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Locri, passione infinita di una tifoseria caldissima

di Ermanno Marino
Fonte: quotidiano del sud

Tra le tante storie colorate che il calcio riesce ad esprimere, c’è una bella anomalia della quale dare conto. È il seguito ed il carico di passione, corroborato dalla voglia di stare insieme, dal senso di appartenenza ed il sentimento di aggregazione a fronte della carenza di alternative associative che ha portato a rendere la curva del Locri una delle più importanti nel panorama del dilettantismo meridionale.

La storia del tifo organizzato locrese affonda radici lontane, già ad inizio anni ‘80 si sono registrati i primi vagiti di questo movimento “lo striscione scritto su carta esposto nel derby del 1982, a Siderno. Per noi fu un pomeriggio incredibile perché alla vittoria maturata nel finale si aggiunse l’esposizione di questo cartoncino distrutto poi dalla pioggia” ci viene raccontato da una delle memorie storiche del tifo colorato a Locri. Il crescendo continuo, complici anche i buoni risultati, va a maturare da metà degli anni 90, sono diversi i gruppi che remando insieme, ma con qualche sfaccettatura diversa, iniziano a dare una strutturazione importante ad un tifo che allora, come oggi, attraverso un lavorìo settimanale amalgamando ragazzi di ogni estrazione sociale, ha prodotto e produce coreografie mozzafiato. Il parziale raffreddamento avviene con l’ineso - rabile e verticale discesa del Locri che rapidamente passa dalla D alla Prima Categoria, fino alla scomparsa della prima squadra. Non si sopisce la voglia del sostenere i colori, ma l’assenza di prospettiva futura fa sì che il background maturato dai “vecchi” non trovi più la forza per l’esposi - zione in pubblico e dunque il tifo si trasforma in un fatto più intimo e personale. Il 2014 torna ad essere svolta, con la rinascita del Locri, parte il progetto “Nuova Guardia”.

Una partita con il Bianco in casa ed una trasferta a Brancaleone sono i primi vagiti di una passione che stava rinascendo con il motto: “dateci la scintilla che Locri prende fuoco”. Ed è così che anche “gli altri”, tanti over 40, riprendono la sciarpa al collo e “riattivano”, in un rapporto di osmosi, la voglia di tornare a cantare, di vivere i tanti pre partita con canti e birra, le autotassazioni per le trasferte e tutto ciò che contraddistingue l’aggregarsi intorno al colore della maglia della propria città riallacciando il filo con il passato attraverso lo striscione “Ultras 1992”. Adesso, anche per questi ragazzi, c’è la suggestione del ritorno in Serie D e l’ulteriore scatto è l’apertura di una sede per coordinarsi al meglio in quelle che sono le attività da svolgere durante la settimana ed ovviamente l’auspi - cio è quello di avere una società forte e responsabile affinché non si disperda quello che è un autentico patrimonio per una cittadina di 12500 abitanti.


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