Mauro Bosco, presidente della Vis Pesaro, ha tracciato un bilancio dettagliato della stagione appena conclusa, offrendo una panoramica completa dei successi raggiunti e delle sfide ancora da affrontare. Con un'analisi lucida e senza filtri, il numero uno biancorosso ha delineato la strada per il futuro del club, tra sostenibilità, infrastrutture e obiettivi ambiziosi.
Il presidente Bosco ha esordito rivendicando la crescita tecnica della squadra, sottolineando come la Vis Pesaro abbia dimostrato di essere "ad un livello tecnico adatto per ambire a sogni di gloria". La capacità di confrontarsi alla pari con avversarie di spicco come Pescara e Ternana, ora in lotta per la Serie B, non è stata frutto del caso. "Non è stata un'annata casuale, anzi, con un po' di fortuna in più le cose sarebbero potute andare anche meglio", ha affermato Bosco, riferendosi a una stagione costellata da numerosi infortuni che, nonostante tutto, non hanno impedito il raggiungimento di "risultati eccellenti".
Il vero punto di svolta, secondo il presidente, risiede però nel prestigio acquisito dalla società. "Per come la vedo io, il vero traguardo storico è che la Vis finalmente è diventata una società ambita nel mondo calcistico". Ha ricordato le difficoltà iniziali, quando "convincere un giocatore o un membro dello staff, era un'impresa ardua". Anni di "gestione solida" e l'assenza di problemi economici hanno trasformato il club in una realtà ricercata. "Non abbiamo mai dato problemi economici, ci è mancato solo il risultato sportivo che finalmente è arrivato ed era l'ultimo tassello che ci mancava", ha concluso con orgoglio.
Guardando al medio-lungo periodo, Bosco ha posto la sostenibilità economica al centro della strategia biancorossa, definendola "il vero valore aggiunto nel calcio". In un panorama calcistico dove le difficoltà di iscrizione ai campionati sono all'ordine del giorno – come dimostrano "gli episodi eclatanti di Taranto e Turris" –, la Vis Pesaro si impegna a raggiungere un "indice di liquidità non superiore a 0,8". Questa soglia è cruciale, poiché "dal 2026 non si potrà più sforare quell'indice coprendolo con le fideiussioni".
Il presidente ha manifestato pieno supporto alla "riforma Zola", definendola "epocale", in quanto "farà capire ai club di Lega Pro che uno dei modi per essere sostenibili è investire sui giovani e sulla professionalità". Un messaggio chiaro, che punta a una gestione oculata e lungimirante, basata sulla valorizzazione delle risorse interne.
L'ambizione della Vis Pesaro non si ferma però alla sostenibilità economica. "Noi abbiamo sempre pensato in grande", ha dichiarato Bosco, ricordando gli investimenti in "infrastrutture e nelle figure dirigenziali". L'investimento "nel mister e nel suo staff" l'anno scorso ha dato "ragione", dimostrando l'importanza di scelte strategiche mirate.
Tuttavia, il presidente ha evidenziato una lacuna nella "trasformazione culturale della città". Se da un lato la tifoseria è motivo di grande orgoglio ("la tifoseria è qualcosa che mi rende orgoglioso perché ci è sempre stata vicina e ci ha fatto capire che è pronta per la crescita"), mancano all'appello "le altre componenti, gli sponsor ad esempio". Ha citato un esempio lampante: "Quando la squadra di basket ha perso il main sponsor, si sono mossi tutti per sopperire mentre quando è successo a noi non è successo nulla". Questo, a suo dire, dimostra che "gli imprenditori del posto non hanno ancora capito cosa significa essere grandi".
Il nodo più dolente rimane quello delle infrastrutture sportive. Nonostante un "centro sportivo completo" nel quale "ho investito tantissimo", l'impianto è inutilizzabile da due anni a causa di "solite grane burocratiche", come la mancanza di un verbale di ultimazione lavori e il certificato di collaudo. La situazione dello stadio "Benelli" è altrettanto critica: "oggi ci siamo iscritti e abbiamo indicato Carpi come stadio", costringendo la squadra a giocare lontano da casa. Bosco ha espresso gratitudine alla città e al Carpi Calcio per aver fornito i requisiti necessari, mentre a Pesaro si prospetta "l'ennesimo intervento tampone sullo stadio per le luci". Il presidente ha lanciato un monito chiaro: "Noi ci abbiamo messo tanta professionalità, ma se mi fanno stancare non ci metto molto ad alzare i tacchi e andare via. In posti come Ancona o Ascoli mi accoglierebbero a braccia aperte per iniziare un progetto vincente".
Il presidente ha affrontato anche la delicata questione del direttore sportivo Menga, attualmente sospeso. "Abbiamo sospeso il direttore per dargli la possibilità di difendersi. Dovrà dimostrare che non c'entra nulla con i fatti e che è stato solo un servizio montato ad arte per screditarlo", ha chiarito Bosco. Ha ribadito che "da parte nostra non c'è la volontà di sostituirlo perché al momento è accusato, non condannato". Sottolineando il merito di Menga nello scoprire giovani talenti ("i calciatori sono stati convocati dalle nazionali ma l'anno scorso militavano nelle Primavere e li conoscevano in pochi. Il nostro direttore li ha scovati"), il presidente ha confermato l'intenzione di "aspettare il direttore e poi valuteremo cosa fare".
La struttura organizzativa della Vis Pesaro permette questa attesa: "abbiamo la possibilità di aspettarlo perché siamo strutturati, abbiamo una dirigenza folta". Ciò consente di proseguire con le attività ordinarie, "per quanto riguarda i contratti e gli accordi con i nuovi giocatori". Il lavoro di scouting, inoltre, è già a buon punto: "Avevamo già visualizzato tanti ragazzi nella Serie D, in Eccellenza e nelle Primavere, il nostro è un database molto folto". La rinnovata attrattiva del club facilita ulteriormente la ricerca di nuovi innesti: "oggi la Vis è una società ambita e spesso sono i ragazzi a cercare noi, perché vogliono lavorare qui ed essere allenati da Stellone".
Il futuro di mister Stellone è stato un altro punto centrale dell'intervista. "Per come la vedo io abbiamo già blindato il mister, quando è venuto qui gli abbiamo fatto 4 anni di contratto ed è qualcosa che difficilmente si vede in Lega Pro", ha dichiarato Bosco. La fiducia nel tecnico è totale, confermata anche dall'inserimento di una clausola rescissoria che rende "ancora più difficile per le altre società avvicinarsi a Stellone". L'allenatore è considerato "centrale nel nostro progetto e lo ha dimostrato con i fatti".
Il presidente ha confermato che la volontà di rimanere a Pesaro è reciproca: "Da parte nostra c'è tutta la volontà di rimanere a Pesaro e lui stesso ha ribadito di voler rimanere qui". I dialoghi per la programmazione futura sono già in corso, e mancano "solo le ultime formalità per proseguire insieme". Per quanto riguarda eventuali "offerte irrinunciabili", Bosco ha affermato che "dovrebbero arrivare nelle prossime settimane perché a luglio iniziamo la nuova stagione" e che "deve capitare qualcosa di clamoroso perché Stellone non sia l'allenatore della Vis il prossimo anno". Le percentuali di permanenza sono altissime: "Le percentuali che rimanga qui sono del 90% in questo momento".
Per quanto riguarda la composizione della rosa, Bosco ha espresso serenità, affermando che "il cammino è in discesa grazie alla programmazione fatta negli anni". Gran parte della squadra è già definita, con "tanti giocatori sotto contratto". Ha smentito voci infondate su Pucciarelli e Cannavò, specificando che "non è assolutamente vero perché entrambi hanno accordi lunghi".
L'obiettivo è trattenere i giovani talenti, pur riconoscendo che alcuni, come Coppola e Okoro, saranno "difficilmente trattenibili perché meritano di cimentarsi con categorie superiori". La filosofia del club è chiara: "noi non obblighiamo nessuno a rimanere, anche se c'è un contratto, perché se non c'è la voglia di rimanere non serve a nulla proseguire insieme". La maggior parte dei giocatori è "felice qui e ha la volontà di crescere insieme". A differenza delle stagioni precedenti, quest'anno la Vis Pesaro può contare su un "gruppo già formato", con numerosi giocatori in prestito in Serie D e C che faranno ritorno. Riguardo a Palomba, al momento "non c'è la volontà di trattenerlo".
Infine, il presidente ha espresso profonda preoccupazione per la situazione dello stadio, definendo le prospettive "nere". Ha elencato le carenze attuali: "Gli spogliatoi sono fatiscenti, i bagni sono inadeguati, così come la sala conferenze, l'area hospitality. Lo stadio è vetusto e non c'è nulla che funzioni, al momento sono state sistemate solo le luci ma quello era obbligatorio per iscriverci al campionato". Nonostante i continui annunci di lavori da parte del Comune, "la situazione rimane questa per ora".
Il discorso sul "nuovo stadio" è un tema che "mi terrorizza", poiché "in teoria ci vorrebbero 6-7 anni ma qui a Pesaro tutto è più lento e ce ne vorrebbero almeno 12". Bosco teme che parlare di un nuovo impianto serva solo a "non pensare allo stadio attuale e così lasciamo marcire il Benelli". Sebbene accolga con favore l'idea di un nuovo stadio, il presidente ha chiesto chiarezza su "cosa fare durante i lavori di costruzione del nuovo impianto". Ha concluso con una riflessione cruciale sul futuro: "Tra l'altro, mi domando cosa potrebbe succedere se dovessimo andare in Serie B. Se vogliamo essere lungimiranti, è il caso di fare qualche riflessione anche su questo tema".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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