La Coppa Davis è nostra. Pochi istanti fa a Malaga, l'Italia, rappresentata da Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Lorenzo Musetti e Simone Bolelli, ha sollevato di nuovo l'Insalatiera d'argento dopo aver sconfitto l'Australia per 2-0.
Lorenzo Arnaldi ha inaugurato la giornata con una delle sue maratone, durata due ore e mezza, conquistando la vittoria contro Alexei Popyrin al terzo set in una partita che sembrava mezza persa, poi ripresa con una forza mentale incredibile. Successivamente, Sinner ha concluso il lavoro, chiudendo il pacchetto e superando 6-3, 6-0 Alex De Minaur (per la sesta volta su sei), consegnandoci così quell'Insalatiera splendida e preziosissima.
Sul campo c'era (e ancora c'è, presente sugli spalti ad applaudire) Nicola Pietrangeli. Oggi c'è Filippo Volandri, che diceva di sentirsi più vecchio di 20 anni da quando è diventato il c.t. azzurro, ma il trionfo odierno avrà per lui l'effetto di un anno trascorso in una beauty farm. E poi c'è Matteo Berrettini, che merita questa festa tanto quanto gli altri. Avrebbe potuto pensare a se stesso e andare in vacanza, ma ha scelto, come aveva fatto a Bologna, di restare qui ad aiutare il gruppo, a spingerlo, soffrire e tifare con loro, sperando che il potere magico del trionfo cancelli dolori, paure e momenti bui.
La stella indiscussa di questa settimana è Jannik Sinner, il numero 4 del mondo, che alla sua prima finale Davis ha caricato la squadra sulle spalle, guidandola verso un trionfo storico. Sinner arrivava da una lunga stagione e dalle Atp Finals, con l'amarezza della sconfitta in finale contro Djokovic. Tuttavia, a Malaga l'aria è cambiata, e l'altoatesino si è trasformato nel primo a battere Djokovic, annullandogli tre match point consecutivi. Jannik, insieme alla coppia magica in doppio con Lorenzo Sonego, è l'eroe di questa pagina di storia. Il duo Sin&Son ci farà ancora sognare, così come farà Matteo Arnaldi, passato in una sola stagione da rookie a uomo Davis. Non è ancora finita. Come Musetti ha scritto sul corpo: il meglio deve ancora venire.
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