La Vogherese anche quest'anno ha centrato l'obiettivo consolidando quella che ormai è la sua presenza in serie D, la prossima stagione sarà infatti la terza dei rossoneri nel massimo campionato dilettantistico nazionale. Per fare un consuntivo di quella che è stata l'annata sportiva abbiamo contatto il direttore sportivo Rino D'Agnelli.
Direttore, facciamo un bilancio finale della stagione. Che annata sportiva è stata?
«È stata un'annata difficile, travagliata da tantissime variabili negative partendo dall'infortunio in ritiro del giovane Gabriele Trevisiol che è un'attaccante esterno e arrivava da una operazione alla caviglia. Purtroppo dopo le prime uscite si è infortunato e si è dovuto rioperare. In seguito poi, durante la stagione, abbiamo avuto fuori per quattro mesi Alessandro Guarnone, il nostro portiere titolare che secondo me è uno dei più forti del girone. Poi, abbiamo avuto problematiche strutturali, dovendo spostarci a Milano per gli allenamenti, cambiando anche lì due campi. A questo si è aggiunta la squalifica del nostro giovane allenatore (Cavaliere, ndr) che per quattro mesi non è potuto andare in panchina. Tantissime difficoltà hanno fatto sì alla fine siamo arrivati a giocarci la salvezza all'ultima partita».
Potevate davvero fare di più?
«Direi di più, basti pensare che abbiamo battuto o giocato alla pari contro tutte le squadre di vertice. Abbiamo superato la capolista Bra sia all'andata che al ritorno, fatto bene contro la Novaromentin, battuto il Vado... Ho troppa esperienza per non sapere che poi le variabili possono toglierti punti. Altre squadre, anche di altri gironi, che hanno avuto meno problematiche delle nostre sono retrocesse».
Il tutto con un budget che si vocifera tra i più bassi della categoria...
«Il nostro budget è contenuto, sicuramente tante piazze hanno speso di più».
Due stagioni a Voghera, due imprese sportive. Qual è il bilancio personale?
«Bilancio positivo. Mantenere la categoria con tutte le difficoltà avute, non può essere che un consuntivo finale positivo. Diciamo che in questi due anni abbiamo consolidato la nostro posizione in categoria. Ora serve alzare l'asticella, a partire da me, dalla società, dalla piazza fino all'amministrazione comunale. Dopo due anni in cui si è salvata merita qualcosa in più».
Il presidente Cavaliere ha dichiarato che potrebbe lasciare a fine stagione avendo due offerte importanti sul tavolo. È vero?
«Voglio fare una precisazione anche in merito a quanto ho letto ultimamente. Si è parlato di me via da Voghera e di qualche nome già in pole per sostituirmi. Il presidente, con il quale ho un ottimo rapporto peraltro, ha solo detto che ho ricevuto delle offerte e per questo potrei decidere di sposare un nuovo progetto. Detto questo, la società è contenta del mio lavoro ed io sono felice di stare a Voghera che è una grande piazza. Posso dirvi che due richieste pervenutemi le ho già gentilmente declinate, ne ho ancora due di cui una al Nord è una importante al sud che sto valutando. Di queste offerte ho informato il presidente che, quindi, è al corrente di tutto e sa che se a parità di prospettive, o leggermente superiori, io rimango comunque a Voghera, piazza, ripeto, importante e dove mi sono trovato bene. Se tutti insieme alziamo l'asticella io non ho dubbi, se a prevalere sono invece gli equilibri allora è un altro discorso. Per il rapporto che ho col presidente sarebbe però il primo a saperlo».
Vi siete ritrovati vostro malgrado coinvolti nella vicenda Albenga...
«Altra variabile negativa che non era possibile prevedere ad inizio stagione. Noi delle squadre coinvolte nella lotta salvezza siamo l'unica che aveva battuto l'Albenga e ci hanno così tolto anche tre punti. Quando si vivono queste situazioni ovvio che poi il rischio concreto è quello di falsare il campionato. Noi abbiamo rischiato di trovarci nei play-out proprio a causa dei punti guadagnati sul campo contro l'Albenga e poi tolti dopo il ritiro della squadra bianconera».
Come se ne esce da queste situazioni che non sono circoscritte alla D come ci ricordano i casi Turris e Taranto in Lega Pro?
«Sono anni che faccio questo e purtroppo questa problematica si va incrementando. La Lega in C ha sta cercando di mettere un freno aumentando anche l'iscrizione al campionato. Io sono d'accordo anche se mi sembra che raddoppiare la tassa di iscrizione mi pare troppo. In D stanno pensando di eliminare un girone. Francamente ciò che mi sento di dire è che non tutti devono fare per forza calcio. Chi non ha la possibilità di fare calcio non deve farlo oppure farlo in categorie inferiori dove i costi sono molto più bassi che in C o in D. Ridurre le squadre, reintrodurre quella famosa black-list, che è stata prima introdotta e poi è sparita, dove inserire quei personaggi che si macchiano di comportamenti non consoni a chi vuole fare calcio. E tenere queste persone nella black-list per due, tre anni, fino a quando non dimostrano di comportarsi bene. Altra soluzione potrebbe essere l'introduzione, legata magari ad una serie di parametri, di un tetto ingaggi».
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