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Dolomiti Bellunesi, porta chiusa in trasferta. Carraro: «Vince chi sbaglia meno»

di Massimo Poerio

L'aggancio alla seconda piazza della graduatoria, in compagnia del Treviso, è indubbiamente l'aspetto più rilevante dell'ottava giornata di campionato. Ma, in casa Dolomiti Bellunesi, c'è un altro dato che balza all'occhio, dopo la sfida di Bolzano e il successo di misura sul Lavis. In trasferta, il gruppo di Nicola Zanini ha raccolto tre vittorie e un pareggio: 10 punti sui 12 a disposizione.

Non solo: nelle gare disputate lontano dallo stadio di Sedico e dallo Zugni Tauro di Feltre, la porta dolomitica è sempre rimasta inviolata. Nessun gol incassato a Brusaporto, né a Grumello del Monte con la Real Calepina, a Bassano e tantomeno domenica scorsa. Quattro partite e zero reti al passivo: tenendo conto pure dei recuperi, si arriva a quasi 400' di imbattibilità.

I numeri non mentono. E sono indicativi, rispetto alla solidità di una difesa che continua a offrire risposte confortanti. Al pari di chi protegge la porta dolomitica: Luca Carraro. «Sapevamo che, contro il Lavis, non sarebbe stato un impegno agevole - è il commento del numero 1 -. Non appena si allenta la tensione, il pericolo è dietro l'angolo. Nel primo tempo abbiamo giocato bene, però non siamo riusciti a raddoppiare, mentre nel secondo ci siamo abbassati di qualche metro. In ogni caso, al di là di un tiro da fuori, non è che abbiamo subìto poi molto. Abbiamo retto tutti insieme, come squadra, e portato a casa i tre punti».

In questo campionato non c'è mai nulla di scontato, anzi: «Vince chi sbaglia meno - riprende il ventenne portiere -. Bisogna mantenere la concentrazione dal primo minuto all'ultimissimo minuto. Sono partite lunghe, complicate ed è necessario rimanere sul pezzo fino al triplice fischio, senza mai staccare la spina». 

Per Carraro, è il sesto "clean-sheet" stagionale: cinque li ha confezionati in campionato. E uno in Coppa Italia: «Il merito è della squadra e di come interpreta la fase difensiva. Una fase che coinvolge tutti, non solo gli elementi della retroguardia, ma ogni elemento che scende in campo. La classifica? È troppo presto per osservarla, dobbiamo andare avanti per la nostra strada e continuare a lavorare. Più avanti faremo i conti». 


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