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Manfredonia, il bilancio del d.g. D'Errico: «Nessuna improvvisazione, qui contano gli uomini e la programmazione»

di Anna Laura Giannini

È tempo di bilanci in casa Manfredonia Calcio. Al termine di una prima parte di stagione che ha visto la squadra sipontina rifondarsi e riaccendere l'entusiasmo della piazza, il direttore generale Luca D'Errico ha fatto il punto della situazione. Un'analisi lucida quella del dirigente, che spazia dal campo alle scrivanie, sottolineando come i risultati ottenuti finora non siano frutto del caso, ma di una strategia aziendale chiara e condivisa.

D'Errico parte dalle fondamenta del nuovo corso, iniziato lo scorso luglio. La parola d'ordine che ha guidato la rifondazione della rosa è stata programmazione.

"La programmazione è la base di qualsiasi società di calcio, l'improvvisazione porta a farsi male," ha esordito il DG. "Siamo a metà di un percorso. Abbiamo vissuto diverse fasi, dall'allestimento della rosa fino agli aggiustamenti per mettere il mister nelle migliori condizioni possibili".
Il mercato non è stato un semplice album di figurine, ma una ricerca mirata: "I profili sono stati scelti in base alla funzionalità per il progetto e all'idea di gioco del tecnico. Quando c'è simbiosi e sinergia, ci sono i presupposti per lavorare bene. Abbiamo cercato uomini, prima che calciatori".

Se il campo sta dando risposte, il merito va condiviso con una struttura che D'Errico non esita a definire "famiglia". Il Direttore ha voluto elogiare il lavoro oscuro di chi non compare sotto i riflettori: "Ci sono tante persone che lavorano dietro le quinte con abnegazione ed etica del lavoro. Se oggi raccogliamo buoni frutti, è anche grazie a loro. Immagine, risultati e comunicazione sono parametri concatenati: il nostro merchandising e la comunicazione stanno diventando un fiore all'occhiello, un punto di partenza su cui migliorarsi giorno dopo giorno".

Guardando al calcio giocato, D'Errico predica calma e concretezza. Il girone di ritorno della Serie D è storicamente un campionato a sé stante, più aspro e difficile.
"Ci aspetta un girone di ritorno complesso, spesso ha una faccia completamente diversa dall'andata," avverte il DG. "Noi cerchiamo continuità di risultati per raggiungere quanto prima l'obiettivo della salvezza. Abbiamo messo delle basi, vedremo dove e quando potremo spingerci oltre, ma tutto dipende dai frutti di quanto seminato finora".

Uno dei temi più cari alla proprietà e alla dirigenza è il legame con la città. Il Manfredonia Calcio non vuole essere solo una squadra, ma un patrimonio condiviso.
"Il calcio, come lo sport in generale, è un volano per il tessuto sociale di un territorio," spiega D'Errico, sottolineando le difficoltà gestionali della categoria. "Fare la Serie D oggi è complesso, sia tecnicamente che a livello imprenditoriale e strutturale. Riuscirci richiede passione e amore per i colori. Vogliamo mettere il Manfredonia al centro di un percorso sociale che includa scuola calcio, giovanili e iniziative benefiche".

Per cementare questo rapporto, la società ha lanciato l'iniziativa dei mini-abbonamenti per le restanti sette partite casalinghe, una mossa pensata per andare incontro alle esigenze economiche e logistiche dei tifosi.
"È un'iniziativa figlia delle richieste dell'ambiente," conclude D'Errico. "L'augurio per il nuovo anno è di andare tutti insieme, dritti verso l'obiettivo. Io sono nato 'a pane e pallone' e con questi colori addosso: vedere l'entusiasmo che si è ricreato fa enorme piacere. Dobbiamo fortificare sempre di più questo legame tra squadra e città".


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