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Savoia, Matachione: «Accettiamo le dimissioni di Campilongo con rammarico, ma il progetto va avanti»

di Chiara Motta

In un comunicato stampa, il presidente del Savoia, Nazario Matachione, ha espresso il suo dispiacere per le recenti dimissioni dell'allenatore Salvatore Campilongo, sottolineando però che "il progetto e il programma societario vanno avanti e siamo certi che troveremo un allenatore adatto alla nostra ambiziosa società che punta al grande calcio".

Secondo quanto riportato dal Presidente, la società aveva chiesto a mister Campilongo di non lasciare l'incarico e di attendere ancora due partite, soprattutto "per non abbandonare la squadra da lui realizzata, in un momento difficile". Tuttavia, il mister "ha detto che non se la sentiva e non aveva più stimoli e che, se fosse rimasto, avrebbe danneggiato il Savoia".

Di fronte a questa decisione, il Presidente ha affermato di non aver avuto "altra scelta se non quella di liberare un uomo, pur non condividendo la sua decisione" e di aver "voluto chiudere subito qualsiasi rapporto, saldando all'istante il dovuto".

Matachiore ha poi espresso il suo apprezzamento per la reazione "serena e tranquilla" della squadra, che "come se per loro il rapporto fosse già terminato da tempo". Il Presidente ha inoltre respinto le critiche di alcuni "capipopolo" della tifoseria, affermando che "a qualcuno tutti gli avvenimenti accaduti intorno al Savoia non sono serviti da lezione" e ribadendo che "Giù le mani dal nostro Savoia. Noi proseguiremo per la parte sana, per chi vuole cambiare e intende fare un calcio serio e duraturo".

Questo il testo completo del comunicato del Savoia a firma Matachione:
 

È giusto che intervenga chiedendo scusa del comunicato diramato ieri, perché se anche vero nei contenuti è stato fuori luogo. Però, come sempre, è giusto che mi assuma ogni responsabilità su tutto ciò che accade all'interno della società. Questa è una mia prerogativa. La società aveva chiesto a mister Salvatore Campilongo di non lasciare, di attendere altre due partite soprattutto per non abbandonare la squadra da lui realizzata, in un momento difficile. Il mister, dal canto suo, ha detto che non se la sentiva e non aveva più stimoli e che, se fosse rimasto, avrebbe danneggiato il Savoia.
Da presidente non avevo altra scelta se non quella di liberare un uomo, pur non condividendo la sua decisione e quindi dovevo agire.
Ho voluto chiudere subito qualsiasi rapporto, saldando all'istante il dovuto, e poi sono andato dalla mia squadra a comunicare la decisione dell'allenatore. Mi ha rincuorato che la squadra abbia reagito in maniera serena e tranquilla, come se per loro il rapporto fosse già terminato da tempo.
Il progetto e il programma societario vanno avanti e siamo certi che troveremo un allenatore adatto alla nostra ambiziosa società che punta al grande calcio. Anzi, il nostro progetto va avanti con più forza e determinazione, senza cambiare di una virgola il programma.
Come in tutte le piazze, non si può avere un rapporto unanime con la tifoseria, ma sono da condannare alcuni capipopolo che vogliono imporre alla società cosa fare e cosa non fare. Addirittura, cosa mai vista nel calcio, che alcuni capipopolo vogliono imporre la scelta dei dirigenti della società. Evidentemente, a qualcuno tutti gli avvenimenti accaduti intorno al Savoia non sono serviti da lezione.
Raffaele Auriemma, giornalista Mediaset, Emanuele Calaiò, importante professionista, e Paolo Filosa, collaboratore della gestione sportiva, sono persone perbene, serie e professionali. Non si toccano, come come non si tocca nessun altro componente della società.
Giù le mani dal nostro Savoia. Noi proseguiremo per la parte sana, per chi vuole cambiare e intende fare un calcio serio e duraturo.


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