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Vibonese, Caffo: «Spesi 800 mila euro di stipendi. Dovevo mandare a casa il diesse... presi calciatori a mia insaputa»

di Elena Carzaniga

Il presidente della Vibonese, Pippo Caffo, ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla passata stagione e parlare di tutti i temi, compresa la possibile cessione.

A proposito del calciomercato rossoblù di questa stagione, il patron ha dichiarato: «Hanno preso due calciatori a mia insaputa, senza avvertirmi, con commissioni agli agenti. Dovevo mandare a casa il direttore sportivo, ma sono stato zitto per amor di Patria. Questi calciatori hanno firmato un biennale e uno di questi ha problemi fisici continui. Sono stati presi dei calciatori a mia insaputa, senza avvertirmi, senza concordare con me né la durata del contratto né l’ammontare dell’ingaggio e sono anche state previste commissioni per gli agenti. Dovevo mandare a casa il direttore sportivo molto tempo fa, ma sono stato zitto e sono andato avanti ma adesso, visto che sono stato etichettato come un pezzente dico tutto. Questi calciatori hanno firmato un biennale e uno di questi ha problemi fisici continui».

Un altro tema toccato da Caffo sono i costi di gestione del club: «Quest’anno abbiamo speso 800.000 euro per gli stipendi, una cifra assurda per la D e a novembre i costi sono saliti in modo assurdo. Se pensate che gli abbonamenti sottoscritti sono stati solo 120, ditemi voi come si fa ad andare avanti da soli. In Promozione ne fanno di più, con queste cifre è impossibile fare calcio a questi livelli. A Reggio hanno fatto tremila abbonamenti e hanno preso 800.000 euro di soli abbonamenti».

Sulla possibile cessione del club alla cordata capeggiata da Lo Monaco: «Dietro di lui c’è un gruppo del Nord Italia che ha una certa simpatia per la Vibonese. Ma loro vogliono sapere la situazione dei campi e rendersi conto di altre cose. C’è però in ballo un’altra situazione con un gruppo siciliano che opera nel settore dei pannelli solari. Io ho sempre detto che posso tranquillamente cedere la società senza alcun debito».


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