Serie D, il punto sul girone I: caos calmoin vetta. Ko Savoia, la Reggina ingrana la marcia
Se cercavamo conferme, la diciassettesima giornata del Girone I di Serie D ci ha consegnato l’esatto opposto: un rebus meraviglioso e spietato. Il calcio dilettantistico, nella sua essenza più pura, vive di queste dinamiche, dove i pronostici della vigilia vengono sgretolati dal campo. La classifica, fredda custode della verità sportiva, questa mattina ci racconta una storia nuova: non c'è più un padrone assoluto. A quota 31 punti ora siede un triumvirato composto da Savoia, Nissa e Nuova Igea Virtus, figlio di una domenica che ha rimescolato le carte in tavola con una violenza agonistica rara.
Il dato più eclatante arriva senza dubbio dal "Valentino Mazzola" di San Cataldo. Il Savoia, che si presentava forte della vittoria cruciale nel turno precedente contro l'Athletic Club Palermo, è incappato in una caduta rovinosa. La sconfitta per 3-1 contro la Sancataldese non è solo un passo falso, è un campanello d'allarme. Nonostante il gol di Ledesma, la capolista ha subito la verve dei padroni di casa, trascinati da una doppietta di Rozzi e dal sigillo finale di Di Mino. Analizzando il percorso recente dei campani, si nota una certa discontinuità esterna: già alla 15ª giornata era arrivato lo stop contro la Nuova Igea Virtus. Questa incapacità di blindare il risultato lontano dalle mura amiche ha permesso il rientro delle concorrenti.
Chi ha saputo approfittare magistralmente dello scivolone della capolista è la Nissa. La vittoria per 3-0 sul campo del Paternò è un manifesto di cinismo e potenza offensiva. La pratica è stata archiviata già nel primo tempo con le reti di Alagna, Palermo e del solito Terranova. Quest'ultimo merita una menzione d'onore: i dati ci dicono che l'attaccante vive un momento di grazia assoluta, avendo segnato una tripletta solo due settimane fa contro l'Enna. La Nissa, dopo il pareggio a reti bianche contro il Sambiase e la sconfitta con l'Acireale, sembra aver ritrovato quella fluidità realizzativa necessaria per puntare al vertice.
Il terzetto di testa è completato dalla Nuova Igea Virtus, che tuttavia mastica amaro. Il pareggio interno per 1-1 contro la Vigor Lamezia (botta e risposta Samake-Pussetto) vale l'aggancio a quota 31, ma lascia la sensazione dell'occasione persa per il primato solitario, considerando soprattutto il filotto positivo che aveva caratterizzato le giornate precedenti, inclusa la vittoria di misura sul Savoia.
Ma se guardiamo oltre il muro dei 31 punti, emerge prepotente la candidatura della Reggina. Gli amaranto sono, dati alla mano, la squadra più in forma del campionato. La vittoria esterna per 0-1 sul difficile campo del Sambiase, firmata da Ferraro al 34', è la quinta perla consecutiva. Dalla 13ª alla 17ª giornata, la Reggina ha conosciuto solo il verbo vincere, superando in sequenza Enna, Gela, Paternò, Milazzo e ora Sambiase, subendo pochissimo. Con 27 punti, a sole quattro lunghezze dalla vetta, gli amaranto sono la mina vagante che ora spaventa chiunque.
Non molla la presa nemmeno l'Athletic Club Palermo, ora a 29 punti. La vittoria sul Ragusa per 2-1 dimostra carattere: dopo aver subito il pareggio nella ripresa, i palermitani hanno trovato la forza di reagire immediatamente. È la risposta giusta dopo la sconfitta nello scontro diretto col Savoia della settimana scorsa.
In zona play-off e dintorni, rallenta il Milazzo (28 punti), bloccato sullo 0-0 da un Messina che, nonostante la pesantissima penalizzazione, continua a onorare il campionato raccogliendo punti pesanti (due pareggi a reti bianche consecutivi e la vittoria sull'Igea alla 16ª). Importante, infine, il colpo esterno della Gelbison a Gela: uno 0-2 maturato nella ripresa con Kosovan e Gonzalez che rilancia i cilentani a quota 23, permettendo loro di scavalcare la Vibonese, fermata sul 2-2 in una scoppiettante gara ad Acireale.
La 17ª giornata ci lascia dunque con una certezza: l'equilibrio regna sovrano. Con tre squadre appaiate in vetta e altre tre racchiuse in quattro punti, ogni domenica sarà una finale. La classifica è corta, cortissima, e in un girone così livellato, la continuità – quella che sta mostrando la Reggina e che il Savoia ha smarrito domenica – sarà l'unico vero giudice.