Il presidente della Reggiana, Carmelo Salerno, ha delineato una visione chiara e incisiva per il futuro del club durante la presentazione del nuovo direttore sportivo, Domenico Fracchiolla. L'intervento di Salerno ha offerto uno spaccato profondo sulla filosofia che guiderà la società, ponendo l'accento sulla necessità di costruire un progetto tecnico solido e duraturo, lontano dalle ansie e dagli affanni delle stagioni passate. Un segnale di discontinuità strategica nei metodi, pur mantenendo salda la visione di una crescita costante e sostenibile.
Salerno non ha nascosto la sua delusione per la stagione appena conclusa, nonostante la salvezza conquistata. «L'anno scorso, a fine stagione, siete rimasti forse un po' stupiti, ma io dissi che per me era stato un campionato non positivo, deludente. Perché ho detto deludente? Abbiamo raggiunto 44 punti, ma in modo anomalo». Il presidente ha sottolineato come la squadra abbia accumulato 32 punti entro il 25 aprile, per poi realizzarne ben 12 nelle ultime quattro gare, un vero e proprio “miracolo sportivo” che ha permesso di evitare la retrocessione. «Vuol dire che il campionato è stato deludente, parlo a nome mio».
L'obiettivo primario per la prossima stagione è scongiurare una simile situazione di emergenza. «Dobbiamo fare 46 punti in un anno. Ma 46 punti spalmati in un anno hanno un significato. Se al 25 aprile ne hai 32, vuol dire che hai sbagliato qualcosa». Salerno ha ribadito con fermezza che il club non può permettersi di dipendere ogni anno da eventi straordinari: «Non possiamo aggrapparci ogni anno a un “miracolo” di un calciatore o di un allenatore. L’anno scorso è stato il “miracolo” delle quattro partite. L’anno prima il “miracolo” di un calciatore che ha fatto una mezza rovesciata e ha mandato la palla all’incrocio dei pali». Con una punta di ironia, Salerno ha riportato le parole del giocatore stesso: «Se ci riprovo 100 volte va in curva…».
La salvezza rimane l'obiettivo, ma con una prospettiva differente. «Una salvezza diversa. Il nostro budget non è basso, mettiamo a disposizione strutture, abbiamo un mister bravo. Non possiamo soffrire come l'anno scorso. Se soffriamo così, vuol dire che gli obiettivi non sono stati raggiunti». L'intento è chiaro: trasformare la Reggiana in una squadra capace di raggiungere la permanenza in Serie B con maggiore serenità e una performance più equilibrata nell'arco dell'intera stagione.
La decisione di nominare Domenico Fracchiolla come nuovo direttore sportivo non è stata affatto semplice, come ha spiegato Salerno. «Non è stato facile cambiare ds dopo una salvezza, ringrazio Pizzimenti per l'obiettivo raggiunto. Ma sentivo la responsabilità di fare la scelta giusta». Il presidente ha rivelato di aver incontrato numerosi candidati, molti dei quali con esperienza in Serie A. «Tutti mi hanno suggerito un nome, tranne Dionigi e il suo procuratore Branchini: li devo ringraziare per la fiducia, oltre a ringraziare eternamente il mister per avere salvato la squadra».
La scelta di Fracchiolla si è rivelata indipendente da qualsiasi suggerimento esterno. «Il nome di Fracchiolla non me l'ha suggerito nessuno. Ma io lo seguivo da più di tre anni, lo conoscevo e l'ho incontrato due volte a Modena nel mio studio. Volevo approfondire la sua idea, non solo di calcio, ma di gestione della società». Questa attenta valutazione ha portato alla convinzione che Fracchiolla fosse la figura ideale per la Reggiana. «Ho avuto la conferma che fosse quello più adatto alla Reggiana. Non faccio scelte improvvise, di pancia. Sbagliare un dirigente è più grave che sbagliare un calciatore».
Salerno ha delineato l'identikit del direttore sportivo che la Reggiana necessita: «Alla Reggiana non serve il direttore sportivo più bravo d’Italia, ma quello più adatto alla nostra realtà. Cercavo un direttore sportivo giovane, ambizioso e preparato non solo sportivamente ma anche culturalmente. Un ds in grado di condividere al 100% le idee dell'allenatore, proveniente dal basso dopo un percorso di crescita e in grado di valorizzare i giocatori giovani». Il presidente ha voluto enfatizzare la sua autonomia decisionale: «Io scelgo con la mia testa. Ho capito dopo che molti si sono stupiti, pensavano fossi influenzabile. Invece ho fatto la mia scelta, per il bene della Reggiana. Questo dovrebbe essere motivo d’orgoglio per tutti: tifosi, città, giornalisti». L'auspicio è di costruire un percorso di lungo termine: «Mi auguro di poter portare avanti con Dionigi e Fracchiolla un percorso di almeno tre anni per far crescere la società, visto che abbiamo grandi potenzialità».
Con l'arrivo di Fracchiolla, si delinea anche una riorganizzazione interna. Il nuovo direttore sportivo ha portato con sé Gennaro Scognamiglio come direttore tecnico, ma un ruolo chiave sarà ricoperto anche da Michele Malpeli, figura storica del club granata. «Farà sia il team manager che l'aiuto direttore sportivo, diciamo il suo collaboratore. In futuro potrebbe fare lo stesso percorso di Fracchiolla. Cercheremo di valorizzare la sua figura».
Sul fronte del mercato, la Reggiana adotterà una filosofia rinnovata. «Il budget è uguale a quello dell’anno scorso, con una raccomandazione. I primi cinque giocatori che annunceremo saranno cinque giocatori di proprietà, di cui quattro nati dopo il 2004». La nuova strategia prevede una riduzione della rosa: «Cambieremo filosofia: non vogliamo 29 giocatori, ma 25. E con questo organico si dovrebbe anche spendere meno».
La valorizzazione dei giovani è un punto fermo, ma senza imposizioni rigide al tecnico per il loro impiego. «L’anno scorso abbiamo fatto diversi minuti in più dei 9000 richiesti. I giovani, negli ultimi due anni, sono stati i più bravi. Non obblighiamo nessuno. Prima del minutaggio viene la salvezza».
Infine, un messaggio chiaro e rassicurante in merito alle cessioni: «Nessuno è in lista di partenza. Quest'estate non venderemo nessuno. Abbiamo l’attacco più forte del campionato con Girma, Portanova e Gondo e ce li teniamo stretti. Nessuno dei tre è in vendita». Salerno ha difeso con vigore i suoi attaccanti: «Gondo? Mi hanno insultato per averlo difeso in TV… Ora tutti hanno scoperto il vero Gondo. Girma ha segnato cinque gol in pochi giorni. Portanova ha segnato più di dieci volte». E sulle ipotetiche offerte irrinunciabili, la risposta è stata tagliente: «Tranquilli, a noi non arrivano…».
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