In un clima di crescente tensione nel panorama calcistico dorico, i tre principali esponenti dell'area tecnica dell'Ancona hanno lanciato un ultimatum chiaro alla proprietà del club. Durante una conferenza stampa di circa 45 minuti, Vincenzo Guerini, Massimo Gadda e Francesco Ancarani hanno esposto con franchezza le loro condizioni per continuare il progetto sportivo: piena autonomia gestionale o separazione immediata.
La richiesta è netta: autonomia completa o fine della collaborazione
"La nostra richiesta è semplice: fare altrettanto qui," ha esordito Guerini, facendo riferimento alla struttura organizzativa presente nella maggior parte dei club calcistici italiani. La proposta avanzata dal responsabile dell'area tecnica prevede una riorganizzazione completa: Guerini presidente con funzione di garante, Ancarani direttore generale e Gadda confermato alla guida tecnica della squadra.
Un modello che implica "piena autonomia sia tecnica che finanziaria", con una definizione precisa dei ruoli dove ciascuno avrebbe "i suoi compiti, le sue incombenze e le sue responsabilità da onorare". Un aspetto su cui Guerini ha insistito particolarmente è l'impegno a tempo pieno richiesto: "Nel calcio non ci sono orari, o cartellini da smarcare, o impegni lavorativi da conciliare con l'attività da svolgere per il club".
L'alternativa, secondo l'esperto dirigente, sarebbe catastrofica: "Partire la prossima stagione nelle stesse condizioni di quest'anno sarebbe un disastro". Il messaggio finale non lascia spazio a interpretazioni: "Se non verrà accettato questo tipo di conduzione della società da parte nostra a 360°, noi terminiamo l'anno e toglieremo il disturbo facendo un passo indietro".
Gadda: "Risultati buoni sul campo, ma immobilismo totale fuori"
Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso l'allenatore Massimo Gadda, che ha ricordato come già in estate avesse previsto che "i risultati del campo sarebbero stati secondari rispetto a quanto sarebbe accaduto fuori". E infatti, nonostante la squadra occupi attualmente il quinto posto in classifica con un rendimento definito "buono, non eccezionale", ciò che preoccupa il tecnico è "il totale immobilismo che c'è al di là del rettangolo di gioco".
Gadda ha poi sottolineato un elemento importante: la scelta dei tre dirigenti non è stata operata dai vertici societari, ma direttamente dal sindaco della città. "Ci abbiamo messo la faccia e ci siamo fatti un mazzo così per ridare dignità ad Ancona e dopo nove mesi ci ritroviamo con in mano il nulla, senza alcun tipo di crescita", ha dichiarato con evidente frustrazione.
Il timore espresso dall'allenatore è che questa situazione di stallo possa derivare "da una mancanza di stima" nei loro confronti, aggiungendo che "se credi in quello che facciamo, se pensi che il nostro lavoro sia buono, allora è la situazione ideale per rimettere in piedi il club".
La conclusione dell'intervento di Gadda riprende il concetto iniziale: "Se va bene così, restare nella mediocrità, si può proseguire ma senza di noi. Se si vuole veramente rilanciarla bisogna cambiare".
Ancarani: "Babilonia organizzativa, serve chiarezza"
Il direttore generale Francesco Ancarani ha usato un'immagine efficace per descrivere l'attuale situazione organizzativa: "Così è una Babilonia". Ha sottolineato come sia "necessario fare chiarezza, che ad oggi non c'è praticamente su nulla", con l'unica eccezione rappresentata dalla guida tecnica della prima squadra affidata a Gadda.
Ancarani ha precisato che non c'è presunzione nella loro proposta: "Non abbiamo la presunzione di essere noi le persone ideali a cui deve essere demandato il progetto", ammettendo la possibilità che vengano scelti "profili diversi per occupare determinati ruoli". Tuttavia, ha ribadito un principio fondamentale: "Le linee guida a nostro avviso possono essere date solo da coloro ai quali viene conferita questa responsabilità in chiave esclusiva".
La stoccata finale: l'annosa questione del campo d'allenamento
Guerini ha concluso la conferenza toccando un tema particolarmente sentito nella comunità calcistica anconetana: l'assenza di un campo d'allenamento dedicato al club. "Sono passati tanti anni da quando sono venuto qui per la prima volta. Ma vi pare possibile che, dopo tante amministrazioni comunali, tante proprietà del club passate, a nessuno sia venuto in mente di dire: 'Servirebbe un campo per l'Ancona, facciamolo subito'", ha commentato con amarezza.
Il dirigente ha definito questa situazione "un caso più unico che raro in Italia", soprattutto considerando che, come ha aggiunto, risulta che strutture simili siano state realizzate per altre discipline sportive nella città.
L'esperienza di Guerini e il modello organizzativo proposto
All'inizio della conferenza, Guerini aveva messo in campo la sua vasta esperienza nel settore: "Dall'alto della mia esperienza credo di poter dire a ragion veduta come dovrebbero essere strutturate le società, visto che nella mia carriera a vario titolo ne ho frequentate circa 17-18".
Il dirigente ha ricordato anche la sua precedente esperienza proprio all'Ancona, dove esisteva già una chiara divisione dei ruoli: "C'era un proprietario, che forse avrò visto dieci volte, un presidente che veniva solo la domenica, ma c'era un direttore sportivo che aveva compiti specifici ed esclusivi così come c'era chi controllava i conti". Un modello che, secondo Guerini, dovrebbe essere replicato anche nell'attuale gestione del club.
Attesa per la risposta della proprietà
I tre dirigenti hanno ora rimesso la palla nel campo della proprietà, attendendo una risposta che chiarisca "quale sarà la base su cui ripartire". La situazione rimane in evoluzione, ma l'impressione è che questa uscita pubblica rappresenti un punto di svolta per il futuro dell'Ancona Calcio.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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