.

ESCLUSIVA NC - Lombardo: "Regole penalizzanti, ma cerco di essere più forte di qualsiasi ostacolo"

di Stefano Sica

Ad appena 25 anni ci si può sentire "vecchi" per via di un sistema normativo irragionevole che abbatte meriti e buon senso. A maggior ragione se si è portieri. E' la storia di Raoul Lombardo, enfant prodige di un Sorrento che viveva un'epoca indimenticabile, e ora colonna del progetto Equipe Campania, di cui ha fatto parte anche quest'estate. Sono stati anni di speranze e di soddisfazioni per il numero uno napoletano, che nel 2014 ha partecipato anche alla promozione del Matera tra i professionisti. Un tempo, tra i gioielli più luccicanti della sua generazione calcistica. Oggi in attesa della chance giusta, nonostante professionalità e determinazione dimostrate anche nel corso del raduno del Vallefuoco. "Sono sei anni che nel pre-campionato mi alleno con l’Equipe Campania, dove anno dopo anno trovo sempre un ambiente migliore per recuperare la condizione - ci racconta -. Ormai siamo diventati una famiglia e il merito è soprattutto di Antonio Trovato: colgo l’occasione per ringraziarlo insieme a tutto il suo staff perché ci mettono sempre nelle condizioni migliori sia fisiche che mentali per affrontare l’annata calcistica".

 Come è stata la tua ultima stagione?

"L’anno scorso non è stato proprio felicissimo, soprattutto in relazione alla prima parte di stagione, dove ho aspettato un po’ prima di firmare per cercare un progetto che mi stimolasse. Arrivati ad ottobre, a campionato ormai iniziato, ho deciso di accettare l’offerta del Granata: purtroppo, fin da subito, non ho trovato un ambiente sereno, c'erano molte problematiche, Nonostante giocassi con continuità, alla riapertura del mercato di dicembre ho deciso di andare via accettando poi l’offerta del Sona Calcio, una società veneta che sin da subito mi ha fatto star bene sotto tutti i punti di vista, facendomi capire la loro serietà e le loro ambizioni. Lì ho trovato un gruppo fantastico e calciatori di un certo livello come Zamboni, Oliveira, Pereira e Dos Santos, allenati da uno staff molto preparato. Fortunatamente la seconda parte di stagione è stata positiva sia sotto l’aspetto personale che di squadra".

Sei stato vicino alla Scafatese, tra le altre: hai avuto anche altri abboccamenti in questo periodo?

"Quest’estate ci sono state diverse richieste, ma alcune per motivi economici, e altre per motivi di categoria, non si sono concretizzate. Purtroppo nella nostra categoria si parla ogni anno di questa regola che penalizza la gran parte dei calciatori e noi portieri “over” siamo i più bersagliati. Anno dopo anno ormai ci ritroviamo a combattere contro un sistema che non ci mette nelle condizioni di crescere e maturare, ma ci costringe nella maggior parte dei casi a smettere o a doverci accontentare. Portieri che all’età di 21/22 anni sono già considerati esperti e quindi poco utili alle stesse società che negli anni precedenti li consideravano indispensabili solo ed esclusivamente per l’obbligo che avevano di schierarli. Io credo che fin quando ci esisterà questa regola non ci sarà più per le società un discorso di crescita su un giovane, e purtroppo non si punterà più alla preparazione di un calciatore per il raggiungimento di un obiettivo futuro".

Tuttavia la tua tenacia d'animo è forte e solo chi ha assistito agli allenamenti dell'Equipe può confermarlo.

"Dopo aver affrontato tutto il ritiro mi sento bene fisicamente e mi sto continuando ad allenare aspettando la chiamata di una società che mi dia serenità e soprattutto gli stimoli giusti. La mia passione è immutata e continuo a lavorare senza pensare ad intralci di nessun tipo. Bisogna essere più forti di certe cose. Ho solo tanta voglia di rientrare e di poter dimostrare il mio valore". 


Altre notizie
PUBBLICITÀ