Nonostante aver guidato la Triestina a una faticosa ma cruciale salvezza, la strada per la stabilità societaria è ancora in salita. Attilio Tesser, il tecnico artefice di questa impresa, riflette sulla situazione dalle pagine de Il Piccolo, esprimendo una speranza palpabile per il futuro del club alabardato: "Spero che il mantenimento della C contribuisca a dare alla Triestina, alla città e ai tifosi alabardati un futuro solido e ambizioso".
L'allenatore ha poi evidenziato una lacuna strutturale che ha frenato la crescita della squadra negli anni recenti, confrontandola con realtà più consolidate: "Negli ultimi anni è mancata quella continuità nella gestione societaria e nella costruzione tecnica che ho trovato in realtà come Cremona o Modena e che ha caratterizzato in questi anni Padova e Vicenza, Südtirol e Feralpi. E non si tratta solo di una questione di budget". Un'osservazione che va oltre il mero aspetto economico, toccando le fondamenta di una pianificazione a lungo termine.
Il ritorno di Tesser a Trieste nel luglio del 2023 ha ribadito un principio fondamentale per la sua filosofia calcistica: l'importanza del legame profondo tra squadra e comunità. "Per me è stato, è e sarà sempre determinante", ha affermato con convinzione. "Il senso di appartenenza, il valore della maglia che rappresenti è un sentimento vero da trasmettere ai giocatori. Se chi va in campo lo sente, al di là della professionalità, delle qualità e del denaro, ha un’energia positiva che si vede ed è decisiva per trasformare i momenti difficili in episodi vincenti".
Questa profonda connessione emotiva è stata la forza motrice dietro la sua decisione di tornare in Friuli, nonostante un'esperienza precedente che non lo aveva visto trattato con il dovuto riguardo: "Sì, è stata una leva determinante perché è vero che avevo un contratto ma i contratti si risolvono. A Trieste sono sempre stato rispettato perché ho sempre portato rispetto per tutti. Son fatto così". Un'affermazione che svela la sua integrità e la sua coerenza.
Tesser non ha esitato a rievocare il brusco esonero subito in passato, un episodio che lo ha segnato, ma che ha scelto di archiviare per il bene della Triestina: "Quando ho accettato a fine novembre ho seppellito quell’episodio. Ho subito degli esoneri ma mai senza avere un confronto prima della decisione. Qui non è successo ma è acqua passata". Parole che evidenziano una ferita non rimarginata del tutto, ma superata dalla voglia di rimettersi in gioco per la causa alabardata.
Il tecnico ha poi ripercorso le tappe della straordinaria rimonta che ha condotto alla salvezza attraverso i playout, individuando il momento chiave della svolta: "Quando ho capito che poteva essere nelle corde della squadra? Dopo le prime tre partite". La necessità di fare punti era impellente per una squadra che aveva accumulato solo 6 lunghezze dopo 16 gare. "Girare a 13 punti è stato fondamentale e ancor di più essere riusciti a vincere gli scontri diretti di inizio ritorno: Clodiense, Caldiero, Pro Patria e Pro Vercelli tutte vittorie che hanno dato credibilità al nostro lavoro e anche fiducia al gruppo". Questi successi hanno non solo infuso coraggio ma hanno anche alimentato sogni più ambiziosi.
A un certo punto della stagione, Tesser confessa di aver accarezzato l'idea di un traguardo più elevato: "Sono un uomo con i piedi per terra ma confesso che avevo fatto un pensierino a raggiungere un traguardo più ambizioso della salvezza. Non so se fossero raggiungibili i playoff ma certamente un finale di stagione più tranquillo. Avevamo fatto in quella fase più punti di tutti". Tuttavia, una serie di sfortunati eventi ha compromesso queste aspirazioni: "Poi ci sono stati tanti infortuni lunghi e le rincorse stancano anche mentalmente".
A complicare ulteriormente il percorso, la penalizzazione di quattro punti ha rappresentato un ostacolo psicologico non indifferente: "I quattro punti in meno hanno avuto un peso psicologico che io e Delli Carri abbiamo dovuto affrontare. Abbiamo minimizzato l’impatto per togliere di dosso una negatività che si avvertiva nel gruppo. Non credo abbia inciso sulle prestazioni ma certamente ha tolto un po’ di serenità nel lavoro quotidiano". Un'azione di minimizzazione per proteggere il morale del gruppo, fondamentale per mantenere alta la concentrazione in un momento così delicato.
Il contratto di Attilio Tesser con la Triestina è giunto a scadenza, ma il suo legame con la piazza rimane forte, quasi viscerale. "Ho spiegato che sono venuto qui e ritornato anche per una questione di cuore", ha ribadito. L'allenatore si dice pronto a ripartire, a patto che ci sia un progetto solido e lungimirante: "Se qualcuno mi chiama e il progetto è quello di costruire un percorso serio io ci sono". E alla domanda su un eventuale inizio con un handicap di punti, la sua risposta è netta e decisa: "Anche con un -6 in classifica? Ho preso la Triestina con 6 punti dopo oltre tre mesi di gara. Vista poi la penalizzazione è come se fossimo partiti da 2 punti. Cominciare da subito con un handicap non mi fa certo paura". Una dichiarazione che testimonia la sua determinazione e la sua capacità di affrontare le sfide, a prescindere dalle difficoltà iniziali.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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