Un angelo è sceso da un barcone a Lampedusa. Questa è la straordinaria storia di Assan NJuke, un difensore gambiano dello Sporting Venticano. È stato quasi travolto dall'eco del clamore suscitato dal suo eroico gesto la scorsa domenica, quando probabilmente ha salvato la vita di Giuseppe Napolitano, portiere del Vitulano. La LND Campania ha espresso pubblicamente la sua gratitudine ad Assan, che ne è stato lusingato. Tuttavia, sottolinea con modestia: "L'unica cosa che conta, che mi preoccupa, è che Giuseppe ora stia bene".
Gli istanti vissuti, sia dentro che fuori dal campo, durante la partita valida per la terza giornata del girone D di Prima Categoria, sono stati veramente terribili. La testimonianza di Njuke fa venire i brividi: "Il momento è stato così scioccante che non ricordo nemmeno se fosse un calcio d'angolo o una punizione. Mi sono voltato e ho visto il portiere del Vitulano perdere la palla e cadere a terra in modo critico. Ho sentito il presidente Colella dalla tribuna che gridava di aiutarlo, quindi mi sono precipitato da Giuseppe, cercando di girargli la testa verso sinistra per facilitare la respirazione. Nel frattempo, il nostro capitano Antonio Santangelo, che è anche un farmacista, è corso in campo dalla panchina e ha posizionato Giuseppe in modo sicuro mentre chiamavamo l'ambulanza".
Assan, che compirà 28 anni il prossimo 25 novembre, ha attraversato molte sfide nella vita. È diventato orfano nel breve lasso di tempo tra il 2001 e il 2005. Tuttavia, la sua forza e il suo coraggio hanno suscitato un profondo senso di gratitudine nel cuore di una madre italiana. Assan racconta: "Ho parlato al telefono con la madre di Giuseppe e mi ha detto che sta migliorando. Sono felice. La signora mi aveva già chiamato domenica sera per ringraziarmi. Penso che nello sport, come nella vita, siamo una grande famiglia. Era come se Giuseppe fosse mio fratello a terra".
Assan è arrivato in Italia il 22 agosto 2016, dopo un viaggio estremamente difficile, lungo e pericoloso. Ha vissuto a Santa Maria a Toro, San Nicola Manfredi e San Martino Sannita. Attualmente, risiede a Benevento, a due passi dal Duomo, con un amico, ma lavora ad Avellino come meccanico da quasi due anni. Ha imparato il mestiere qui e ha assimilato il detto "prima il dovere e poi il piacere". Non ha mai rinunciato alla sua grande passione: il calcio.
Il calcio è letteralmente nel destino di Assan: "Quando sono arrivato, non conoscevo nessuno. Giocavo per strada con un bambino di 7 anni, Angelo Mottola. Ho fatto amicizia con suo zio Pietro, ho conosciuto sua sorella Angela e il marito Tommaso. Abbiamo sviluppato un legame speciale. Mi hanno aiutato a trovare un lavoro e mi hanno assistito nel processo di ottenere il permesso di soggiorno. Sarò eternamente grato a loro". Il Venticano è diventata la sua terza famiglia: "Mi trovo davvero bene qui. Ho iniziato a giocare nel Montefusco, e sono nel Venticano da quattro anni. I miei idoli sono Paolo Maldini e Alessandro Nesta. Sono un grande tifoso del Milan. Riguardo all'Avellino, andrò a vedere il derby contro il Benevento al Vigorito".
Assan ha trovato una casa lontano da casa in Campania: "È un posto bellissimo. L'unico problema è che si mangia troppo bene qui, e io sono bravo a cucinare. Devo fare attenzione alla dieta (ride)". Il presidente Antonio Colella è orgoglioso del loro gigante: "Assan è il nostro gioiello, volevano portarlo via, ma siamo stati capaci di trattenerlo. Napolitano ha scritto direttamente dall'ospedale che Assan è il suo angelo custode. Siamo felici di averlo con noi, proprio per questo. È un ragazzo d'oro, prima ancora che un bravo calciatore".
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