Reggina, Torrisi prima del Paternò: «È la partita più difficile da quando sono qui, abbiamo tutto da perdere»
Alla vigilia della cruciale trasferta contro il Paternò, l'allenatore della Reggina, Alfio Torrisi, ha incontrato i giornalisti per analizzare il momento della squadra, tra il recente slancio in classifica, le pesanti assenze e la spasmodica attesa per il mercato.
La squadra amaranto arriva da due vittorie consecutive, un risultato mai raggiunto in questa stagione e che inietta morale e autostima. Torrisi ha accolto con soddisfazione questo piccolo passo in avanti, pur ribadendo la necessità di mantenere i piedi per terra. «Diciamo che i dati dicono questo, però dobbiamo essere consapevoli che non abbiamo fatto ancora nulla», ha affermato. L'obiettivo, adesso, è trasformare i brevi periodi di gioco "serio" in prestazioni che durino per tutti i novanta minuti.
Il tecnico deve fare i conti con un’infermeria affollata e alcune squalifiche che minano il pacchetto di giocatori d’esperienza. L'assenza più dolorosa è quella di Porcino, che purtroppo resterà fuori per circa due mesi a causa di un infortunio serio subito in maniera "paradossale" con una scivolata. A lui si aggiungono lo squalificato Salandria e Barillà, che non farà parte della trasferta e ne avrà per diverse settimane. Nonostante le difficoltà, Tri Grazia è stato recuperato dopo un giorno e mezzo di lavoro differenziato per un lieve affaticamento.
Per sostituire Porcino sulla corsia, la scelta ricadrà su uno tra Toti e Fometè, con il primo considerato un "valore aggiunto" per la sua capacità di svolgere bene entrambe le fasi.
Sul fronte mercato, le attese in città sono alte, ma Torrisi ha chiarito che le operazioni sono complesse e non dipendono unicamente dalla volontà del club. Nonostante una trattativa che sembrava chiusa sia saltata per una scelta personale del calciatore legata alla sua famiglia, la società è attiva.
«Una cosa è certa: il mercato lo faremo, quello che servirà alla Reggina verrà preso», ha rassicurato il mister. Tuttavia, ha chiesto pazienza, poiché la tempistica per gli svincoli e i trasferimenti è spesso dettata dalle società di appartenenza dei calciatori, che possono decidere di formalizzare le rescissioni anche a metà mese. «Capisco l’inimpazienza che c’è in città... spero quanto prima possibile di poter sbloccare le situazioni, dove ripeto non dipende solo da noi».
Nel frattempo, il mister può contare sulla crescita di alcuni elementi chiave che potrebbero rivelarsi i veri "volti nuovi": Sartore è progredito in maniera "esponenziale", Fofanà sta migliorando, e anche Ferraro sta ritrovando la condizione fisica.
L’attenzione di Torrisi è tutta sul match contro il Paternò, che definisce senza esitazioni come la gara «più difficile da quando io sia arrivato a Reggio e da qua alla fine». Questa valutazione deriva da una serie di fattori, non ultima la legge dei numeri, che vede il Paternò provenire da cinque sconfitte consecutive, un dato che, paradossalmente, non gioca a favore della Reggina.
Il Paternò, infatti, in una situazione di necessità, «non c’è nulla da perdere» e cercherà in tutti i modi di fare punti. La Reggina, al contrario, ha «tutto da perdere» se dovesse sbagliare l’approccio mentale.
Per affrontare un avversario così motivato, Torrisi esige l'eccellenza mentale. «Dobbiamo andare a fare la Reggina. A livello mentale ci vuole intensità mentale per 95 minuti, non possiamo avere pause». L'unica via è giocare con l'atteggiamento giusto, la concentrazione e la ferocia. «Se andiamo lì col nostro atteggiamento, con la nostra ferocia, con la nostra concentrazione, la fame di portare i punti a casa, io penso che attraverso queste prestazioni porteremo risultato». Un'eventuale sottovalutazione dell'avversario significherebbe passare «una brutta domenica».
Il tecnico ha poi descritto il DNA che vuole infondere: «L’atteggiamento nostro quando siamo senza palla deve essere come quello di un bambino a cui tolgono un giocattolo dalle mani, quello di un cane a cui tolgono l’osso dalla bocca. Dobbiamo essere agguerriti, feroci».
Questa mentalità, fatta di concretezza e cinismo più che di "bellezza", è l'unica base per costruire il futuro. Ricordando l'Enna, dove la squadra ha vinto con sei Under in campo, il mister ha concluso che l'atteggiamento e l'intensità mentale prevalgono sull'esperienza e che la squadra deve ripartire proprio dal suo "marchio di fabbrica" in fase di non possesso.