Stefano Tosoni, direttore sportivo del Desenzano, è stato ospite del programma in diretta di Be.pi Tv "D-Time", concedendosi a diverse domande. Di seguito riportiamo le dichiarazioni del diesse.
“Il progetto Desenzano nasce dalla voglia del presidente di entrare nel mondo del calcio e di cullare la sua passione in prima persona. Da lì ha deciso di rilevare il Calvina che militava in Serie D e nell’arco di un paio d’anni l’ha portata a Desenzano entrando in sinergia con altre persone. Questo è il quinto anno di presidenza e il quinto anno con me da direttore generale. Io per il Calcio Desenzano ho sempre dato il 110% ed infatti ho anche perso le notti. Poi ci sono stagioni in cui va meglio ed altre in cui va peggio. Ogni annata insegna e poi è normale che dopo quattro anni c’è un costante miglioramento, anche perché siamo esseri umani e di conseguenza è semplice sbagliare. Adesso bisogna non ripetere i nostri errori e cercare in tutti i modi di migliorarci. Se parliamo di prima squadra e di aspetto sportivo della prima squadra, abbiamo dato un taglio diverso con una strutturazione nuova dell’organigramma. Oggi si può dire che abbiamo fatto la scelta giusta, poi chiaro che il calcio non è un’azienda dove a tanto corrisponde tanto e di conseguenza anche la fortuna fa la sua parte. Però credo che con costanza e perseveranza gli obiettivi si raggiungono“.
“Accresciuto negli anni il mio potere? Io parlerei di fiducia e non di potere, visto che quest’ultimo lo ha in mano solo il presidente. La fiducia posso dire che è cresciuta, ma anche perché noi non ci conoscevamo prima. Di pari passo con la fiducia viene anche qualche libertà d’azione in più. Non dimentichiamo, però che qualsiasi decisione io prenda mi implica anche delle responsabilità. Se temo che il presidente si stanchi? Questa credo sia una preoccupazione che c’è in ogni società. Chiaro che quando c’è questa situazione qua alla base è un’ipotesi che può capitare. Far perdere di entusiasmo un presidente come il nostro può rappresentare un problema. In una società sportiva, però, non sono solo i risultati sportivi a farti venire la voglia di fare o meno il presidente (basti vedere l’ultima riforma del calcio). Dico solo che quando si trovano persone che hanno così tanta voglia di fare, bisogna fare di tutto per non farle mollare. Ci tengo a sottolineare che non è solo un discorso di risultati di prima squadra. Ad esempio quattro/cinque mesi fa avrei avuto qualche dubbio in più sulla programmazione della nuova annata, anche per come stavano andando le cose in campionato. Però credo che al patron Marai inizi a stare stretta proprio Desenzano. Sappiamo benissimo che con i comuni è una discussione continua, anche perché il team sul Garda non è la piazza dove hai la passione del pubblico costante e continua. Ti dico che per Marai potrebbe essere arrivato il momento di iniziare a puntare a qualche sodalizio più importante. Non voglio comunque far preoccupare nessuno e garantisco che il Desenzano sta già lavorando in vista della prossima stagione e lo farà sempre con Marai a capo di tutto”.
Il direttore ha parlato poi anche del colpo di mercato che ha portato Paloschi a vestire i colori del Desenzano: “Nata perché a Desenzano noi abbiamo in gestione lo Stadio Tre Stelle che è un centro polivalente con una pista d’atletica nuovissima. Perciò sono tanti anche i calciatori che vengono qua se devono rimettersi in forma. La combinazione è stata che parte della preparazione la facciamo allo stadio e non al centro dell’allenamento, poi anche membri dello staff lo conoscevano e il direttore ha subito aperto a qualche sessione d’allenamento assieme. Dopo c’è stata qualche apertura da parte del calciatore, noi avevamo quasi chiuso la rosa e ci mancava solo la punta. Il presidente ci ha dato il via libera ed abbiamo fatto di tutto per trovare un accordo. Io credo che quando i 22 giocatori scendano in campo i nomi lascino il tempo che trovano. Tutto va dimostrato in tutte le categorie, perché il calcio non regala niente a nessuno. Il nome probabilmente non l’ha aiutato, perché se due difensori di D hanno la possibilità di marcare Paloschi, danno il 110%. Alberto è arrivato in un momento in cui la sua condizione non era ottimale, poi abbiamo anche forzato un po’ la mano ed infatti si è infortunato. Io credo che da quando ha preso la condizione, però, ogni domenica si da da fare e segna oltre che far segnare. Sono pienamente soddisfatto dell’operazione che è andata in porto, non solo dal punto di vista del Marketing. Chiaro che quando un giocatore ha un trascorso così sai che ha un bagaglio tecnico/tattico di un determinato livello. In alcuni attimi ti rendi conto che certe giocate possono farle solo alcuni giocatori. Anche negli anni passati mi sono accorto di avere a che fare con calciatori di primissimo livello, ma te ne rendi conto quando li vedi fuori dal campo. Dopo in campo ti dico che se togli il nome a tutti e gli metti una maschera magari non si accorgono che è Paloschi quello che ha giocato in A e ti dicono Spaviero (ad esempio)”.
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