Ridotto il sovvenzionamento alla Figc, l'opinione di Matacena; "Tavecchio si lamenta? In questo momento è il Paese che ha bisogno di aiuto. Io mi vergognerei anche di pensare certe cose..."

21.11.2014 10:00 di  Marco Pompeo  Twitter:    vedi letture
Ridotto il sovvenzionamento alla Figc, l'opinione di Matacena; "Tavecchio si lamenta? In questo momento è il Paese che ha bisogno di aiuto. Io mi vergognerei anche di pensare certe cose..."

Sulla querelle dei finanziamenti ridotti alla Figc, la redazione di NotiziarioCalcio.com ha chiesto il parere anche dell'avvocato e procuratore sportivo Antonio Matacena. In sostanza è accaduto che il Governo ha tagliato, seppur di pochissimo (appena 1,84%) le sovvenzioni al CONI che a sua volta ha ridotto di 20 milioni di euro il finanziamento alla Figc che è così passato da 62 milioni a 42. "Trovo le lamentele dei signori del calcio quanto meno fuori luogo" attacca subito l'avvocato Matacena. "Ovviamente comprendo le lamentele di Tavecchio, dopo anni si ritrova al tavolo che aveva semrpe sognato e scopre che il pranzo è meno succulento di quanto sperassa ma sono pur sempre un sacco di soldi. Io credo che prima di parlare certe persone dovrebbero prima pensare, il calcio ha dato tanto al nostro paese ma è anche un business da svariati miliardi e vorrei pure vedere che non producesse introiti per il sistema paese. In quale mondo delle favole viviamo? Ci sono altre Federazioni, parlo di quelle straniere, che non prendono affatto sovvenzioni o prendono briciole come sei o otto milioni. E poi questi signori a che titolo parlano? Parlano per il bene del movimento calcistico italiano, per quello dei club o per il loro personale ed il loro potere? Quanti soldi di quelle sovvenzioni arrivano direttamente ai club e quanti finiscono negli ingranaggi del Palazzo? Ora è il nostro Paese che ha bisogno di aiuto e di aiuti. Per quanto mi riguarda al calcio non dovrebbe essere girato neppure più un euro, almeno fino a quando ci saranno italiani che non hanno lavoro, famiglie costrette a vivere in condizioni di disagio estremo, senza casa e senza neppure la speranza che qualcosa possa cambiare. Vi assicuro che le mie parole non sono retoriche ma trovo abberrante la mentalità ristretta di certi personaggi che continuano a guardare solo ai propri interessi personali. Se continuiamo così prima o poi l'esasperanzione del popolo ci porterà ad una rivoluzione sociale, non è possibile pensare che a fare i sacrifici siano sempre e solo le persone più deboli".