Contestazione Acireale, Di Mauro: «Sono andati ben oltre, oltre la civiltà»
Una stagione complessa quella dell'Acireale, con una squadra che nonostante il bel gioco espresso in ogni partita non riesce a trovare continuità di vittorie, e con la tifoseria organizzata che nella stragrande maggioranza ha deciso di non supportare la squadra, in aperta contestazione con il presidente Giovanni Di Mauro.
Domenica, in occasione del match casalingo con la Nissa, perso incredibilmente per 2 -1 nonostante di fatto la squadra di Epifani abbia letteralmente schiacciato gli avversari per quasi tutti i novanta minuti, i tifosi della Curva Sud e della Curva Nord sono tornati sugli spalti, ma fra i cori classici di sostegno ai colori granata hanno duramente contestato Di Mauro, chiamandolo in causa con insulti urlati in maniera veemente.
"Qui non si tratta di sport, non più", ha dichiarato il proprietario della società acese. "La tifoseria organizzata ha deliberatamente scelto di abbandonare la squadra in questa stagione, in nome di una guerra ad personam nei miei confronti, nonostante ben prima dell'avvio del campionato avessi pubblicamente chiesto un incontro con loro. Non metto minimamente in discussione in fatto che si possa contestare una gestione societaria o una gestione tecnica, è legittimo, fa parte del calcio da ormai molto tempo, ma qui il discorso è un altro: non solo si sconfessa il credo stesso del tifoso, che durante la partita appoggia incondizionatamente chi sta in campo per poi eventualmente mostrare il risentimento dopo i novanta minuti, ma dal punto di vista umano è stato superato ogni limite.
Posso accettare gli insulti alla mia persona, sebbene credo sia profondamente sbagliato nei confronti della squadra fare questo continuamente durante un match, ma non posso tollerare che si tocchi la mia famiglia, che si chiamino in causa, insultandole pesantemente, le persone a me vicine. Considero questo profondamente incivile, vergognoso. Che dignità ha chi fa una cosa del genere? Ho sempre detto che sono aperto al dialogo, a incontri pubblici, a confronti nel rispetto dei ruoli, ma adesso l'amarezza per quanto siamo costretti a vedere e sentire, per il triste spettacolo che questa gente sta mostrando al mondo del calcio, è diventata davvero tanta. Cosa vuole ottenere chi fa questo? L'unica cosa che viene fuori da un simile comportamento è il danno alla squadra, alla stagione, all'immagine gloriosa di questa Società. Acireale non è solo una parte, Acireale è tutta la città, è tutti i tifosi, ed è di tutti quelli che la amano incondizionatamente. Amare dettando condizioni non è amare".