Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del presidente del Badesi '09, Gianfranco Altea, che di seguito riportiamo integralmente.
Il comunicato ufficiale odierno ci lascia basiti.
Come Badesi '09 non ci siamo mai lamentati pubblicamente (diversamente da altri) dell’arbitro anche quando, a nostro avviso abbiamo subito errori durante le fasi di gioco: gli errori del direttore di gara fanno parte delle gare stesse, come gli errori dei giocatori.
Sul fronte dei "provvedimenti disciplinari", quando ci siamo sentiti puniti eccessivamente o quando a nostro avviso i fatti non corrispondevano alla realtà abbiamo fatto ciò che il Codice di Giustizia Sportiva ci permette, facendo ricorso, talvolta non accolto, talvolta invece il G.S. ci ha dato ragione modificando la prima decisione (addirittura anche disponendo la ripetizione della gara).
Ma la piega presa quest’anno, in generale, è decisamente insostenibile.
Dopo una gara difficilissima in trasferta, peraltro vinta all’ultimo secondo, in 10 contro 10, con la direttrice di gara che ha chiamato anche i carabinieri per farsi scortare perché sentitasi minacciata dalla squadra di casa (che non eravamo noi, meglio specificare),
Ci ritroviamo con un giocatore squalificato per quattro giornate, con una motivazione di un comportamento non avvenuto (come da video) ma in n più con un altro provvedimento che si può definire ASSURDO:
Vengono date QUATTRO giornate al nostro allenatore, che squalificato per somma di ammonizioni vedeva la partita all’esterno, dal lato basso delle tribune, dava talvolta indicazioni ai giocatori (come potrebbe fare un qualsiasi spettatore, e come fanno da sempre tutti gli allenatori squalificati, e lo sappiamo tutti).
Non è entrato in campo, non ha offeso l’arbitro mai (e perché avrebbe dovuto, visto che il Badesi , dopo il raggiunto pareggio ha giocato il resto del secondo tempo con un uomo in più, vedendosi espellere, comprensibilmente un proprio giocatore per fallo di reazione solo nel finale, ma ha subito segnato vincendo la partita).
Come poi la direttrice di gara abbia potuto riconoscere l’allenatore , fuori dal campo , dalla parte opposta delle panchine, in mezzo a tanta gente, tra cui parecchia a fianco a lui vestita uguale (con la medesima tuta di rappresentanza) è alquanto strano.
Scriviamo queste righe perché questo comunicato ha tutti i connotati di un’ingiustizia, difficilmente sanabile con un ricorso (la parola dell’arbitro contro quella di altri) pesantissima per il lavoro che c’è quotidianamente dietro alla partecipazione ad un campionato impegnativo come quello FIGC di prima categoria in Sardegna, ed anche lesiva dell'immagine del tesserato e della società che, viste le motivazioni riportate in un comunicato ufficiale e pubblico.
Esiste una dignità delle persone coinvolte nel mondo del calcio, i comunicati sono pubblici e leggere di squalifiche per “nutrite parole offensive” è davvero avvilente.
E comunicati come questo fanno apparire le persone coinvolte come persone avvezze all'insulto grave e reiterato verso una figura importante quale è il direttore di gara.
Il rispetto dei ruoli e delle persone ci deve sempre essere, nello sport e nella vita normale, tra tutte le parti coinvolte perché come è importante la figura dell'arbitro nello sport, lo sono anche le altre figure che spesso sono un punto di riferimento per gli atleti, soprattutto i più giovani, come lo sono gli allenatori ed i dirigenti.
Perché senza arbitri non si gioca, ma neanche senza dirigenti e tesserati e le punizioni palesemente ingiuste hanno lo stesso effetto delle offese o delle minacce: allontanano le persone dal fare e dall'organizzare sport.
La direzione presa a tutela dei direttori di gara, con l’inasprimento di alcune sanzioni, è certamente condivisa, quando necessaria a scongiurare comportamenti totalmente squalificanti e violenti di cui si legge ogni tanto sui giornali e per riavvicinare i giovani al mondo dell'arbitraggio.
È giusto che chi sbaglia paghi, nel modo giusto e proporzionale ai fatti ed al C.G.S.
ma non deve sfociare in un’inquisizione verso le altre figure coinvolte, e talvolta come in questo caso di fatti raccontanti in modo totalmente artefatto.
Si manifesta l’esigenza di sottolineare come la nostra società si adoperi costantemente perché i direttori di gara abbiano un'accoglienza ed un trattamento durante e dopo la gara di grande considerazione e rispetto Non vanno però scambiati per insulti e ingiurie le proteste che possono esserci in alcuni momenti concitati della gara o i tentativi di dialogo.
Si nota altresì, con dispiacere, un comportamento sempre più evasivo degli arbitri che un tempo si fermavano per il terzo tempo almeno per un panino, cosa che ormai fanno in pochissimi, spesso poco inclini al dialogo ed alle volte già prevenuti e non si comprende il perché questo accada anche con società che non hanno nella loro storia episodi di intolleranza o che magari sono anni che cercano di dare un’impronta più sana all’ambiente calcistico in generale.
Il dialogo ed i momenti conviviali sono uno dei modi perché lo sport torni ad essere sport e non venga vissuto come una competizione a tre tutti contro tutti: le squadre avversarie contrapposte tra loro e le stesse contrapposte all’arbitro e viceversa.
CI troviamo, come società sportiva, addirittura a dover RESPINGERE la richiesta di DIMISSIONI del nostro allenatore @Simone Deliperi , davvero deluso ed amareggiato, un uomo di sport che ci mette sempre cuore e passione, che a volte può aver sbagliato come tutti noi, ma non questa volta e non così.
Lo conosciamo, lo stimiamo e soprattutto eravamo presenti a fianco a lui durante la gara, questa squalifica è TOTALMENTE INCREDIBILE, e per questo respingeremo le dimissioni e non metteremo nessuna delle multe previste dalla nostra società nei confronti dei tesserati che vengono squalificati per fatti del genere, in quanto semplicemente siamo testimoni della loro non sussistenza.
Ma la sua delusione e la sua amarezza non solo le condividiamo ma le sentiamo anche noi sulla nostra pelle; ed proprio in giornate come queste, rispetto a quelle che seguono dopo periodi di sconfitte o di difficoltà sportive, che viene voglia anche a noi di “dimettersi”, di gettare la spugna.
Non lo facciamo per amore dello sport e per vivere giornate, in campo, come quelle di domenica scorsa, che resteranno nei ricordi di chi ha fatto parte della squadra e di chi la segue, per rincontrare sul campo avversari che spesso sono amici nella vita “fuori dal campo”, per ritrovarsi a passare le domeniche insieme, per far “vivere” i nostri paesi in giornate altrimenti noiose.
Piaceri come oggi vengono offuscati da alcune personalità, evidentemente di poco spessore tecnico (ma siamo in prima categoria, non in serie A) e umano e qui la categoria non ha rilevanza.
per il Badesi09
il Presidente
Gianfranco Altea
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