La Cava tuona: "Ora basta bugie. Bitetto? Stia sereno"

06.09.2016 15:00 di  Ermanno Marino   vedi letture
La Cava tuona: "Ora basta bugie. Bitetto? Stia sereno"

Torniamo a parlare della querelle nata a Barletta dopo l’allontanamento, improvviso, del tecnico Sergio La Cava. L’allenatore irpino ed il suo secondo, Eduardo Gargiulo, dopo le parole del suo ex direttore sportivo Vincenzo De Santis (CLICCA QUI), ha chiesto alla nostra redazione di poter replicare con la volontà di chiudere definitivamente la vicenda da ora sta assumendo sempre più dei toni che col calcio hanno poco a che fare.

Evidentemente le parole del direttore sportivo non le sono piaciute. Mister La Cava a lei la parola.
“Voglio chiudere definitivamente la questione. Non ho intenzione dopo di ritornare ancora sull’argomento perché la vicenda ormai sta diventando stucchevole. Il direttore sportivo ha deciso di cambiare allenatore, perché è chiaro che è una sua decisione, bene. Si assuma le responsabilità della scelta e non si inventasse più nulla. Sono rimasto davvero sorpreso dalla sequela di falsità raccontate da De Santis e lo diffido dal reiterare questo comportamento. Basta dire bugie. Ha parlato della differenza d’età che c’è tra noi ma poi ha dimostrato con le parole di non avere il minimo rispetto per la mia persona ed il mio staff. Dovrebbe ricordarsi che dieci anni fa veniva a Bitonto a studiare i miei allenamenti mettendosi dietro la porta a recuperare i palloni quando io ero in Serie D e lui in Promozione col Trani. Quando io ho parlato non ho offeso nessuno, al contrario io sono stato offeso nel mio essere professionista. Noi ci siamo sempre confrontanti, anche in ritiro. Confronti che sono sempre terminati con un chiarimento. Del resto fino allo scorso mercoledì sera ci siamo sentiti parlando dell’imminente inizio di stagione. La mattina di giovedì ha telefonato al mio secondo dicendo di non presentarci a Manfredonia per l’amichevole comunicando l’esonero. Già questo dice tutto sul comportamento del direttore. Se lui mi ha scelto e portato a Barletta, avrebbe dovuto convocarmi in sede e parlarmi della decisione presa, la delusione sarebbe rimasta la stessa ma la decisione l’avrei accettata da professionista che sono".

Si sarà fatto un esame di coscenza, qual è il risponso?
"Squadra e staff tecnico hanno svolto un lavoro encomiabile sotto la mia gestione, non ho nulla da rimproverarmi e sentire delle invenzioni è assurdo proprio per questo. Ho sentito anche dire falsità sulle amichevoli senza under. Solo in una gara abbiamo giocato con due under negli ultimi dieci minuti e l'abbiamo fatto perchè stavo provando delle cose per le quali non debbo redere conto a nessuno. Per i restanti ottanta però ne avevamo cinque in campo. Su questa vicenda anche voglio chiudere ad ogni invenzione e polemica. I miei metodi non li devo spiegare a nessuno, è l’allenatore che prende le decisioni tecniche. La mia strategia è sempre stata tesa a far rendere al meglio la squadra e soprattutto gli under. Ribadisco che io ero soddisfatto della squadra costruita e sono convinto che avremmo disputato un grande campionato".

Di certo la squadra è partita bene domenica, con Bitetto che è arrivato solo venerdì ed umanamente ha potuto incidere poco.
"Chi capisce di calcio questo lo sa bene. In ogni caso anche sotto questo punto di vista ci tengo a dire che io auguro il meglio a Bitetto, che deve stare sereno e lavorare tranquillo. Il Barletta deve vincere il campionato, voglio bene ai ragazzi e tiferò per loro fino alla fine".

Dalla sua voce si evince comunque il rammarico...
"Chiaramente sono ancora amareggiato, perché andare a lavorare in una piazza così bella, dove mi sono trovato benissimo sin da subito, accolto da tutti come uno di loro, non è facile. Volevo contribuire a fare grande il Barletta, non mi è stato permesso purtroppo. Ora guardiamo avanti, invito i tifosi anzi a non far mancare mai il loro apporto a questi ragazzi che hanno bisogno di loro. Le persone vanno e vengono, la maglia, che è emblema della città, resta. Loro sono il Barletta".

La chiosa spetta stavola al tecnico Eduardo Gargiulo, secondo storico di La Cava.
"Dopo tanti anni di calcio, prima da calciatore professionista e poi da allenatore, non ho mai visto una cosa del genere. Io e La Cava eravamo onorati dell'incarico affidatoci, in particolar modo il sottoscritto che quella maglia l'ha anche indossata da calciatore. Avrei sicuramente preferito una gestione diversa da parte del direttore sportivo, un professionista non si comporta così. Offendere la nostra professionalità è avvilente e sintomo di un calcio davvero in crisi. Evidentemente soffre la pressione della piazza di Barletta. Ad ogni modo, quello che gli dovevo dire l'ho già fatto direttamente ed anche per me la questione finisce qui".