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Mantova, il ds Battisti: «Il tifoso vive in maniera più “artefatta” la realtà. Sui social il chiacchiericcio è...»

di Redazione NotiziarioCalcio.com

Il Mantova è rinato a Imola. Di questo ed altro ha parlato il direttore sportivo del club, Alessandro Battisti, ai microfoni di vocedimantova.

 Andiamo con ordine. Dallo 0-2 col Fano al 5-1 all’Imolese: dov’è l’errore?
«Nessun errore. Ho sempre detto che questo è un campionato difficile e anomalo, perchè è il primo nella storia senza la gente allo stadio. Questo è un fattore che una piazza come Mantova può pagare. Sono convinto che, sotto la spinta della curva, dopo il primo gol subìto dal Fano, la squadra avrebbe reagito diversamente».
 Però i tifosi non c’erano nemmeno a Imola e lì si è visto un altro Mantova…
«Intanto va detto che la squadra, a differenza della gara precedente dove aveva accusato anche un po’ di fatica, ha avuto una settimana intera per prepararsi. I ragazzi sono scesi in campo con un piglio aggressivo ed hanno reagito nel modo migliore alle tante critiche ricevute».
 Dove finiscono i meriti del Mantova e cominciano i demeriti dell’Imolese?
«L’Imolese aveva conquistato 13 punti nelle ultime 7 partite, battendo squadre che la precedevano in classifica. La verità è che i nostri giocatori hanno approcciato bene la partita, mettendo in pratica quel che chiedeva il mister».
 Troise, appunto. Quanto c’è di suo in questa vittoria?
«Penso che la chiave sia proprio l’impostazione che Emanuele ha dato della partita. Non è tanto questione di modulo, parlo proprio di impostazione e di consegne che i giocatori avrebbero dovuto rispettare in campo: lui tutto questo l’aveva chiaro da inizio settimana. È stato coraggioso a preparare una gara d’attacco e sono stati bravi i giocatori a seguirlo».
 Troppe critiche verso il mister?
«La critica fa parte di questo mondo, e del calcio in particolare. È tutto lecito. La novità è che, di questi tempi, a causa degli stadi chiusi, il tifoso vive in maniera più “artefatta” la realtà. Si crea un’opinione attraverso i social e il chiacchiericcio, attraverso quello che si legge e non quello che si vede. Tutto questo viene amplificato e deforma la realtà. Ci vorrebbe maggior equilibrio ed obiettività».
 Tornando a Imola, cos’altro le è piaciuto?
«L’esultanza a fine partita è stata significativa. Ma, in generale, mi è piaciuto l’impegno di tutti, compreso chi è entrato dalla panchina. E la risposta strepitosa di alcuni ragazzi che non giocavano da un po’, come Lucas».
 Anche Di Molfetta che chiede di battere il rigore denota volontà di riscatto, no?
«Se devo dire la verità, lì mi si è raggelato il sangue. Ho rivisto la stessa scena di quando giocavo nel Chieti, proprio a Imola e proprio in quella porta: il nostro rigorista era Fabio Grosso, ma il penalty voleva batterlo Padolecchia e così fece. Sbagliandolo. Stavolta, per fortuna, è andata bene!».
 Felice del primo gol di Zigoni?
«Gianmarco è un ragazzo fantastico che, pur arrivando in un periodo complicato, si è messo subito a disposizione con la massima umiltà. Ci sta dando tanto».
 Mercoledì si va ad Arezzo…
«Se il campionato fosse iniziato il primo febbraio, considerando il mercato che ha condotto, l’Arezzo arriverebbe tra le prime 5. L’allenatore Stellone (ex compagno di squadra di Battisti alla Lodigiani,  ndr) è fuori categoria. Ma se il Mantova metterà in campo il sacrificio, l’intensità e il carattere mostrati a Imola, farà una grande prestazione».
 Il traguardo salvezza si sta avvicinando: si sente più tranquillo?
«Tranquillo ha fatto una brutta fine… Mai essere sicuri, soprattutto nel calcio. Però spero che i ragazzi raggiungano presto questo traguardo, per togliersi qualche ulteriore soddisfazione».
 Un’ultima curiosità. Domani scade la sua squalifica: ad Arezzo la rivedremo in panchina?
«Certo! Anche se in tribuna a Imola ero in ottima compagnia (c’erano Setti, Masiello e Pecchini,  ndr), il campo mi manca. Me la vivrò da lì».


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