Il Siracusa domani affronterà il Licata che, dopo il pareggio casalingo contro l’Akragas, ha salutato il direttore sportivo Martello ed il tecnico Romano, entrambi dimissionari. Dopo aver affidato temporaneamente la guida tecnica ad Alberto Alicata, allenatore della formazione Juniores, è arrivata la nomina del nuovo diesse Agatino Chiavaro. Il giorno dopo il Licata Calcio annuncia anche l’arrivo del tecnico Marco Coppa (ex Akragas) sulla panchina che farà il suo esordio proprio al “Nicola De Simone” di Siracusa per la XII giornata di campionato.
Stamane Marco Turati, tecnico azzurro ha presentato in sala stampa la gara di domani contro il Licata, e va oltre perché parla anche del momento poco brillante della squadra in campo esterno, e chiarisce nei minimi particolari la cessione del giocatore Enrico Zampa.
Mister che partita si aspetta domani contro il Licata?
«Sicuramente ci aspettiamo la solita partita combattuta perché noi come ogni partita che giochiamo al “De Simone” davanti al nostro pubblico vogliamo prendere in mano la partita sin dall'inizio. Sappiamo che il nostro tipo di calcio richiede molto possesso palla e vogliamo riproporlo domenica, e ovviamente fare risultato perché è sicuramente la cosa più importante. Per la partita di domenica il Siracusa sta sicuramente bene; abbiamo recuperato qualcuno che aveva una condizione fisica non ottimale, ma purtroppo abbiamo perso Riccardo Barbana che è un 2006, importante per noi. Purtroppo, un infortunio che lo terrà lontano dalla nostra squadra per circa quattro settimane. Comunque, non manca l'alternativa con Mattia Puzone e anche con lo stesso Di Paolo che sono ragazzi veramente validi".
Ultime gare?
«Forse nelle ultime partite abbiamo avuto un po’ di frenesia, pensando subito a sbloccare la gara. Questo modo di pensare ci ha fatto fare degli errori dal punto di vista tecnico che solitamente non commettevamo. Capisco lo stato d'animo della mia squadra perché siamo in un periodo dell'anno veramente importante dove i punti pesano tantissimo, e ci sono tante squadre raccolte davanti, quindi un po’ pressione, o tensione sicuramente ci può stare, ma questo non deve spostare di vista il nostro obiettivo, che deve essere quello di prendere in mano la gara e cercare di dominarla dall'inizio alla fine. La settimana scorsa, l'avevamo già analizzata il sabato nella conferenza stampa, sapevamo cosa ci aspettava. Sapevamo che tipo di campo era, sapevamo che tipo di avversario era, il tipo di campo con quelle dimensioni, con quel terreno lì, avremmo potuto prendere anche qualche ripartenza. Secondo me i ragazzi hanno anche approcciato bene, però non siamo stati bravi perché dovevamo fare gol. Dovevamo sfruttare quelle due occasioni che ci sono capitate subito in partenza. Poi purtroppo c'è stato un episodio negativo. Il rigore che è sicuramente in campi di Serie D di questo genere non se ne vedono molti, però è successo. Alla fine, sono stato contento per la reazione dei miei ragazzi che l'hanno rimessa in piedi, anche se sappiamo che dobbiamo fare molto ma molto di più.
Dobbiamo creare di più perché. Contro la Nissa, in campo esterno, come pure contro il Pompei, magari un po’ meno, anche lì abbiamo dominato. Ci sono altre partite dove servono altre caratteristiche e noi dobbiamo migliorare li, in quelle partite dove non si possono avere quindici palle gol come ci capita in altre situazioni, sappiamo che in quelle poche situazioni che ci capiteranno dobbiamo essere incisivi, letali. Dobbiamo fare gol perché abbiamo il potenziale, abbiamo i giocatori per farlo. Oggi stiamo concedendo veramente poco all'avversario, ma arriva poi il giorno dove ci sarà una partita che alla prima occasione prendi il gol. Domenica ci è successo, se complicata la gara, ma poi l'abbiamo recuperata. A differenza di altre partite tipo Locri dove sbagliando il rigore poi ci siamo demoralizzati. Vedo tutti i giorni i miei ragazzi e so che hanno una voglia matta di migliorare anche in queste situazioni e per il resto, credo che nonostante questa nostra difficoltà, la squadra ha sempre espresso un ottimo potenziale. I ragazzi la davanti, tutti insieme perché questo è un campionato complicato, e noi lavoreremo per limare questi difetti, chiamateli come volete voi. Insomma, potremmo veramente divertirci quest'anno».
La cessione di Enrico Zampa?
«Allora, parto con il dire che Enrico (Zampa) per noi era un giocatore fondamentale. Siamo partiti quest'estate sapendo dell'importanza che aveva il giocatore nell’economia della squadra, e purtroppo dopo cinque giorni si è fatto male, è stato lontano venti giorni. Comunque, la successione dei fatti è stata che Enrico già prima dell'inizio del campionato chiede la cessione per un discorso contrattuale puramente contrattuale. Inizia il campionato con Enrico che parte subito da titolare. Un giocatore che io ritenevo fondamentale per noi e purtroppo non ha fatto bene non perché non aveva la condizione, e perché l'abbiamo ancora riperso. Alla seconda volta che l’ho avuto disponibile era alla quinta giornata contro il Pompei e purtroppo, come un fulmine a ciel sereno è arrivata una richiesta importante che non poteva rifiutare, anche se mercoledì avrebbe giocato titolare con noi. Questa richiesta ha un po’ scombussolato i nostri piani tattici. Enrico si presentò da me dicendo che aveva una richiesta economicamente troppo importante per rifiutarla e quindi andava via, ne ho preso atto, e pertanto non l'ho più avuto a disposizione. Questo trasferimento dopo una settimana di tira e molla salta; quindi, lo rimetto dentro e purtroppo la condizione veniva sempre meno perché il ragazzo non si era allenato. Finalmente dopo venti giorni di allenamento lo avevo messo dentro in Coppa Italia, con spezzoni di gara, speravo che potesse ritornare il calciatore importante, ma ha richiesto un'altra volta la cessione. Sono rammaricato per lui perché ci credevo molto, anche se me l'aspettavo perché era già la terza volta. Ora sicuramente in mezzo al campo siamo rimasti con soli quattro calciatori, però sono tutti calciatori che stanno bene, tutti ragazzi che vogliono rimanere e che vogliono sicuramente vincere qua».
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