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Campania - Portici, Sardo: "Trasterta delicatissima quella di Caivano"

di Maria Lopez

“Sono contento perché ha portato fortuna”, sorride Paolo Sardo quando gli ricordiamo che è stato suo il gol che ha regalato al Portici la prima vittoria in campionato per poi inanellarne altre sette consecutive. Per tutti i compagni di squadra lui è “Paoletto”, mentre per i tifosi è un centrocampista coi fiocchi e non più il fratello di Gennaro, terzino della massima serie, esaltatosi spesso contro il Napoli. Ma non solo a Portici hanno visto il suo valore, l'hanno fatto anche alcuni club di categoria superiore che hanno provato a strapparlo al sodalizio porticese con offerte allettanti, da far vacillare chiunque. Lui ha saputo a chi rivolgersi: “Sono molto cattolico, ho trascorso una notte in preghiera perché stava pur sempre passando un treno sulla mia strada, ma il cuore mi ha suggerito di non lasciare questo grande gruppo perché sono sicuro che sarà un anno importante”. Parole da brividi, che ci permettono di scoprire anche lo straordinario lato umano di un giocatore serio, affidabile e professionale come Sardo. Quando ti arriva una offerta importante, viene naturale valutarla, ma poi al cuor non si comanda. Lui si è guardato intorno, ha visto cosa avrebbe perso, si è confidato con Colui che parla al nostro cuore e, dopo aver ascoltato nel silenzio, non ha avuto più dubbi. Ormai nel Portici si è creata una famiglia così forte che non si può abbandonare, una famiglia così forte al suo interno che niente e nessuno può disgregare. Andiamo a leggere l'intervista che ci ha rilasciato.

Partiriamo dalla gara di Torre Annunziata. C'era sia carica che tensione alla vigilia ma il tuo gol, dopo soli sei minuti di gioco, ha sciolto tutto il peso emotivo di una sfida rivelatasi epica. Cosa ti porti dietro di quella giornata?
“E' stata una bellissima emozione, anche perché abbiamo avuto un grande approccio alla gara e per questo siamo passati in vantaggio, quella vittoria ha fatto capire a tutti che ci siamo anche noi. Appena rivedo la foto che mi ritrae sotto il settore dei nostri tifosi, mi vengono ancora i brividi. Per questo spero che ci siano sempre più tifosi a sostenerci, abbiamo bisogno di loro, di avere sempre più gente al seguito. Lo so che molti sono amareggiati per la vicenda “San Ciro”, ma mi auguro che siano presenti ovunque per noi, anche a Torre del Greco che non è molto distante da Portici. Stiamo facendo bene e, se ci sentiamo sempre a casa, avremo quel dodicesimo uomo in campo che contribuisce tantissimo alle vittorie”.

La speranza è che il tuo appello ai tifosi possa far sì che anche a Caivano ci sia una buona presenza del pubblico porticese?
“Soprattutto lì, perché ci aspetta una trasferta delicatissima. Dal canto nostro, faremo di tutto per fare bottino pieno, come abbiamo fatto in casa della Sessana, la spinta maggiore ce l'hanno fornita proprio quei tifosi giunti a Vitulazio. Con tanti tifosi al seguito, ci sentiremo caricati maggiormente. Stiamo preparando prima questa trasferta e poi ce la giocheremo anche contro l'Herculaneum ma guai a pensare prima al derby. Dobbiamo scendere in campo con l'atteggiamento di chi è determinato a prendersi l'intera posta, per far capire chi siamo e cosa vogliamo, non dobbiamo chiuderci ma giocare come sempre con personalità e senza alcun timore”.

Quella con il Real Forio è stata la gara della prima vittoria e del tuo primo gol, con la Sessana è stata quella dell'invasione azzurra, a Torre Annunziata c'è stata l'apoteosi, quale partita ti è rimasta più impressa?
“Dico quella con il Savoia, non tanto per il prestigio, ma perché abbiamo smentito chi ci dava già per spacciati visto che era un periodo in cui gli oplontini sembravano inarrestabili. Quella è stata la partita che ha fatto aprire gli occhi a molti sulla nostra forza e noi intendiamo continuare a stupire perché possiamo farlo e ciò che è stato fatto finora può essere migliorato”.

Ogni squadra ha un punto di forza, e non è detto che sia per forza di natura tecnico-tattica, quello del Portici ormai è chiaro...
“Magari è stato detto, ridetto e ripetuto tante volte ma questo è un gruppo eccezionale. Aggiungo altro, neanche quando giocavo in C1 ho avuto la fortuna di ritrovarmi in uno spogliatoio così unito, dove ci si vuole veramente bene. Il merito è del mister che sta facendo un lavoro eccezionale ma anche della società che, nonostante i disagi legati alla mancanza di strutture idonee in città, profonde tanti sforzi per non farci mancare alcunché e noi lo apprezziamo tanto. È difficile trovare un gruppo così unito in Eccellenza, sembra di stare in un'altra categoria solo per questo”.

Che idea ti sei fatto di questo girone? Ora possiamo trarre delle prime valutazioni in base a quello che è emerso finora, cosa ti senti di dire di questo campionato?
“Ci aspettiamo sempre nuove sorprese, perché nel girone di ritorno inizia un altro campionato e non ci saranno partite facili. Tante squadre si rinforzeranno e le gare più difficili sono contro quelle che devono salvarsi. Ritengo che vada lontano la squadra che riesce a non farsi mettere i bastoni tra le ruote da quelle che hanno bisogno di punti per mantenere la categoria e giocano la partita della vita contro chi è in lotta per i vertici. Faccio l'esempio dell'Hermes Casagiove, una squadra invischiata nei bassifondi, ma che ha battuto il Savoia e imbrigliato l'Herculaneum, solo noi siamo riusciti a violare un campo così ostico. Dovremo mantenere sempre questa concentrazione anche contro chi, sulla carta, non sembra molto attrezzata”.


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