Mirco Antenucci ha appeso le scarpette al chiodo dopo aver raggiunto la salvezza in Serie C con la SPAL, chiudendo una carriera ricca di soddisfazioni e qualche rimpianto che ancora oggi lo accompagna. Tra i capitoli più significativi della sua lunga esperienza calcistica, quello vissuto a Bari occupa un posto speciale nel cuore dell'ex attaccante.
In un'intervista concessa a La Repubblica e ripresa da Pianeta Bari, Antenucci ha ripercorso i momenti salienti della sua avventura in terra pugliese, svelando retroscena inediti e confessando le emozioni che ancora oggi lo legano alla città e ai suoi colori.
Il rimpianto più grande
Il ricordo più doloroso riguarda la mancata promozione in Serie A, sfuggita per un soffio dopo una stagione straordinaria che aveva alimentato i sogni di un'intera città. L'esperienza nei playoff rappresenta ancora oggi una ferita aperta per l'ex bomber.
"C'è stata la promozione in B e poi con un campionato fantastico abbiamo sfiorato la serie A. Quell'obiettivo fallito di un soffio resterà uno dei più grandi rimpianti nella mia carriera, ma evidentemente doveva andare così. Nella gara di andata a Cagliari entrai in campo soltanto per battere il calcio di rigore del pareggio. Non avevo fatto neanche il riscaldamento, ma non mi tirai indietro e feci gol. Sì, nella gara di ritorno mi sarei aspettato un pizzico di riconoscenza nei miei confronti: anche i dieci minuti finali. È una cosa che non ho mai mandato giù. Ma purtroppo è andata diversamente".
Le parole di Antenucci tradiscono ancora oggi l'amarezza per una gestione che lo aveva visto protagonista nell'andata ma completamente escluso nel match decisivo del ritorno. Un episodio che evidentemente ha segnato profondamente il percorso dell'attaccante con la maglia biancorossa.
Il rapporto con Di Cesare
Tra i ricordi più vividi del periodo barese emerge anche il rapporto con Valerio Di Cesare, compagno di squadra con cui inizialmente i rapporti non erano stati dei migliori, ma che nel tempo si è trasformato in una relazione di stima reciproca.
"Di Cesare? All'inizio non lo sopportavo, spesso sono state scintille tra noi. È stato bellissimo giocare con lui, credetemi. Abbiamo fatto il corso insieme e anche io vorrei intraprendere questo percorso. Valerio farà bene, è serio e capisce di calcio."
L'evoluzione del rapporto tra i due calciatori rappresenta un esempio di come il calcio possa trasformare le rivalità iniziali in amicizie durature, unite dalla passione comune per il gioco e dalla condivisione di obiettivi ambiziosi.
Un legame indissolubile
Nonostante i rimpianti sportivi, il legame di Antenucci con Bari va ben oltre gli aspetti puramente calcistici. La città pugliese ha rappresentato un capitolo fondamentale non solo della sua carriera, ma soprattutto della sua vita privata, tanto da spingerlo a investire concretamente nel territorio.
"Come a volte accade, sono arrivato da quelle parti poco convinto e me ne sono andato in lacrime. A Bari è nata la più piccola delle mie tre figlie e tutta la mia famiglia ci ha lasciato il cuore. Ecco perché ho voluto investire in questa struttura, che parlerà di noi e dei miei bellissimi anni vissuti con la maglia biancorossa".
Questa confessione rivela la dimensione più intima e personale del rapporto dell'ex calciatore con la realtà barese. L'arrivo inizialmente scettico si è trasformato in un attaccamento profondo, suggellato dalla nascita della figlia minore e coronato dalla decisione di investire in una struttura che testimoni il legame duraturo con quella terra.
Il nuovo capitolo post-carriera
La scelta di concludere la carriera con la salvezza della SPAL in Serie C rappresenta un epilogo significativo per un attaccante che ha saputo reinventarsi anche nelle ultime stagioni della sua carriera. L'esperienza ferrarese ha confermato la professionalità e l'attaccamento alla maglia che hanno sempre contraddistinto Antenucci durante tutta la sua lunga militanza nel calcio professionistico.
Ora che i panni del calciatore sono definitivamente appesi al chiodo, l'ex bomber guarda al futuro con l'ambizione di intraprendere il percorso da allenatore, seguendo le orme di molti ex compagni di squadra che hanno scelto di rimanere nel mondo del calcio con un ruolo diverso.
Un investimento dal valore simbolico
L'investimento nella struttura barese assume un significato che va oltre il mero aspetto economico. Rappresenta il modo concreto con cui Antenucci ha scelto di ricambiare l'affetto ricevuto da una città che lo ha adottato e che ha saputo conquistare il suo cuore, nonostante i rimpianti sportivi mai completamente metabolizzati.
Questa decisione testimonia come alcuni legami calcistici riescano a trascendere il semplice rapporto professionale, trasformandosi in connessioni emotive durature che continuano a influenzare le scelte di vita anche a carriera conclusa. Il ricordo dei "bellissimi anni vissuti con la maglia biancorossa" continuerà così a vivere non solo nei ricordi, ma anche attraverso un investimento concreto che parlerà di quella stagione speciale per molti anni a venire.
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