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Trastevere, Crescenzo tocca quota 50: «Qui ho trovato casa»

di Massimo Poerio

Daniele Crescenzo raggiunge quota 50 gol con la maglia del Trastevere, un traguardo notevole per un centrocampista che dal 2020 ha scritto pagine importanti della storia del club amaranto. La doppietta contro il Terracina nell'ultimo turno ha segnato questo prestigioso traguardo, coronando un percorso iniziato quattro anni fa.

"Ero stato vicino al trasferimento in amaranto già un paio di volte nelle stagioni precedenti, ma alla fine non se ne fece nulla", ha raccontato Crescenzo. "Volevo a tutti i costi vestire questa maglia e ci sono riuscito in un'annata particolare, dopo quella bloccata per il Covid e in una stagione piena di difficoltà per quello che si viveva fuori dal campo. Il primo anno stavamo quasi rischiando di vincere il campionato e le emozioni di quella stagione non le dimenticherò mai".

Il centrocampista ha poi sottolineato l'importanza dell'ambiente trovato: "Se qui ho disputato le mie stagioni migliori, il merito è anche dell'ambiente che si respira tutti i giorni. La società è sempre presente, sia nei momenti belli che in quelli di difficoltà e questo spinge i giocatori a dare sempre il 110% per la maglia". Ha inoltre evidenziato gli ottimi rapporti con la dirigenza, in particolare con il direttore Flavio Betturri e il ds Riccardo Solaroli.

Tra i 50 gol realizzati, Crescenzo ne ha scelti due in particolare: "La maggior parte dei miei gol sono da opportunista, ma se devo indicare il più bello da un punto di vista estetico, dico quello contro il Tiferno il primo anno. Quello a cui sono più legato, invece, è quello contro l'Ostiamare, sempre nella prima stagione a Trastevere. La mia compagna aspettava nostro figlio e ho festeggiato con la palla sotto la maglia".

Per il futuro, il centrocampista mantiene i piedi per terra ma non nasconde l'ambizione: "Quest'anno spero di continuare a dare il mio contributo per aiutare la squadra, di sicuro mi impegnerò sempre al massimo perché i colori amaranto li sento miei. Arrivare a cento? Un'utopia, però...".


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