TRA GIOIA E SCONFORTO. Inutile negarlo. Ci sono storie e storie. Quella di Abdoul Guiebre non è molto diversa da altre ma rimane unica sotto certi aspetti, sia per quello in cui speri, sia per come scorre dannatamente il tempo senza neppure darti la possibilità di metabolizzare il tutto. L’ex fluidificante del Monopoli ha fatto il grande passo approdando al Modena in serie B. Dopo tanta gavetta masticando i campi prima dell’Eccellenza e della serie D arriva nel professionismo con il Rimini che nel bene e nel male rappresenterà la tappa del suo lancio. Quando sembrava tutto perso, addirittura messo ai margini del progetto biancorosso, Guiebre aveva pensato di lasciare il calcio giocato. L’intervento del nonno -principale stimatore- e dell’amico Pietro Tamai (ex Ds del Rimini calcio) saranno decisivi.
LA STORIA. Era un pomeriggio d’inizio inverno quando nel campionato d’Eccellenza Emiliano-Romagnolo, il direttore Pietro Tamai scese le scale in punta di piedi dalla tribuna di Meldola. In campo si stavano affrontando Meldola e Rimini. A fine primo tempo, Tamai alzò il pollice alto verso la tribuna stampa indicando che la trattativa per Guiebre fosse andata in porto. Per certi aspetti quell’operazione ricordò un colpo alla Galliani, il quale, in Bielorussia, durante una gara di UEFA del Milan aprì una trattativa per l’acquisizione imminente del bielorusso Kutuzov dandone a fine gara addirittura l'annuncio. Lo sgomento di alcuni addetti ai lavori, unito allo scetticismo generale provocò un sorriso imbarazzate tanto da chiedersi chi fosse costui e che cosa avesse da portare in casa Rimini. La risposta arrivò di lì a poco quando all’esordio, il giocatore dal cognome impronunciabile realizzò un “coast to coast” che divenne il ritornello di quella stagione: ”Prova a prendermi se ci riesci”. Il calciatore aveva bisogno di tempo, di essere probabilmente sgrezzato ma in quanto a tecnica, non aveva nulla da invidiare a nessuno. Tra i suoi pregi anche una buona dose di goal che nel calcio moderno rappresenta un valore aggiunto. L’elasticità mentale, l’apprendere in fretta determinati concetti e i consigli degli elementi più esperti, trascina Guiebre nel seguito della carriera. Nella scorsa annata a Monopoli arriva la definitiva consacrazione: pochi goal, ma tanta corsa e diversi assist a servizio della squadra. Una media di 6,5 in pagella che racchiude il suo andamento in un torneo considerato dagli stessi addetti ai lavori una sorta di serie B2. I pugliesi, non è un caso che centrino i play off, affrontando ed eliminando il Cesena, che nel DNA di Guiebre, una volta vestito il biancorosso riminese racchiude il massimo considerata la rivalità storica.
L’OCCASIONE SFUMATA. In una stagione travagliata, la prima in C del Rimini della gestione Grassi, Guiebre rappresenta una delle poche note positive tanto da attirare su di sé diverse sirene. Il Lecce, capolista in B e lanciato verso la serie A apre una trattativa vera e propria con il Rimini. Tamai è in cerca di una forte punta da portare in Romagna. L’operazione Guiebre finanzierebbe la spesa per il centravanti oltre a dare al ragazzo la possibilità tanto agognata. Eppure non se ne fece nulla. Il velo imposto dal club e le difficoltà del mercato impone il divieto di cessione. Sarà una chance persa ma al peggio non c’è mai fine. Il calciatore, in estate -con il Rimini rimasto in C e con una dirigenza del tutto nuova- viene messo fuori rosa. Il Rieti chiama. Il destino accompagna questo ragazzo anche quando attraversa una fase da svincolato di lusso. In seguito vede finalmente la luce tanto da entrare nella casa della B, quella categoria dove qualche anno fa sognava di arrivare e che oggi ritrova, manco a dirlo, nella regione dove è partito tutto, in altre parole l’Emilia Romagna. Modena per una nuova avventura alla faccia degli sfottò e di chi non aveva creduto in lui.
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