Daniele Ragatzu, recentemente, è stato inserito nella lista degli svincolati dopo la conclusione del suo contratto con il Pontedera. In un'intervista rilasciata a centotrentuno.com, l'attaccante ha rivelato i motivi che lo hanno portato a questa scelta.
Queste le sue parole: “Quest’estate, davanti a tantissime possibilità, anche economicamente ben superiori, scelsi Pontedera perché affascinato da un progetto a lungo termine. Che mi era stato descritto come un progetto ambizioso, principalmente per la presenza di Alessandro Agostini, già annunciato come allenatore e del mio amico Riccardo Ladinetti, che sapevo sarebbe arrivato di lì a poco. Per me la loro presenza, in particolare del mister, è stata decisiva. Posso dire chiaramente che senza di lui sarei andato altrove”.
Arriva dopo l'esonero dell'alleantore: “Ebbene sì: purtroppo è stato esonerato poco dopo, per me troppo frettolosamente. Mi sono subito accorto che, dopo il suo esonero, le cose attorno a me stavano iniziando a cambiare. Certe situazioni e certi impegni venivano modificati rispetto a prima. Questo purtroppo ha incrinato i rapporti: i calciatori, per rendere al meglio, devono sentire di aver ben riposto la propria fiducia. Certamente questo “allontanarsi” ha creato problemi anche a me, perché mi è stata tolta la giusta serenità. È chiaro che le mie prestazioni ne abbiano risentito, oggettivamente non sono riuscito a fare ciò che ho sempre fatto”.
La scelta di lasciare: “Sono stato io, subito a fine ottobre, a chiedere di poter andar via. Ma mi è stato detto che ero indispensabile e che non avrebbero mai fatto a meno di me. Dopo circa un mesetto, però, la situazione è diventata sempre più insopportabile. Ci siamo accorti che continuare così non avrebbe fatto bene a nessuno e che entrambi, sia io sia la società, avevamo delle responsabilità. Così abbiamo deciso di salutarci nel modo migliore possibile. Addio improvviso e quasi freddo? Improvviso no, ci eravamo accorti da subito che era un matrimonio poco felice, in cui nessuna delle due parti era soddisfatta. Dispiace però aver sentito e letto, con una certa freddezza, questioni non vere sul mio conto. Specie perché comparse, curiosamente, su testate storicamente vicine alla società. Se si vanno a rivedere i minuti e il ruolo in cui ho giocato, mi viene da pensare che forse al club non erano chiare le mie caratteristiche. Se ho sempre segnato tanti gol a differenza di questi tre mesi, oltretutto in una squadra che sta lottando per la salvezza nonostante i proclami, forse il colpevole non ero io o, per lo meno, non solo io… Ma va bene così, ho le spalle larghe e vado avanti, consapevole del mio valore. Fammi però aggiungere una cosa doverosa. Auguro ogni bene ai miei compagni: sono un bel gruppo, formato da calciatori forti e con me sono sempre stati dei ragazzi fantastici. Ci tengo proprio a ringraziarli perché in mesi non semplici mi hanno sempre sostenuto. In particolare Van Ransbeeck e Ladinetti, che per me sono amici in campo e fuori e a cui auguro il meglio per la carriera”.
Possibile futuro: “Ho ricevuto tantissime offerte, sia da società importanti di Serie D che, soprattutto, da tantissime squadre di Serie C, anche importanti. Ammetto che questo mi ha reso orgoglioso e mi ha caricato tantissimo. Non sono più un ragazzino: non voglio essere frettoloso e magari ripetere l’errore di quest’estate. A oggi la proposta che più mi solletica è quella di un top team del girone C, una piazza storica e stimolante calcisticamente e come tifoseria. Un’altra, la cui chiamata mi ha sorpreso e quindi li ringrazio, l’ho dovuta rifiutare per “ragioni ambientali” legate alle mie origini. Ho bisogno di una situazione serena, che mi consenta non tanto di dimostrare, ma di ricordare a tutti chi sono. Sono fiducioso che, entro i primi di gennaio, si potrà trovare la soluzione mantenendo, ovviamente, le categorie che mi rappresentano. Se poi, invece, il richiamo della Sardegna sarà più forte, allora si vedrà di cercare l’incastro migliore”.
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