’allenatore che ti dato di più?
“Corrado Orrico fra Siena ed Avellino è forse quello che mi ha trasmesso il concetto di professionalità ed organizzazione del lavoro. Ma ho imparato da tutti, cercando sempre di prendere qualcosa dai tanti bravi allenatori che ho avuto la fortuna di avere”.
A quale invece ti ispiri?
“Walter Mazzarri mi sembra attualmente l’allenatore che sta raccogliendo i frutti di una corretta e lungimirante programmazione con la sua società”.
Il futuro prossimo?
“Prossimo week-end a vedere partite squadre e giocatori. Questo sabato e domenica. Poi speriamo da lunedì di ricevere qualche telefonata”.
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