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Conegliano, solidità difensiva ma l'attacco è da risvegliare

di Anna Laura Giannini

Il campionato di Serie D ha raggiunto il suo punto mediano e il bilancio del Conegliano fotografa una squadra in trasformazione. I gialloblù occupano l'undicesima posizione con 19 punti, alla pari con Luparense e Calvi Noale, posizionandosi esattamente sul confine della zona playout. Un equilibrio precario, ma i segnali di crescita non mancano.

L'arrivo sulla panchina di Alessandro Pontarollo ha rappresentato una svolta significativa per la compagine neopromossa. Sotto la sua guida tecnica, la squadra ha collezionato sei risultati utili consecutivi, un filotto che ha permesso di risalire la classifica e restituito fiducia a giocatori e tifosi. La gestione del nuovo allenatore, subentrato a Nico Pulzetti, ha portato stabilità tattica e compattezza, elementi fondamentali per affrontare la seconda parte di stagione con rinnovate ambizioni.

L'analisi statistica del girone d'andata rivela un Conegliano che ha costruito le proprie fortune sul reparto arretrato. Con appena 17 reti subite, la retroguardia si configura come uno dei punti di forza più evidenti, specialmente se confrontata con le prestazioni delle squadre che lottano nella zona bassa della classifica.

La capacità di recuperare palloni costituisce un marchio distintivo della formazione: 1.296 palloni riconquistati testimoniano un'organizzazione difensiva efficace, capace di ridurre gli spazi tra i reparti e disturbare sistematicamente la costruzione del gioco avversario. Si tratta di un dato sostanzialmente allineato con la media del girone C, segno di una competitività acquisita gradualmente nel corso della stagione.

Sul piano individuale, emergono figure chiave nella fase di interdizione. Pignat guida questa particolare graduatoria con 119 recuperi, seguito da Parise a quota 116, Pramparo con 101 e Fagan che chiude a 100. Quest'ultimo rappresenta anche l'emblema dell'aggressività espressa dalla squadra: delle 1223 sfide individuali affrontate complessivamente dal Conegliano, Fagan ne ha vinte personalmente 157, un numero che sottolinea la sua importanza nei contrasti fisici e nell'impatto atletico del collettivo.

Esiste tuttavia un elemento contraddittorio nell'interpretazione dei dati difensivi. Le 243 conclusioni concesse agli avversari rappresentano il dato più elevato dell'intero girone C, un primato negativo che apparentemente contrasta con l'ottimo bilancio di reti subite.

La spiegazione di questo paradosso va ricercata in due fattori complementari. Da un lato, la solidità dei centrali difensivi garantisce chiusure efficaci e limitazione delle occasioni pericolose. Dall'altro, risulta determinante l'apporto del portiere Sperandio, autentico protagonista della stagione con 188 interventi effettuati per neutralizzare i tentativi avversari. Le sue prestazioni rappresentano un elemento di sicurezza imprescindibile, capace di compensare la quantità di tiri che la squadra è chiamata a fronteggiare.

Se la fase difensiva garantisce equilibrio e affidabilità, è nella zona offensiva che emergono le maggiori criticità. Con soli 15 gol realizzati nel girone d'andata, il Conegliano palesa evidenti difficoltà nel tradurre la solidità complessiva in concretezza sotto porta.

Le statistiche offensive descrivono una formazione che fatica a creare pericoli costanti. I numeri relativi ai dribbling riusciti, ai passaggi decisivi e al volume complessivo di tiri si collocano tutti al di sotto della media del campionato. L'unico aspetto in cui i gialloblù riescono a mantenere standard competitivi riguarda i cross e i traversoni, settore nel quale i volumi prodotti eguagliano quelli medi della competizione.

Questa carenza realizzativa rappresenta il principale ostacolo sulla strada della salvezza diretta. La capacità di non subire gol perde parte della sua efficacia se non accompagnata da una maggiore incisività offensiva, elemento che permetterebbe di chiudere le partite con maggiore tranquillità e accumulare punti preziosi.

Il lavoro di Pontarollo ha gettato fondamenta solide: la squadra ha acquisito un'identità precisa, difficile da affrontare per qualsiasi avversario. L'organizzazione tattica, l'intensità nel recupero palla e la compattezza tra i reparti costituiscono un patrimonio consolidato sul quale costruire la seconda metà di stagione.

La sfida per il girone di ritorno appare chiaramente delineata. Il Conegliano dovrà mantenere intatta la propria solidità difensiva, elemento che lo rende una formazione ostica e sempre presente nelle partite. Contemporaneamente, diventa imprescindibile un salto di qualità nella fase offensiva: alzare il baricentro del gioco, aumentare la pericolosità negli ultimi trenta metri e migliorare la precisione nelle conclusioni a rete.

Se i gialloblù riusciranno in questa evoluzione, trasformando la propria affidabilità difensiva in una maggiore capacità di segnare, la salvezza diretta potrebbe configurarsi come conseguenza naturale di una crescita costante e progressiva. La strada è tracciata: ora serve percorrerla con determinazione e qualità, consapevoli che ogni punto conquistato rappresenta un passo verso l'obiettivo stagionale.


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