Fusco: «Sorrento? C'è rammarico. Taranto? Forse non ha vinto chi ha fatto il miglior calcio... Vi dico chi mi ha impressionato»

17.06.2021 20:00 di  Marco Pompeo  Twitter:    vedi letture
Fusco: «Sorrento? C'è rammarico. Taranto? Forse non ha vinto chi ha fatto il miglior calcio... Vi dico chi mi ha impressionato»

L'esperienza sulla panchina del Sorrento si è conclusa come in pochi si sarebbero attesi dopo una prima parte di stagione vissuta ad altissimi livelli. Il club costiero decise di separare la propria strada da quella del tecnico Luca Fusco dopo che la squadra, complici i recuperi e le diverse partite ravvicinate, incappò in una striscia di quattro ko consecutivi.


E così si scelse di optare per la fatidica scossa che, almeno all'inizio, sembrò anche sortire gli effetti sperati ma che alla lunga non è sembrata, numeri alla mano, essere decisiva così come si era creduto.

Tornando ai fatidici numeri, la gestione Fusco ha portato a 24 punti in 18 gare disputate con una media di 1.34 punti partita. Una media che prima dei già citati quattro ko di fila era addirittura di 1.71 punti partita. Successivamente è scesa a 1,06 nelle restanti 16 gare. Naturalmente questi sono numeri che non inficiano minimamente il lavoro svolto da Pino La Scala e dal suo staff. Alla fine, la società ha raggiunto l'obiettivo della permanenza dei costieri in Serie D e quindi tutti felici e contenti.

A bocce ferme la redazione di NotiziarioCalcio.com è tornata ad ascoltare la voce dell'allenatore Luca Fusco.

Sorrento salvo. Peccato per come sia finita la sua avventura però...
«Ma la mia esperienza la valuto molto positiva. Grazie naturalmente ai ragazzi. Abbiamo fatto un buonissimo inizio di campionato che nessuno si aspettava. Secondo me una grandissima partenza. Poi è arrivato lo stop per il maledetto covid e ci siamo fermati sicuramente nel momento migliore tenendoci non solo la domenica fuori dal campo ma non permettendoci neppure di allenarci. Noi in particolare abbiamo avuto tredici calciatori in rosa positivie sicuramente peraltro le scorie di questa positività si sono comunque fatte sentire a livello atletico anche dopo. Non siamo quindi riusciti neppure ad allenarci a gruppetti ma siamo stati completamente fermi. Poi recuperare le gare che avevamo perso giocando mercoledì e domenica non era facile. La società poi ha fatto le proprie valutazioni e le sue scelte, spiace sicuramente per come è finita ma ho lasciato la squadra a dieci punti dalla zona retrocessione e sette dai play-off».

Un esonero comunque inaspettato?
«Purtroppo siamo incappati in quelle quattro sconfitte consecutive e la società, ripeto, ha fatto le proprie valutazioni che rispetto ma non condivido. Anche perchè eravamo ampiamente in linea con gli obiettivi stagionali che erano di una salvezza tranquilla. Se poi l'ottimo avvio di stagione aveva fatto cambiare gli obiettivi, e si puntava a qualcosa di diverso allora ci può anche stare l'esonero».

Peraltro il Sorrento era tra le squadre più giovani come dimostra anche il piazzamento al secondo posto della classifica giovani "D" valore...
«Si, vero. Una rosa giovane con tanti ragazzi che ancora oggi ringrazio perchè mi hanno sempre seguito sin dal primo giorno. Hanno seguito alla lettera me ed il mio staff, mettendosi sempre a disposizione».

Lo stop per il covid ha reso questo campionato irregolare?
«Sicuramente non per tutti. C'è chi è riuscito ad avere comunque una certa regolarità e credo che la stessa classifica lo fotografi. Chi ha dovuto recuperare più partite, giocando ogni tre o quattro giorni, si è trovato in difficoltà. Tralasciando noi, basti pensare al Team Altamura, che peraltro mi aveva impressionato favorevolmente, o allo stesso Nardò. Quando devi affrontare un calendario così fitto vai in difficoltà, e poi rischi di perdere anche qualche elemento perchè il rischio infortuni aumenta. Purtroppo è stato un terno al lotto, poteva capitare ad altri e magari sfruttare noi la situazione. Invece così non è stato. Questo sia chiaro non vuole essere una scusante in nessun modo. La situazione covid non l'abbiamo pagata solo noi del resto».

Ed ha inciso anche la mancanza di pubblico?
«Sicuramente ha inciso ma per tutti quanti, quandi non credo sia stato un fattore determinante. Per chi fa questo lavoro, che sia calciatore o allenatore, è brutto non vedere i tifosi allo stadio. Personalmente mi dispiace non aver fatto neppure una gara col pubblico a Sorrento perchè so quanto i tifosi del Sorrento possono dare alla squadra».

A prescindere, in ogni caso, mi pare lei conservi un ottimo ricordo dell'esperienza Sorrento...
«Sicuramente. Come ho già detto. Non è stata assolutamente un'esperienza negativa sotto tutti i punti di vista. Al di là di come è finita, e ripeto c'è grande dispiacere, ringrazierò sempre il Sorrento per avermi dato l'opportunità di lavorare con un gruppo di ragazzi eccezionali. Inoltre ho cosciuto una società seria, che nonostante sia in Serie D fa programmazione e sappiamo quanto sia difficile visto che nei dilettanti spesso si ragiona di sei mesi in sei mesi. Una società organizzata e che non ci ha mai fatto mancare niente. C'è rammarico ma non certo delusione, io ed il mio staff abbiamo dato tutto per il Sorrento».

Secondo lei senza la componente pandemia il suo Sorrento cosa avrebbe potuto fare?
«Nel calcio come nella vita con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Però, anche io non so dire cosa sarebbe potuto succedere. Sicuramente va detto che c'erano squadre con budget molto superiori al nostro che hanno lotatto giustamente per il vertice ma anche club con rose importanti che poi alla fine si sono dovute accontentare di lottare per i play-off. Sarei stato anche io curioso di vedere come sarebbe proseguito il campionato senza l'interruzione e le problematiche dovute al covid. Naturalmente è stata una stagione anomala».

Secondo lei alla fine ha vinto la squadra migliore il campionato?
«Per continuità di rendimento il Taranto è stata la più forte ed ha meritato alla fine di andare in Serie C. Forse non è stata la squadra che ha fatto il calcio migliore. Mi aveva impressionato il Lavello, molto bene allenato da Zeman, per un periodo, come detto, l'Altamura, lo stesso Cerignola. Il Taranto è stato bravo, ed ha avuto un percorso più continuo del Casarano, che era la favorita alla vittoria finale, e lo stesso Picerno. Bravo il Taranto società, il direttore Montervino a costruire la squadra, e bravi naturalmente calciatori e staff tecnico».

Ed ora è già tempo di guardare avanti. Il suo futuro?
«Sono felice prima di tutto di aver fatto una bellissima esperienza a Sorrento, condita da buoni risultati in un girone, come quello "H", che da sempre è tra i più difficili proprio per la qualità molto alta delle squadre. Ora sono in attesa, la stagione sta ancora terminando, è presto. Sicuramente spero di trovare qualcuno che mi dia fiducia per poter fare bene in qualche altra piazza».