Il destino della Lucchese è ormai segnato. Le speranze di una rinascita si sono definitivamente infrante contro la dura realtà dei numeri e dell'assenza di investitori disposti a rilevare una società gravata da pesanti difficoltà economiche. La storia centenaria del club toscano si avvia verso una conclusione che sembrava inevitabile, ma che comunque lascia l'amaro in bocca a tutti coloro che hanno sperato fino all'ultimo in un miracolo sportivo.
La chiusura dell'esercizio provvisorio, avvenuta nella giornata del 29 maggio scorso, ha rappresentato il momento finale di una vicenda che si trascinava da mesi tra incertezze, speranze e delusioni.
Claudio Del Prete, figura centrale in questa complessa vicenda giudiziaria, ha fornito un quadro chiaro e definitivo della situazione attraverso dichiarazioni che non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche. Il professionista incaricato di gestire le procedure fallimentari ha confermato quanto molti temevano: l'assenza totale di soggetti realmente interessati ad acquisire il controllo della società calcistica.
La manifestazione d'interesse che aveva fatto nascere qualche barlume di speranza nell'ambiente lucchese si è rivelata un fuoco di paglia. L'iniziativa, caratterizzata da condizioni che ne hanno compromesso la fattibilità, non è riuscita a concretizzarsi in una proposta di acquisizione seria e sostenibile. Il fallimento di questo tentativo ha di fatto chiuso ogni possibilità di salvataggio per la compagine rossonera.
Del Prete ha sottolineato come, oltre a questa manifestazione d'interesse poi naufragata, non si sia presentato alcun altro potenziale acquirente. L'assenza di interlocutori credibili ha reso impossibile qualsiasi operazione di salvataggio, nonostante i tempi tecnici necessari per formalizzare eventuali proposte si fossero ormai esauriti.
Il curatore fallimentare ha fornito anche dettagli precisi sui costi che un eventuale acquirente avrebbe dovuto sostenere per rilevare la società. La cifra necessaria per portare a termine l'operazione si aggirava intorno ai due milioni di euro, una somma considerevole ma non proibitiva per investitori dotati di adeguate risorse finanziarie.
A questa cifra base andavano poi aggiunti i duecento mila euro richiesti per partecipare alla procedura d'asta, un ulteriore onere che avrebbe portato l'investimento complessivo a oltre due milioni e duecentomila euro. Numeri che evidentemente non hanno attirato l'interesse di imprenditori o gruppi di investimento disposti a scommettere sul futuro della Lucchese.
La valutazione economica dell'operazione, secondo quanto riferito da Del Prete, era stata calibrata in modo realistico rispetto alla situazione debitoria effettiva della società. Il professionista ha respinto le critiche di chi aveva definito non congrue le cifre relative ai debiti, confermando invece la correttezza delle valutazioni effettuate durante le procedure di fallimento.
Nelle dichiarazioni del curatore emerge anche un riferimento a Varetti, figura che aveva evidentemente sollevato questioni sulla congruità delle cifre relative all'indebitamento societario. Del Prete ha chiarito la propria posizione, ribadendo che i debiti indicati nelle procedure erano perfettamente in linea con la reale situazione economica della società.
Questa precisazione assume particolare rilevanza in quanto contribuisce a fare chiarezza su alcuni aspetti controversi della vicenda, eliminando eventuali dubbi sulla correttezza delle valutazioni economiche che avevano determinato i parametri per l'eventuale cessione del club.
Un aspetto significativo emerso dalle parole del curatore riguarda la qualità delle comunicazioni ricevute durante il periodo in cui era ancora teoricamente possibile presentare proposte di acquisizione. Del Prete ha fatto riferimento a "lettere irricevibili", lasciando intendere che alcune comunicazioni pervenute non possedevano i requisiti minimi di serietà e fattibilità necessari per essere prese in considerazione.
Questa circostanza evidenzia come, nonostante l'interesse mediatico suscitato dalla vicenda, non si siano mai concretizzate proposte concrete e strutturate da parte di soggetti realmente in grado di portare a termine un'operazione di tale portata economica.
Con la chiusura definitiva delle procedure di salvataggio, il futuro della Lucchese è ormai tracciato. Il club sarà costretto a ripartire dalle categorie dilettantistiche, abbandonando il calcio professionistico dopo decenni di militanza tra le serie minori del panorama nazionale.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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