Un fulmine a ciel sereno si abbatte sul panorama del calcio dilettantistico siciliano. A poche ore dalla cruciale sfida playout per la permanenza in Serie D, l'Acireale ha comunicato l'inaspettato esonero di mister Mauro Chianese. Una decisione che ha generato incredulità e sconcerto tra addetti ai lavori e tifosi, considerando il significativo lavoro svolto dal tecnico campano.
Arrivato in una situazione ambientale e di classifica estremamente delicata, con la squadra relegata all'ultimo posto con soli otto punti, Chianese ha saputo imprimere una svolta tangibile, conquistando una media di 1.39 punti a partita nelle 18 gare sotto la sua guida e conducendo la squadra a giocarsi la salvezza davanti al proprio pubblico con due risultati su tre a disposizione.
Il mister, attraverso i propri canali social, ha affidato il suo primo commento a caldo:
"Quando ho accettato questa sfida, ero pienamente consapevole di addentrarmi in un contesto arduo, con una squadra fanalino di coda e un ambiente tutt'altro che sereno. Molti giocatori manifestavano la volontà di partire, e parallelamente si riscontrava una notevole difficoltà nell'attrarre nuovi elementi. Ciononostante, non ho esitato. Ho abbracciato questa responsabilità con la massima serietà, lavorando incessantemente con le risorse a mia disposizione, giorno dopo giorno, senza mai cedere allo sconforto.
Malgrado le avversità incontrate, sin dal primo giorno ho profuso impegno, professionalità e coerenza, cercando di infondere nella squadra quei valori in cui credo profondamente: rispetto, serietà e dignità, anteponendoli a qualsiasi altra considerazione. Abbiamo affrontato momenti di notevole complessità, ma con l'impegno di tutti siamo riusciti a risalire la china della classifica, guadagnandoci sul campo l'opportunità di disputare i playout per la salvezza tra le mura amiche, potendo contare su due risultati utili su tre.
Desidero esprimere un ringraziamento particolarmente sentito al Presidente Giovanni Di Mauro, una persona di grande spessore umano, animata da principi sani e da un equilibrio non comune. Il suo sostegno e la sua passione si sono rivelati fondamentali in ogni fase del nostro percorso, e resteranno per me un punto di riferimento prezioso.
Un ringraziamento sincero va anche a tutti i collaboratori e ai membri dello staff tecnico che hanno condiviso con me questo cammino con dedizione, serietà e, soprattutto, con una passione contagiosa. Un pensiero speciale lo rivolgo anche alla tifoseria: una componente essenziale di questa piazza (anche se il loro sostegno è giunto in un secondo momento) e auspico vivamente che possa tornare presto a supportare con entusiasmo la propria squadra. Ho vissuto mesi intensi, a tratti difficili, ma umanamente straordinariamente ricchi. Conserverò sempre nel mio cuore le persone incontrate, i luoghi che ho vissuto e la vista del mare che ogni mattina mi infondeva nuova forza.
Lascio Acireale portando con me un bagaglio umano e professionale di grande valore. Auguro al club, alla città e ai suoi tifosi i migliori successi futuri. La dignità non è merce di scambio, non si compra, non si vende e non si piega: si conquista con i fatti concreti e si difende con il coraggio."
Successivamente, la redazione di Notiziariocalcio.com ha contattato telefonicamente il tecnico campano per approfondire le motivazioni e le sensazioni di questo improvviso epilogo:
«Al mio arrivo – ha esordito mister Chianese – la situazione era critica: la squadra occupava l'ultima posizione in classifica con soli otto punti all'attivo e ben 29 gol subiti. La società mi aveva addirittura proposto un premio playout, ma io ho rifiutato, perché credevo nel mio lavoro e volevo salvarmi senza passare per i playout. Durante tutto il percorso ho avuto sempre pressioni da parte di chi operava vicino al presidente, cosa che, invece, il presidente stesso non si è mai permesso di fare. Pressioni esplicite per far giocare alcuni calciatori, ma io faccio giocare chi merita, ho sempre agito così e farò sempre così. Il clima circostante era surreale, con una tifoseria in aperta contestazione. Emblematico fu l'esordio casalingo contro il Pompei, dove, mentre mi dirigevo verso la panchina, contai appena 33 persone in tribuna. Nonostante tutto, riuscimmo a vincere 3-0, inanellando poi altri 4 punti nelle successive due partite.
Durante la finestra di mercato di dicembre, purtroppo, non si sono concretizzate le operazioni che ritenevo necessarie per rinforzare la squadra. Avevo indicato ai due direttori 3-4 calciatori che conoscevo personalmente e che avevano familiarità con la categoria, ma le trattative non si sono concretizzate, ad eccezione dell'arrivo di Davide Paglia nel mese di gennaio.
Nonostante queste difficoltà, siamo riusciti a conquistare la possibilità di giocarci la salvezza davanti al nostro pubblico, dove abbiamo subito sconfitte solamente contro Scafatese e Reggina. È importante ricordare che in casa abbiamo ottenuto anche una prestigiosa vittoria contro il Siracusa. Proprio dopo quel successo, la tifoseria ha iniziato a far sentire il proprio sostegno, dopo che per un lungo periodo avevamo dovuto affrontare le partite in un clima di quasi totale isolamento. Nelle ultime settimane, eravamo addirittura riusciti a uscire dalla zona playout e, dopo il pari contro la Sancataldese, mi ero dimesso con la squadra fuori anche dai playout, poiché c'era stata una contestazione a mio avviso assurda, che toglieva serenità; la società, però, le ha respinte. Personalmente, da professionista serio, ho sempre affrontato ogni partita con il massimo impegno, fino all'ultimo secondo, mentre riguardo ad altre situazioni mi restano alcuni sospetti.»
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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