Non era così che si immaginava dovesse andare il campionato della nuova Reggina. L’impossibilità di lottare per il primo posto, in ragione dei ritardi nella partenza, era stato un dato metabolizzato. Non ci si aspettava, invece, il fatto anche a girone di ritorno inoltrato la squadra potesse ancora non essere all’altezza del proprio ruolo. Il bicchiere, già solo mezzo pieno, si sta svuotando settimana dopo settimana.
Pareggiare con il San Luca e il Portici in casa, vincere solo oltre il 90' con la Gioiese e subire una lezione di calcio dal Sant'Agata sono elementi che accendono il malumore della piazza. O meglio lo alimentano, perché lottare per i playoff di Serie D resta a prescindere uno dei punti più bassi della storia del calcio reggino. Persino l’obiettivo quarto posto rischia di complicarsi. Ma oggi i problemi amaranto sembrano andare al di là dell’aspetto numerico legato alla classifica. Già all’andata il Sant’Agata aveva dimostrato di poter mettere in seria difficoltà la squadra di Bruno Trocini. Da quella gara sono passati diversi mesi e tanti calciatori si sono vestiti d'amaranto.
Domenica in campo, rispetto ad un girone fa, c'erano Girasole, Adejo, Porcino, Bolzicco e Renelus. Calciatori importanti per la categoria e che avrebbero caratteristiche e curriculum tali da elevare il livello della Reggina ad essere superiore al Sant’Agata. Invece per l’ennesima volta si è vista una squadra che riesce a mostrare un’identità di gioco con intermittenza non accettabile per chi punta in alto. Limiti tecnici e tattici che si mischiano ad altri caratteriali. Non a caso gli amaranto perdono spesso con le squadre che occupano le prime posizioni della graduatoria e che hanno qualcosa in più delle altre. Il Siracusa e il Sant’Agata (considerando il campo) li hanno battuti due volte, il Trapani e il Real Casalnuovo una nell’unico confronto. L’unica eccezione è lo 0-0 in casa con la Vibonese. Elementi che mettono in discussione un po’ tutto.
Dalla reale forza dei calciatori alla guida tecnica. Anche perché chi indossa la maglia amaranto in Serie D ha l’onere di sapere che vincere le partite è l’unica normalità possibile. Trocini ha fatto un ottimo lavoro nel girone d’andata, ma ci si aspettava che al ritorno riuscisse a costruire una squadra più affidabile. Le responsabilità non sono solo sue, ma in questi casi si sa che spesso a pagare è l’allenatore. La sua posizione non pare al momento in discussione, ma questa fase resta di attenta valutazione e analisi rispetto alle scelte che saranno fatte in vista della prossima stagione. Nelle prossime dieci gare tutti saranno sotto esame. Ieri intanto è stato il giorno dell’udienza d’appello per l’omologa della precedente società. Si attendono notizie su una situazione che è monitorata dal nuovo club, considerato che il nuovo corso societario amaranto intende acquisire appena possibile il marchio, richiesto a gran voce dai tifosi.
Autore: Davide Guardabascio
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