Legnago Salus, Rocco come Eto'o: ora l'opera va completata
Fonte: L'Arena
Soprattutto agli interisti è venuto facile rivedere nelle corse da terzino di Daniele Rocco quelle di Samuel Eto’o nello squadrone del Triplete di Mourinho. La stella che fatica come il più umile dei gregari.
Il bomber che lotta su ogni palla come se fosse l’ultima. Il perfetto riassunto del Legnago è il suo capitano. Uno per tutti, tutti per uno. Quattordici gol in campionato più uno in Coppa Italia, nove decisivi, pesantissimi gli ultimi due ad Este e Cjarlins. Attaccante esterno mascherato ormai, non più prima e unica vera punta dove spesso è stato ingabbiato e spoetizzato. Largo a sinistra adesso, con rigidi obblighi difensivi ma anche lontano dalle grinfie dei centrali avversari contro cui ha spesso combattuto sterili guerre. Con ampie licenze di poter tagliare verso l’interno e far valere la sua freddezza davanti alla porta. A far battaglia nel cuore delle difese nemiche Massimo Donati ha mandato Sinani, il grimaldello per aprire spazi e fare il lavoro sporco.Aprender botte e a darle. Compito finora svolto con ardore e sufficiente ordine, ruolo assai strategico negli equilibri d’attacco.
Regalando a Rocco più libertà, pur defilandolo e dandogli inevitabili compiti nella fase di non possesso. Sta funzionando. «Voglio vincere, prima di tutto», disse Rocco a Donati quando mise piede a Legnago. Il gol viene dopo, anche per uno come lui abituato, come tutti i centravanti, ad essere giudicato prima di tutto dai numeri. Il feeling è scattato subito, intesa fra friulani di poche parole e tanti fatti. Donati di Sedegliano,Rocco di Monfalcone. Meno di un’ora di strada, asse su cui il Legnago ha costruito la sua stagione. Praticamente perfetta, ma ancora tutta da decidere.
«L’opera ora va completata», la spinta di Donati prima dei novanta minuti di domenica al Sandrini contro il Montecchio anche di Fabio Moro, icona del Chievo che dopo essere stato secondo di Nicola Zanini a Sona è diventato vice di Federico Coppola. Nessun calcolo, impossibili con la Clodiense a duepunti e l’Adriese a quattro. Domenica una davanti al derby col Mestre, l’altra a Cartigliano. «Pensiamo a noi», la direttrice della dirigenza, al sicuro solo con tre vittorie nelle prossime tre. Senza, a quel punto, dover sperare in un passo falso delle due agguerritissime inseguitrici. La società ha convocato per domenica anche il suo settore giovanile, con la voglia di colorare le tribune di biancazzurro.
Il momento è decisivo, meglio quindi se il Sandrini si farà sentire. Il Legnago è primo ma non può sbagliar nulla. Donati non avrà lo squalificato Noce, ma dietro ritrova sia Gasparetto che Sbampato. Il problema è risolto. Quel che manca sarebbero i gol degli altri. Di Sinani, di Sambou, di Gatto, di Van Ransbeeck, di Baradji. La scena ultimamente se l’è presa soprattutto Rocco, ma di spazio ce n’è anche per gli altri. Basta prenderselo. Di rassicurazioni però ce ne sono un’infinità.
Dalla difesa tornata solidissima all’intensità di nuovo parecchio alta. Dove tutti sono tornati a livelli d’eccellenza. Testa bassa e pedalare. Nessuna particolare esultanza dopo aver vinto a Cjarlins. Nessuna festa. Sobrio lo spogliatoio. Il Legnago ha la faccia seria del suo allenatore. Concentrato più che mai, capace anche di capire che tre partite parrebbero poche ma in realtà sono tantissime.