Tifosi preoccupati e contagi in aumento, ma in Bielorussia si continua a giocare

08.04.2020 19:15 di  Stefano Sica   vedi letture
Fonte: www.footballweb.it
Tifosi preoccupati e contagi in aumento, ma in Bielorussia si continua a giocare

Energetik-BDU in testa alla classifica dopo la terza giornata della Vysshaya Liga, massimo campionato della Bielorussia. Sconfitto 2-0 il FC Minsk al RCOP-BGU Stadium” (entrambi si trovavano a 6 punti), i biancoblù del 57enne tecnico Vladimir Belyavskiy sono ora da soli a punteggio pieno e sabato prossimo andranno a far visita allo Zhodino (a 6 punti), battuto nell’ultimo turno dalla Dinamo Minsk (2-0). Per l’Energetik sono andati in rete Nosko nel primo tempo, con una staffilata da distanza ravvicinata susseguente ad una corta respinta della difesa, e in pieno recupero Jasur Jakhshibaev con un preciso diagonale dopo una ripartenza bruciante. Proprio il centrocampista uzbeko classe ’97 guida la classifica cannonieri con tre reti all’attivo (nella prima sfida stagionale aveva rifilato una doppietta al Bate Borisov, steso poi 3-1). FC Minsk che nella ripresa ha aumentato la propria pressione fallendo con Ostroukh il gol del pari a pochi passi da Sadovsky (palla di un soffio a lato).

Rinascono, quindi, la Dinamo Minsk e il blasonato Bate Borisov, che hanno spezzato l’astenia da punti conquistando la prima vittoria in campionato. La Dinamo, appunto, con lo Zhodino, la squadra di Kirill Alshevsky, invece, col Rukh Brest grazie all’inzuccata vincente di Dragun sugli sviluppi di un corner in apertura di match. Sconfitta casalinga, infine, per i Campioni uscenti della Dinamo Brest, fermati dallo Slavia Mozyr 2-1 e adesso a quota 4 in classifica. Da segnalare nel prossimo turno FC Minsk-Bate Borisov, con i gialloblù che proveranno ad avvicinarsi alle posizioni di testa.

Come noto, nonostante l’emergenza mondiale relativa al Covid-19, i campionati di calcio in Bielorussia continuano ad andare avanti come in Angola, Burundi, Giordania, Tagikistan e Nicaragua. Anche in Paesi europei che, rispetto all’Italia, hanno avuto un approccio più tardivo ed elaborato nelle misure di contrasto al Coronavirus, tutte le manifestazioni sportive sono state sospese. Per il presidente Alexander Lukashenko non c’è motivo per preoccuparsi e magari optare per un lockdown diffuso, a maggior ragione nel calcio. “Bevete vodka e fate spesso la sauna, il calore del corpo terrà lontano il virus”, questo il suo diktat rimbalzato su tutti i media mondiali. Un metodo “terapeutico” tanto suggestivo quando evidentemente privo di ogni minimo fondamento scientifico e di buon senso. Del resto anche tra tifosi e appassionati serpeggiano perplessità e timori ben fondati. Gli ultras del Neman Hrodna (massima serie) hanno fatto sapere tramite un comunicato di non voler più presenziare alle gare della loro squadra del cuore, invitando tutti i tifosi bielorussi a fare opera di diserzione “per preservare la salute generale”. E anche nell’ultimo turno i vuoti sulle gradinate hanno scolpito una disaffezione che si fa col passare dei giorni sempre più marcata. Sabato scorso al Borisov Arena, ad esempio, erano presenti appena 500 spettatori su una capienza di 13mila. Molti di questi, muniti di mascherina, mantenevano un evidente distanziamento fisico. Anche un membro dello staff del Bate presente in panchina, ha preferito non rinunciare alla mascherina. A Vitebsk il quadro è assai critico con decine di medici ed infermieri contagiati, e tutti gli ospedali locali convertiti a centri Covid-19. Un contesto quasi di guerra e molto simile, nella sua fase germinale, a quello sviluppatosi in Lombardia. La stessa squadra di calcio, partecipante alla massima serie, ha disputato l’ultima sfida con lo Smolevichi a Borisov. La città, con una decina di decessi, sta pagando in sostanza un prezzo salato rispetto al numero totale di 800 contagiati registrati attualmente in Bielorussia. Insomma, le bizzarre teorie di Lukashenko non sembrano aver raccolto particolare unanimità nel Paese, trovando peraltro il presidente russo Vladimir Putin tra i suoi più fieri avversari. La gente ha paura e dal 19 marzo – data di inizio della Vysshaya Liga – c’è ormai una emorragia crescente di spettatori attivi sugli spalti, convinti più dal monito pubblico di 25 autorevoli medici bielorussi, circa la pericolosità del Covid-19, che dalla propaganda di regime. Una parabola discendente difficile da arrestare. Il calcio ormai non tira più, se non qualche circuito televisivo che ha fiutato l’affare stringendo accordi con la Federcalcio bielorussa per le vendita dei diritti all’estero. Ma anche questo potrebbe essere un benefit a breve scadenza. Come uno yogurt.