CLAMOROSO - Squadra di Serie D annuncia lo sciopero!
La sconfitta subita domenica contro il Latte Dolce non è solo un risultato sportivo, ma la scintilla che ha fatto divampare l'insoddisfazione e l'amarezza a lungo covate nello spogliatoio. Dopo mesi di totale silenzio e di lavoro serrato, la squadra dell'Olbia ha scelto di rompere gli indugi con un comunicato congiunto, assumendo una posizione netta e decisa di fronte alla crisi societaria.
I calciatori hanno anzitutto espresso profondo rammarico per l'ultima battuta d'arresto, rivolgendo per l'ennesima volta le proprie scuse alla città. Un gesto di profondo rispetto, rafforzato dalla vicinanza manifestata dai sostenitori. Il calore della curva e di tutto il Nespoli a fine partita è stato un elemento di incoraggiamento, cementando un legame che la squadra definisce "prezioso". Ai tifosi, che sono i primi a subire l'incertezza, è andato il "grazie" collettivo per il supporto incessante.
Proprio in omaggio a questi sentimenti e per dare un segnale forte e coeso, il gruppo ha annunciato di non partecipare alla sessione di allenamento in programma per la giornata di oggi, martedì 7 ottobre. Una scelta drastica, motivata dalla necessità di esigere risposte e certezze che tardano ad arrivare.
Il cuore del malessere è rappresentato dal prolungato e assordante silenzio della dirigenza. I calciatori denunciano una proprietà assente e inoperosa, che sta lasciando l'intero ambiente nel limbo. Nonostante il difficile contesto, il gruppo squadra afferma di non essersi mai sentito solo, grazie alla straordinaria mobilitazione di diverse componenti: i dipendenti dell’Olbia Calcio, l’impegno dei volontari del Comitato e, in primo luogo, l'incrollabile sostegno dei tifosi.
Tuttavia, il tempo delle attese è finito. La richiesta è chiara e risuona con forza: i giocatori esigono rispetto per la maglia che indossano e per il loro lavoro. Al vertice societario viene domandato di riparare al danno fatto e di dimostrare considerazione verso chi opera quotidianamente. Ma la preoccupazione maggiore riguarda l'eredità storica del club. L'appello si trasforma in una accusa disperata verso chi, con la propria inerzia, sta permettendo che 120 anni di storia calcistica dell'Olbia vengano lasciati morire nell'indifferenza.
La posizione dello spogliatoio è ormai pubblica: la squadra si ferma, chiedendo a gran voce chiarezza sul futuro e un atto di responsabilità da parte della proprietà.