«Dobbiamo avere paura solo di noi stessi per salvarci: ci impegniamo e corriamo!». A pochi giorni dalla cruciale sfida di andata del playout contro il Milan Futuro, Luca Carra, figura apicale della direzione generale della SPAL, ha offerto una disamina a tutto tondo della stagione in corso e delle prospettive future del club ferrarese. Nel corso di un ampio intervento trasmesso da Lunedì Sport su Telestense e scrupolosamente riportato dai colleghi de LoSpallino.com, Carra non si è sottratto a una lucida autocritica, pur manifestando al contempo una palpabile fiducia nelle capacità della squadra di superare questo delicato momento. Il suo intervento ha toccato svariati aspetti nevralgici, spaziando dalle dinamiche del mercato ai problemi fisici che hanno condizionato la stagione, dalla struttura societaria alle complesse riforme in discussione in Lega Pro.
L'analisi di Carra parte da una constatazione amara: l'annata sportiva si è rivelata ben al di sotto delle aspettative iniziali. "Abbiamo riflettuto a lungo e ci siamo fatti un'opinione chiara", ha esordito il dirigente, sottolineando come nessuno, alla vigilia del campionato, avrebbe potuto immaginare un epilogo così sofferto, specialmente alla luce del valore intrinseco di una rosa che, a suo dire e secondo il parere di numerosi addetti ai lavori, non meritava di ritrovarsi a disputare i playout.
Le ragioni di questa inattesa difficoltà sono molteplici. Carra ha ammesso senza esitazione l'esistenza di "errori commessi" a vari livelli, ma ha anche posto l'accento sul peso significativo degli infortuni che hanno falcidiato la squadra nella fase cruciale del girone di andata. Inevitabile, poi, il riferimento al cambio di guida tecnica, sempre sintomatico di dinamiche interne che non hanno funzionato. Con un tono sincero, Carra ha definito l'attuale stagione come "una delle peggiori della storia della SPAL" e, a livello personale, "la peggiore della mia carriera".
Tuttavia, la recente vittoria ottenuta contro il Gubbio ha rappresentato una boccata d'ossigeno e un cambio di registro nell'ambiente. "L'atmosfera al centro sportivo è decisamente più positiva", ha confidato Carra, evidenziando come il successo abbia infuso nuova fiducia nel gruppo. Il direttore generale ha percepito una forte motivazione nei giocatori, pienamente consapevoli della posta in palio e pronti a dare il massimo per raggiungere l'obiettivo comune della salvezza. "Li ho convinti", ha affermato, pur riconoscendo la sottile linea che può separare la vittoria dalla sconfitta sul terreno di gioco.
Anche a livello mentale, il sorpasso ai danni del Milan Futuro in classifica ha avuto un effetto benefico. Carra ha spiegato come questo risultato abbia reso i giocatori più consapevoli delle proprie capacità e abbia alimentato la convinzione di poter superare l'ostacolo playout, una prospettiva tutt'altro che scontata dopo un campionato caratterizzato anche da difficoltà psicologiche.
Guardando specificamente all'imminente doppio confronto con la formazione milanese, Carra ha tratteggiato un avversario giovane che nelle ultime uscite non ha brillato particolarmente. Tuttavia, ha messo in guardia sull'importanza di concentrarsi sulle proprie forze: "In quella partita dobbiamo avere paura solo di noi stessi", ha ammonito, sottolineando la necessità di affrontare la sfida con la ferma convinzione di potercela fare, a patto di mettere in campo impegno e determinazione.
Tornando al tema del mercato estivo, Carra ha rivelato le dinamiche che hanno condizionato le operazioni in entrata: la necessità di alleggerire una rosa eccessivamente numerosa, con ben 40 contratti, molti dei quali economicamente gravosi e non funzionali al progetto tecnico. Nonostante ciò, la valutazione iniziale dell'organico era ben diversa: "Per noi l'organico era da playoff: quinto, sesto, decimo posto… in generale da playoff".
Inevitabile, poi, una riflessione sugli eventuali errori di valutazione commessi in fase di costruzione della squadra. Carra ha ammesso che "andava fatto qualcosa in più", specificando la mancanza di almeno due elementi per completare al meglio il modulo di gioco di mister Dossena, pur riconoscendo che "per 7/8 su undici era la squadra che voleva il mister".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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