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Unione Triestina, Gagliardi: "Speriamo che la vittoria sia la giusta medicina"

di Massimo Poerio
Fonte: il piccolo

«Spero che questa vittoria sia un buon antibiotico sulla via della guarigione»: Gianluca Gagliardi sa che la sua Triestina non ha certo brillato, ma ricorda l’importanza del risultato e afferma che si aspettava esattamente unapartitadiquesto genere, ribadendo che la classifica non è un caso: «Trieste è una grande piazza, ma forse qualcuno pensa che qui ci siano ancora giocatori come De Falco e Braghin, e non si rende conto che c’è una squadra molto giovane e che era
importante vincere soffrendo: questo è il calcio a qualsiasi livello. Se volete vedere giocate belle, in questo momento dovete andare su altri campi. È da inizio stagione che la Triestina occupa una posizione di sofferenza: non si può immaginare che all’improvviso diventiamo tutti bravi, schiacciamo gli avversari e facciamo calcio champagne». Detto questo, il tecnico alabardato spiega anche il perché delle difficoltà: «Ho visto la partita come la immaginavo: una squadra che arriva senza pressioni di risultato in un teatro come il Rocco, è ovvio che si esalti, mentre
per noi la palla scottava e giocare così non è facile: basta vedere come abbiamo preso il gol e come abbiamo concesso l’altra occasione. Forse non è stata una prova positiva come le due precedenti, ma qui siamo andati anche in svantaggio e i ragazzi sono stati bravi a reagire: un bravo a loro che si stanno impegnando per quello che resta un miracolo sportivo: per riuscire nell’impresa, una squadra così giovane deve avere il supporto di tutto l’ambiente, altrimenti non ce la fa». Gagliardi afferma anche che una parte importante ce l’ha la questionementale: «La paura di vincere succede a tutti i livelli, soprattutto per una squadra in sofferenza che per blasone non è certo abituata a fare un campionato di questo genere». Allo stesso tempo, però, sottolinea anche alcuni aspetti dell’attuale condizione fisica degli alabardati: «Questa squadra è partita senza fare il ritiro, mentre la società faceva i miracoli per far partire il tutto. Pertanto a dicembre, visto che la squadra era stata rinforzata, bisognava fare qualcosa di più: non dico un ritiro, ma almeno un richiamo della preparazione, invece i ragazzi mi dicono che non hanno fatto nulla di tutto questo. Una cosa gravissima, perché i primi caldi rendono la vita difficile. Mi auguro che la vittoria che mancava da due mesi possa essere il medicinale giusto per ripartire anche dal punto di vista fisico».

 


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