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Liguria - La Sestrese resiste, ma i mugugni...

di Redazione NotiziarioCalcio.com
Fonte: il secolo xix

Sestri Ponente non piace ai vecchi sestresi. Quelli che per almeno tre generazioni hanno lavorato nelle industrie, fiore all’occhiello della cittadina. E che la domenica si spostavano in Via Chiaravagna perseguire l’amata squadra di calcio. In quarant’anni tutto è cambiato. Industrie e calcio compreso. La maggior parte delle fabbriche non c’èpiù, ha traslocato o chiuso i battenti. E la storica società sportiva, datata 1919, dopo i trofei ha iniziato a mettere in bacheca un rovescio dietro l’altro. E ora potrebbe addirittura retrocedere in Promozione. L’orgoglio verde stellato è sbiadito. Al Bar Luigi di Piazza
Baracca, un tempo “covo” dei tifosi c’è poca gente . "Sono a giocare al 'terzo anello' " sorride il barista mentre indica il Genoa Club Sestri Ponente. Tutto inutile. Chiuso. Non resta che cercare sulle panchine. Qualcuno consiglia una puntata alla Croce Verde. È lì che ora si ritrovano gli anziani che ancora seguono la Sestrese. Ovviamente sestresi doc. "È cambiato tutto e in negativo – afferma convinto Ermanno Peruzzo, seduto all’esterno – e credo non ci sia più nulla da fare. Le industrie dove ho lavorato, e prima di me mio nonno e mio papà non ci sono più. Mia figlia invece è dovuta andare fuori. Qui non c’è più nulla, stiamo morendo. La Sestrese? Ecco credo che rispecchi Sestri Ponente: una lenta agonia". Giovanni Poggi quasi lo interrompe. "Sono arrivato a Sestri negli anni Settanta. Una volta si stava bene". Ora è tutto più difficile. Tutto è cambiato. Forse anche i tifosi. La scorsa settimana il campo di Borzoli è stato squalificato per due partite a causa degli insulti rivolti alla terna arbitrale. Tifo violento? Aldo Redegoso non ci sta: "Ma quale violenza. Quell’arbitro era in malafede e in tribuna c’era pure Mauro Bergonzi (presidente del Comitato Regionale Arbitri Liguri. ndr) che vive a Savona e forse vuol aiutare le formazioni di laggiù come la Cairese. Tutto premeditato per dar contro alla Sestrese".
Scaricata l’adrenalina Aldo Redegoso rivive i fasti passati dei verdestellati. "Allora giocavamo in quarta serie ma era un altro calcio. Ricordo che c’erano giocatori come Guerra che avrebbe potuto andare in serie A però all’epoca non c’erano grosse possibilità. Si giocava in via Chiaravagna, davanti a moltissimi spettatori. Poi sono cominciate a spostarsi le industrie: e Fossati, San Giorgio, Marconi, Piaggio. Ed ecco che è cominciata la fine di Sestri Ponente e di riflesso della squadra di calcio". Non poteva mancare un accenno all’attuale presidenza Sciortino. "Sono senza soldi. E non dico altro". Interviene Marco Ravera, presidente della Croce Verde. "Ci resta solo Via Sestri, per il resto stiamo morendo", il suo gridod’allarme. Eaggiunge. "La Sestrese? Sta andando in decadenza come tutta la delegazione. Una volta era una squadra gloriosa, adesso ha problemi a livello manageriale. Come le industrie". Lo conferma Aldo Crimi, infermiere. "Io, come gli altri, ho sempre lavorato nelle industrie di Sestri. Ora sono sparite o per ridurre i costi usano manovalanza straniera". C’è invece chi, come Amleto Valenti, ha pure indossato la casacca della Sestrese. "Dal 1932 al 1935. Poi contro i Veloci Embriaci mi hanno spezzato una gamba e ho dovuto smettere". Riprende. "Ora è tutto uno schifo. Non ci sono più sale da ballo, il lavoro non esiste e la Sestrese da quando non gioca più sul campo di Caravagna per il sottoscritto è morta". Storie di un passato che non c’è più. La Sestrese però resiste. Come i mugugni.


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