«La Sambenedettese era la favorita e sta rispettando quello che era il percorso ipotizzato ad inizio campionato. Francamente all'inizio pensavo che Chieti e L'Aquila potessero dare fastidio ai rossoblù fino alla fine ed invece c'è il Teramo ma è distante nove lunghezze ed a cinque partite dalla fine, facendo tutti gli scongiuri del caso, alla fine sarà la squadra che avrà rispettato il suo progetto sportivo ed il proprio programma vincendo il campionato».
Queste le parole del direttore Maurio Manfra, uno dei dirigenti italiani di lungo corso nel panorama nazionale, rilasciate a NotiziarioCalcio.com nella lunga intervista che vi proproniamo.
Nel girone F c'è anche un interessante lotta sul fronte "caldo". Ritroviamo giù anche la Fermana che sembra destinata alla seconda amarissima retrocessione. «La Fermana purtroppo si trova in questa situazione, va detto che la scorsa estate è partita con un gap dovuto al ritardo ed ora la classifica è molto severa. Le laziali? Roma City è una società "nuova", sono due anni e mezzo che è nata. Per me è un'ottima società, una delle poche in Italia, non solo in serie D, che rispetta gli impegni con tutti. È un dispiacere vederla lì. Il Sora si è attrezzato bene prendendo a dicembre una punta come Gomez. Sinceramente mi sarei aspettato ad oggi che avessero qualche punto in più. La risalita del Notaresco? Sono stati bravi nel correggersi strada facendo. A dicembre hanno preso un allenatore esperto come Silva ed in più hanno preso un giocatore che anche io ho sempre seguito che è Infantino che gli sta assicurando prestazioni e gol pesanti. Senza dimenticare giocatori del calibro di Arrigoni e Formigoni. È una squadra che, stop a parte con l'Avezzano di ieri, ora ha tutto per potersi salvare anche evitando i play-out. Vedendo la classifica è una bella lotta per tante squadre. Ci sono anche molti scontri e poi, secondo me, strada facendo la classifica potrebbe cambiare...».
Cambiare in che modo? «Prima della fine del campionato ci potrebbero essere diversi punti di penalizzazione per qualche società».
Nella nostra ultima chiacchierata, passando al girone G di Serie D, lei indicò il Guidonia come favorita nella lotta promozione. Resta di questa idea? «Confermo. Il Guidonia è la squadra con un organico già pronto per un'eventuale Lega Pro. Poi c'è la Gelbison che sta facendo molto bene ed ora anche il Cassino che secondo me lì non si trova per caso. Parliamo di una buonissima squadra e di un'ottima società. Sarà una bella lotta serrata ma ancora oggi vedo favorito il Guidonia non fosse altro perché ha quattro attaccanti come Tounkara, Maurizi, El Bakhtaoui e Calì che sono fuori categoria ed il campionato lo si vince anche con la panchina».
E per la lotta salvezza? «Una lotta tra laziali e sarde. All'inizio pensavo che l'Anzio non venisse invischiato nella zona bassa della classifica perché aveva fatto un buon girone d'andata. Invece adesso lo vedo un po' in difficoltà. Il Terracina è quella inevitabilmente messa peggio essendo fanalino di coda, e fatica il Real Monterotondo che balla in quella zona di classifica tra play-out e salvezza diretta».
Tra serie C e D abbiamo di recente perso quattro squadre, Turris e Taranto in C, Albenga ed Akragas in D. Che idea si è fatto su quanto è successo? «In Lega Pro secondo me al momento dell'iscrizione e quando fanno le fideiussioni, bisogna controllare bene i club. Non è detto che io abbia i soldi per iscrivermi ma poi non ho quelli per tirare avanti tutto il campionato. Stessa cosa in serie D, ad oggi fino a marzo c'è un venti-trenta percento di società hanno pagato solo tre o quattro stipendi. Il problema è che poi entro giugno devono aver firmato tutte le liberatorie. Mentre in Lega Pro ogni due mesi tue devi presentare le copie dei bonifici degli stipendi pagati, in D basta che tu al trenta giugno tu presenti le liberatorie e sei a posto. Però i giocatori devono mangiare tutti i mesi con le famiglie. E questo è un grosso problema che si propone soprattutto in serie D. Sarebbe giusto, dopo aver introdotto anche nei Dilettanti i contratti di lavoro, che si adeguasse alla Lega Pro anche da questo punto di vista normativo: ogni club deve pagare i calciatori e presentarne prova ogni due mesi».
Oltre all'aspetto umano c'è poi quello sportivo. «Esatto. Così si stravolgono i campionati. Se ad una squadra togli sei punti, e chi magari ti era alle spalle ti passa avanti perché magari contro le squadre esclus e aveva perso, e quindi non perde punti, oltre al danno dei tesserati delle società escluse c'è il danno al campionato ed a quelle società che si sono comportate bene. Si stravolge tutta la classifica anche perché ora due società a turno riposano e questo altera gli equilibri. In serie D il campionato è falsato anche da quei club che non pagando regolarmente gli stipendi, subiscono una perdita di calciatori e la domenica mandano in campo tanti giovani della Juniores perdendo partite su partite».
Ora in serie D si sta finalmente parlando di riduzione dei giorni, da nove ad otto, e delle squadre, e di una promozione diretta attraverso i play-off. Finalmente iniziamo a ragionare? «Secondo me otto gironi sono pure tanti. Più si va avanti e più la crisi si fa sentire. Non è più come una volta, prima c'erano tanti modi di fare sponsorizzazioni, adesso tutte queste occasioni non ci sono più perché anche le aziende sono in crisi. E ogni società fa difficoltà ad affrontare un campionato di serie D o di Lega Pro. E poi, per quanto riguarda i play-off, ad oggi un club di serie D deve prima vincerli, così facendo sperare di essere nelle primissime posizioni della graduatoria ripescaggi e poi, quando anche dovesse essere ripescata, mettere mano al portafogli e pagare anche una cospicua somma a fondo perduto. Non ha senso. Assolutamente d'accordo con il fare i play-off mettendo in palio la promozione diretta in serie C. Sarebbe la cosa più giusta».
Direttore, cosa sta facendo in questo periodo? «Dopo tanti anni mi sto riposando e sto dedicando più tempo alla famiglia però seguo sempre le partite. Guardo la serie D, la C ma anche i campionati Primavera 1 e 2. Cerco di guardare tutti i giocatori con occhio particolare ovviamente ai giovani giocatori soprattutto in ottica serie D dove conosciamo l'importanza degli under».
Si fatica a credere che non abbia già ricevuto qualche telefonata per il futuro. «Adesso stanno finendo quasi tutti i campionati ma da aprile a giugno ci sono tante chiacchiere. Io sono pronto, l'unica cosa che posso dire è che non mi voglio più allontanare dal Lazio. Fuori non voglio più andare, mi sono stancato di girare. Se capita qualcosa di interessante intorno a Roma la potrei prendere in considerazione altrimenti mi guardo le partite e consiglio qualche giocatore a qualche società».
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