Il Livorno Calcio è tornato nel calcio professionistico. Dopo anni difficili, segnati da retrocessioni e un fallimento societario, la formazione amaranto ha conquistato la promozione matematica in Serie C con quattro giornate d'anticipo grazie alla vittoria nella sfida di Terranuova Bracciolini.
"Ora ci godiamo questo bel traguardo che abbiamo raggiunto al termine di una stagione straordinaria", dichiara con entusiasmo il presidente Joel Esciua dalle colonne de Il Tirreno, travolto dalla gioia per un risultato che rappresenta solo il primo passo verso traguardi più ambiziosi: "Ma già da domani dobbiamo rimetterci al lavoro per riportare il Livorno dove merita. Abbiamo già detto di voler ritornare in serie B entro tre anni e questo è il nostro prossimo obiettivo".
Il numero uno della società amaranto è consapevole delle difficoltà che attendono la squadra: "Siamo consapevoli che vincere non è mai facile. In Serie C ci sono quattro posti per la Serie B: questo vuol dire che sale di categoria soltanto una squadra su quindici. Noi ci proveremo, ma ripetersi è sempre difficile. Diciamo che il prossimo anno puntiamo intanto ad essere una delle squadre outsider della Serie C".
Per Esciua, la promozione rappresenta innanzitutto un atto di giustizia nei confronti di una piazza che merita palcoscenici più importanti: "Giocare in campi piccoli, con capienze ridotte, era quasi una umiliazione per i nostri tifosi. Basta ricordare che in tre occasioni, e a mio modo di vedere ingiustamente, ci è stata vietata anche la possibilità di prendere parte alle trasferte. Insomma, abbiamo ridato dignità e credibilità al Livorno".
Il ritorno tra i professionisti segna anche un punto di svolta nel rapporto tra la società e la tifoseria, non sempre idilliaco: "Livorno ha un pubblico straordinario, passionale e al tempo stesso con grandi competenze calcistiche. I tifosi negli ultimi anni hanno dovuto subire i traumi delle retrocessioni prima e del fallimento della società poi. All'inizio ci sono state delle incomprensioni e anche noi, come società, probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa. Forse dovevamo semplicemente conoscerci meglio. Nell'ultimo anno, però, le cose sono cambiate. Adesso siamo diventati tutti più maturi e costruttivi. E alla fine questo campionato lo abbiamo vinto tutti insieme, con una sorta di comunione di pensiero: il bene del Livorno".
Inevitabile un accenno alla rivalità con il Pisa, che sta lottando per la promozione in Serie A: "Questa rivalità fra Pisa e Livorno la vedo in maniera strana. Secondo me c'è un odio che è soprattutto caricaturale. Dal mio punto di vista, il fatto che la Toscana abbia tante eccellenze calcistiche non è che un fatto positivo. Anche perché è una regione che ha il calcio nel suo DNA", afferma Esciua, che sogna di rivedere presto il derby: "Spero anch'io di vederlo al più presto. Magari proprio in Serie A. Anche se ritengo più probabile rivederlo fra i cadetti".
Guardando al futuro, il presidente delinea quale sarà la strategia societaria per costruire un Livorno competitivo: "In un'ottica imprenditoriale dovrei rispondere che la politica più giusta dovrebbe essere quella di puntare sui giovani guardando con grande attenzione al nostro ottimo vivaio. Un po' come sta facendo con grandi risultati l'Empoli. Però bisogna anche pensare alla storia e alle ambizioni del Livorno. E allora non si può prescindere anche da una attività di mercato importante. Bisognerà trovare il giusto equilibrio. Se ci riusciremo, allora avremo raggiunto un grande risultato".
A livello dirigenziale, Esciua conferma che non ci saranno stravolgimenti: "Il Livorno, a livello dirigenziale, ha uno scheletro solido con una bella dose di competenze ben distribuite. Dunque non ci sarà alcuno stravolgimento. Naturalmente dovremo aggiungere qualche tassello, qualche funzione, anche perché ce lo impone il passaggio al professionismo. Ma non ci saranno rivoluzioni".
Per quanto riguarda la guida tecnica, il presidente esprime la volontà di confermare l'allenatore artefice della promozione: "Per quello che riguarda Indiani, ha fatto una stagione straordinaria. Lo abbiamo voluto fortissimamente e noi abbiamo tutte le intenzioni di confermarlo. Naturalmente, però, per farlo bisogna essere in due".
Il Livorno riparte dunque dalla Serie C con l'ambizione di tornare presto nel calcio che conta, restituendo alla città quella dimensione sportiva che la sua storia e la sua passione richiedono.
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