Sta guadagnando sicurezza dimostrando pian piano di poter essere una garanzia. Il giovane portiere Gianluca Marcantognini arrivato a Matelica alla fine di agosto, tra i pali biancorossi si sta facendo conoscere. Non è un caso che nella partita col San Nicolò, vinta per 2-1, sia stato tra i migliori in campo, difendendo il risultato dagli attacchi avversari, mantenendo il vantaggio e diventando positivamente protagonista con interventi decisivi. Nato a Fano il 4 maggio 1996 si racconta a sportivi e tifosi.
Marcantognini partita dopo partita stai mostrando una crescita continua…
“Diciamo che sto prendendo sempre più fiducia ed è fondamentale. Sono le prime partite e per un portiere dopo lo stop estivo sono più delicate per ritrovare le giuste geometrie, ma per piano piano spero di diventare sempre più sicuro”.
Sei arrivato a Matelica un po’ in extremis, quando il ritiro era quasi finito. Come affronti questa avventura?
“Con tutti gli stimoli possibili e immaginabili. E’ la società migliore in cui potessi capitare, con un progetto strutturato e grande ambizione. Sono arrivato molto motivato, anche perchè la società fin da subito mi ha mostrato fiducia e di voler puntare su di me ed è un’occasione che non potevo farmi sfuggire in cui ho voglia di dare il massimo”.
Come hai deciso di fare un portiere?
“La mia è una vera e propria vocazione. Fin da piccolino. Appena preso un pallone in mano. Tutti i bambini sognavano di calciare il pallone e fare gli attaccanti, io invece volevo solo stare in porta”.
Sei un giocatore giovane a chi ti ispiri?
“Nell’esperienza a Fano ho avuto modo di imparare molto e crescere tantissimo. Stando in prima squadra, 3 anni, con un portiere come Ginestra mi ha aiutato tantissimo. Senza dimenticare i vari allenatori dei portieri, Sergio Spuri ad esempio. Ecco Ginestra per me ha rappresentato senza dubbio un giocatore da seguire. Ora a Matelica mi trovo molto bene anche con l’attuale mister Fabrizio Nizi che è molto bravo e dal quale penso potrò imparare tanto”.
Il tuo modello?
“Sono un fan sfegatato di Buffon da sempre”.
Quindi non ti chiedo che squadra tifi…
“Eh si sono juventino. Domenica infatti non è andata benissimo con l’Inter, ma per fortuna la vittoria conquistata a San Nicolò ha fatta passare in secondo piano il resto”.
Hai un portafortuna?
“Non sono scaramantico, ma ho un portafortuna che è una medaglia di ceramica realizzata da un mio amico e che porto con me”.
Il tuo motto?
“Non mollare mai. Bisogna sempre credere in quel che si fa. La base deve essere questa altrimenti non si può pensare di andare troppo avanti”.
Da portiere ti relaziona con compagni di reparto molto importanti ed esperti, come Cacioli, Di Maio, Gilardi, Lispi. Come lo vivi visto che sei così giovane?
“Non come un peso. Siamo tutti compagni di squadra, lottiamo per lo stesso obiettivo. E’ necessario avere la forza e il carattere di non viverlo come un peso, anzi come un motivo di crescita. L’aspetto caratteriale è molto importante. Servono lucidità e freddezza in alcune situazioni. Certo, loro hanno anche delle carriere molto importanti rispetto a me che sono giovani, ma è importante che ci sia fiducia reciproca”.
Domenica arriva il Castelfidardo, che gara ti aspetti?
“Torniamo su quel bel campo che la società ci ha regalato e davanti ai nostri tifosi. Sappiamo che sarà una partita durissima. Conosco l’allenatore del Castelfidardo, De Angelis, che ho avuto anche io a Fano e studierà molto le nostre caratteristiche per affrontare la gara. Noi però non intendiamo sottovalutare l’avversario. Siamo solo all’inizio e c’è tanta strada da fare”.
Autore: Anna Laura Giannini
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