Arcetana, l'accusa di Greco: "Non si parla della tutela di atleti e addetti ai lavori"

Arcetana, l'accusa di Greco: "Non si parla della tutela di atleti e addetti ai lavori"

Tutto fermo, anche in questa settimana di Pasqua: il digiuno di impegni agonistici dura da ormai un mese e mezzo. Di conseguenza, il calcio dilettantistico della nostra regione continua a interrogarsi sulle possibili sorti dell'annata 2019/2020: un dibattito che ovviamente interessa pure l'Arcetana, anche se adesso le tematiche che riguardano il campionato di Eccellenza non possono affatto essere in cima ai pensieri collettivi. "In un momento come quello che stiamo vivendo, è inevitabile che il calcio passi decisamente in secondo piano  - commenta l'esperto attaccante biancoverde Salvatore "Sasà" Greco - Purtroppo il Coronavirus è una malattia che sta continuando a colpire, e a mettere in seria difficoltà in sistema sanitario: peraltro, tanti malati hanno addirittura perso la vita. Di fronte a tutto questo, sarebbe fuori luogo dedicare un'eccessiva attenzione alle tematiche che riguardano il nostro sport. Prima di ogni altra cosa, tutti noi dobbiamo pensare a uscire nel modo più rapido possibile da questa drammatica emergenza sanitaria: solo allora potremo tornare a parlare di calcio, con quella serenità che adesso giocoforza ci manca".

Ad ogni modo, parecchi addetti ai lavori stanno prospettando la possibilità di una ripresa dei vari campionati: chiaramente, sempre che ce ne siano le necessarie condizioni sanitarie. Secondo questa visione, le varie categorie potrebbero tornare in campo a maggio o a giugno: in tal modo si potrebbero disputare tutte le partite residue, terminando la stagione anche a luglio inoltrato. "Francamente, non credo che sia uno scenario così fattibile - commenta Greco - Il mio non è pessimismo, ma puro e semplice realismo. Innanzitutto, quando sento parlare di un rientro in campo, molto spesso leggo di ipotesi che i rappresentanti dei vari club disegnano a seconda delle rispettive convenienze: in pochissimi parlano invece del vero problema, che è quello legato alla sicurezza degli atleti. Bisogna infatti ricordare che il calcio è uno sport di contatto: durante una partita, le occasioni di contagio si sprecano. Poi, c'è il problema degli spogliatoi: in genere i club dilettantistici non hanno le grandi strutture del professionismo, e dunque per noi sarebbe pressochè impossibile mantenere le necessarie distanze interpersonali. In più, bisogna salvaguardare anche tutte le altre persone che ruotano attorno alle attività calcistiche: mi riferisco a dirigenti, tecnici, arbitri, volontari, massaggiatori, pubblico. In poche parole - prosegue il navigato goleador - c'è da mettersi in testa che si potrà giocare soltanto quando saremo arrivati al rischio zero sotto l'aspetto del contagio: purtroppo, al momento nulla ci fa pensare che tale obiettivo possa essere raggiunto in tempi così brevi. Un buon indicatore in tal senso sarà dato dalla riapertura delle scuole, che sono centri di aggregazione per eccellenza: finchè l'attività scolastica non riprenderà, è impensabile pensare di tornare sul rettangolo verde".

Oltre ai temi di carattere sanitario, Sasà Greco pone l'accento pure sui problemi di carattere più logistico ed economico. "Se anche si potesse giocare in estate, si immagini che campionati sarebbero - rimarca il bomber di Cariati - Bisognerebbe giocare 2 o 3 partite a settimana, molto spesso di sera: ciò costringerebbe molte società senza campo illuminato ad affittare un terreno di gioco, con tutti i costi che ne derivano. Peraltro, ci sarebbe anche il rischio di turni infrasettimanali pomeridiani: al di là delle altissime temperature, tanti giocatori sarebbero costretti a chiedere di assentarsi dal posto di lavoro. Con la difficile situazione finanziaria che il mondo produttivo sta già iniziando a vivere, credo proprio che sia sbagliato rinunciare al proprio mestiere per giocare a pallone. Inoltre, teniamo d'occhio il calendario: prima di riprendere con le gare ufficiali servirebbero almeno 3 settimane di allenamenti in gruppo, per evitare di incappare in una marea di infortuni. Ciò farebbe slittare l'agenda agonistica ancora più in avanti, e non è un aspetto da sottovalutare".

Qualora la Figc dovesse orientarsi sullo stop definitivo, resterebbe poi aperta la questione legata ai verdetti stagionali. "Stando all'attuale classifica del girone A di Eccellenza, l'Arcetana sarebbe salva in ogni caso - ricorda Greco - Di conseguenza, le mie e le nostre non sono certo parole dettate da interessi particolari. Se effettivamente l'annata agonistica non potesse più continuare, il Comitato regionale Figc avrà il compito di assumere una decisione tutt'altro che semplice: purtroppo in questo caso non esiste un provvedimento che sia in grado di accontentare tutti, ed è bene prenderne coscienza fin da adesso. Per come la vedo io - prosegue l'attaccante - i diritti di chi stava per vincere un campionato andrebbero per quanto possibile rispettati. Di conseguenza le attuali classifiche potrebbero essere utilizzate come graduatorie di merito, per l'assegnazione dei ripescaggi alla categoria superiore: nel nostro caso squadre come Bagnolese, Colorno, Nibbiano Valtidone e San Michelese sarebbero le prime a essere considerate per un'eventuale ascesa in serie D, ma è un discorso che io allargherei anche a tutti gli altri livelli del calcio dilettantistico. Peraltro, gli scenari globali in merito alle iscrizioni per il 2020/21 sono ancora tutti da decifrare: di conseguenza, le possibilità di ottenere il salto di categoria tramite ripescaggio potrebbero essere piuttosto elevate. Al tempo stesso - rimarca Greco - io sarei anche per tutelare le squadre che prima dello stop erano in lotta per la salvezza: ad esempio nel girone A di Eccellenza il Fiorano è ultimo, ma aritmeticamente parlando potrebbe ancora salvarsi senza play out. Con così tante gare mancanti, penso che sarebbe giusto il blocco totale delle retrocessioni per tutto il calcio dilettantistico emiliano-romagnolo".

Greco si sofferma quindi sui temi di carattere individuale: "Io sono arrivato ad Arceto qui a dicembre, e le mie prime impressioni in merito all'ambiente biancoverde sono state puntualmente confermate nel corso dei mesi - sottolinea il goleador classe '80 - L'Arcetana è una realtà di ottimo livello, sia dal punto di vista strettamente sportivo sia per il tipo di ambiente che regna sotto il profilo umano. Ovviamente gli allenamenti con il resto del gruppo mi mancano, e credo che lo stesso valga anche per i miei compagni di squadra: adesso mi sto tenendo in forma con esercizi fisici svolti nel perimetro di casa, ma ovviamente non è certo la stessa cosa. Comunque sia adesso il nostro compito è quello di seguire scrupolosamente le indicazioni delle autorità, in modo da superare quanto prima questo problema legato al Coronavirus: intanto colgo l'occasione per rivolgere i migliori auguri di Buona Pasqua a tutta l'Arcetana, e al sempre partecipe pubblico che ci segue".