Da secondo a primo. Il percorso di Leopoldo Torresin alla Dolomiti Bellunesi segue una traiettoria ascendente che rispecchia l'ambizione della squadra. Arrivato un anno e qualche giorno fa per affiancare Bertagno nella gestione della prima squadra, allora impegnata nel ruolo di unica antagonista alla promozione della Clodiense, oggi Torresin è pienamente immerso nel clima che accompagna la capolista del campionato verso le sette sfide mancanti alla potenziale promozione.

Quattro punti di vantaggio sul Treviso e nove sull'Adriese rappresentano un margine prezioso ma non ancora definitivo. La parola d'ordine è "equilibrio", pur non nascondendo l'ambizione di raggiungere il traguardo.

Un ambiente familiare

"Qui ho ritrovato una serie di valori che contraddistinguevano la mia ex squadra, il Cartigliano, a partire dalla correttezza e dal rispetto di un ambiente nel quale mi sento a casa", afferma il direttore sportivo in una intervista al Corriere delle Alpi. "Non sono bellunese, però è come se lo fossi. Peraltro poi ho una sintonia piena con Simone ed è un aspetto fondamentale".

Interrogato sulla rapida ascesa della squadra in classifica, Torresin si mostra fiducioso ma non sorpreso: "Diciamo che non mi sorprende. Perché un primato in classifica è legato a un'unità di intenti che caratterizza squadra, dirigenti, società. Il merito, insomma, è condiviso e lo si nota soprattutto nel modo in cui i per fortuna pochi momenti difficili vengono superati senza drammi collettivi, ma solo con compattezza".

Un progetto solido

Il successo della Dolomiti non è casuale, ma frutto di un progetto ben strutturato: "Qui esistono un'accurata programmazione, oltre a un vero e proprio paradiso per i giocatori sotto svariati punti di vista. Ultimamente poi vedere così tante persone allo stadio è motivo di soddisfazione soprattutto per chi dà una mano nell'ambiente sotto ogni punto di vista".

Con il traguardo che si avvicina, Torresin mantiene i piedi per terra: "Intanto sfruttiamo questa sosta per recuperare quasi tutti. Nel frattempo lavoriamo con lo spirito giusto, consapevoli ci sia in palio qualcosa che alcuni giocatori sognano una vita…".

Le sfide decisive

Il calendario presenta subito una sfida impegnativa per la ripresa: "Ripartirete a Montecchio domenica 23", gli viene fatto notare. "Sfida chiave, se ce n'è una", risponde Torresin. "Non tanto per il discorso legato al loro obiettivo salvezza, perché il nostro non è meno motivante, anzi. Però riuscire a ottenere i tre punti lì, ci farebbe affrontare con stimoli e fiducia ancor più forti un altro scontro con un'avversaria che punta a mantenere la categoria come il Caravaggio".

La Dolomiti si prepara quindi ad affrontare il rush finale con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per coronare il sogno promozione, ma anche con la prudenza di chi sa che nel calcio nulla è scontato fino all'ultima giornata.

Sezione: Serie D / Data: Ven 14 marzo 2025 alle 22:31
Autore: Cristo Ludovico Papa
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