Insulti razzisti all'arbitro, il giudice sportivo sanziona ma l'arbitro potrebbe aver sbagliato tifosi

05.01.2024 00:30 di  Nicolas Lopez   vedi letture
Fonte: Il Gazzettino
Insulti razzisti all'arbitro, il giudice sportivo sanziona ma l'arbitro potrebbe aver sbagliato tifosi

Gli insulti razzisti rivolti al direttore di gara da parte di alcuni tifosi costano al Mestre Under 16 due giornate di squalifica del proprio terreno di gioco e l'obbligo di disputare le gare a porte chiuse. Tuttavia, la società si dichiara estranea, puntando il dito contro la tifoseria avversaria e annunciando un immediato ricorso contro la decisione.

I fatti, così come riportati dal referto dell'arbitro, sono legati alla partita Neptune Lido - Mestre dello scorso dieci dicembre, relativa al campionato regionale Under 16 e disputata al Lido. "Per la maggior parte della gara", spiega il comunicato della federazione, "la tifoseria del Mestre offendeva l'arbitro anche con epiteti che rientrano nell'articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva [offese di carattere razziale, ndr]. Il giudice sportivo sanziona la società Mestre con l'obbligo di disputare due partite a porte chiuse. Si convalida il risultato ottenuto sul campo (0-1)".

Non vi è alcun riferimento diretto a quanto effettivamente accaduto sugli spalti, ma alcuni tifosi presenti riferiscono che le offese sono state espresse al momento del gol della squadra ospite, tra cui un chiaro "Tornatene in Bangladesh". Nessun dubbio sulle offese in sé, ma il Mestre, basandosi sul momento stesso della pronuncia delle parole e considerando le testimonianze di alcuni membri della società presenti sul campo, esclude che gli epiteti siano stati pronunciati dai propri tifosi e presenterà un ricorso.

"Dal nostro punto di vista", rispondono dalla società tramite il segretario Matt. Settimo, "l'episodio riportato dal direttore di gara riguarda i momenti immediatamente successivi all'assegnazione del rigore a favore dei nostri ragazzi, poi vittoriosi sul campo. Risulta quindi privo di fondamento il fatto che alcuni dei nostri genitori o tifosi possano aver tenuto tale comportamento nei confronti del direttore di gara. Riteniamo che l'arbitro si sia comprensibilmente confuso, individuando erroneamente tra i tifosi ospiti chi ha pronunciato tali offese. Come società, siamo da sempre particolarmente attenti a questi temi, promuovendo l'integrazione e rifiutando categoricamente qualsiasi forma di discriminazione, sia essa razziale, di genere o di altro tipo. Lo sport deve essere un esempio di educazione e aggregazione".

In caso di conferma della decisione, risulterebbe comunque molto difficile far rispettare il verdetto, poiché il terreno di gioco dell'Under 16 regionale a Zelarino è situato all'interno di un parco pubblico, con libero accesso e completamente privo di tribune. Pertanto, potrebbe essere necessaria un'ordinanza comunale speciale per decretarne la chiusura.

Questo il comunicato del club arancionero:

Riguardo la partita valida per il campionato Under 16 del 10 dicembre scorso fra il Venezia Nettuno Lido e l'A.C Mestre Under 16, il Giudice Sportivo ha comminato alla nostra Società una sanzione, obbligando la squadra a giocare le prossime due gare interne a porte chiuse a causa di presunti insulti, anche a sfondo discriminatorio, rivolti da alcuni genitori/tifosi del Mestre verso l’arbitro. Da quanto ci risulta, l’episodio refertato dal Direttore di gara, dovrebbe essere relativo ai momenti immediatamente successivi l'assegnazione del rigore a favore dei nostri ragazzi, poi per altro vittoriosi sul campo per 0-1, grazie anche a quella decisione. Ci risulta quindi privo di logica il fatto che alcuni nostri genitori/tifosi possano aver tenuto tale comportamento nei confronti del Direttore di gara. Senza voler emettere alcun giudizio - che certo non ci compete - per lo stesso amor di logica è facile ipotizzare che l’arbitro in questione si sia comprensibilmente confuso, individuando erroneamente fra il gruppetto dei tifosi ospiti, chi ha pronunciato tali disdicevoli epiteti. L’Associazione Calcio Mestre provvederà quindi ad un dovuto ricorso, così come previsto dal regolamento. Con l'occasione intendiamo ribadire che come Società siamo da sempre particolarmente attenti a questi argomenti, nonché attivi nella promozione dell'integrazione, rifiutando categoricamente qualsiasi tipo di discriminazione, che sia razziale, di genere o di altro tipo. Lo sport è e dev'essere esempio, educazione e aggregazione ed è questo il messaggio che ci proponiamo di portare avanti da anni, in tutte le nostre attività.